Festa della Cattedra di San Pietro

22 febbraio 2014

L’apostolo Pietro ha già una sua festa, il 29 giugno, assieme all’apostolo Paolo. La festa del 29 giugno celebra il martirio di Pietro; ma la Chiesa ha voluto, fin già dal IV^ secolo, che nel corso dell’Anno liturgico, ci fosse un’altra festa in suo onore, quella di oggi, 22 febbraio.

E’ una festa che celebra san Pietro; che impegna noi cristiani; e che si risolve in una grazia per i cristiani e per il mondo.

E’ una festa che celebra san Pietro. Pietro era un umile pescatore di Galilea; si guadagnava da vivere per sé, e per la sua famiglia, col duro lavoro di pescatore sul lago di Genezareth. Gesù lo fece pescatore di uomini, lo fece papa, lo fece pietra di fondamento della Chiesa. “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. A te darò le chiavi del Regno dei cieli”.

Pietro è un grande! Grande per il suo entusiasmo, per la sua generosità, per la sua dedizione totale con cui seguì Gesù, fino alla croce, fino a morire anche lui in croce. “Non sono degno -disse- di essere crocifisso come il mio Signore; crocifiggetemi con la testa in giù”, particolare fissato nella stupenda tela del Caravaggio che ritrae la crocifissione di Pietro.

Dobbiamo onore a questo apostolo, che pur nella sua fragilità, seppe dire a Gesù: “Signore, tu sai che ti voglio bene” (Gv 21,16); “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68). Onorandolo noi veniamo aiutati; celebrandolo noi veniamo irrobustiti dai suoi esempi e dalla sua intercessione in cielo.

Pietro continua e vive oggi nel Papa. Ed ecco che questa festa diventa impegno per noi cristiani. Del Papa la festa del 22 febbraio, festa della Cattedra di san Pietro, mette in risalto la sua qualità di maestro. E’ il maestro che siede in cattedra. Allora questa festa ci impegna ad accogliere l’insegnamento del Papa, a conoscerlo, ad approfondirlo, a farlo nostra norma di vita.

Il “sensus Ecclesiae” è un “sensus” importate, essenziale, decisivo per un cristiano, per un membro della Chiesa; “sensus Ecclesiae” che significa “sentire” con la Chiesa, “pensare” come pensa la Chiesa, condividere in pienezza la sua verità in campo dottrinale e morale. E dove è la Chiesa? Dove è il vero, genuino, autentico, sicuramente conforme a Cristo, pensiero della Chiesa? E’ lì dove c’è il Papa. “Ubi Petrus, ibi Ecclesia”, diceva sant’Agostino; la Chiesa, quella vera, quella giusta, quella di Cristo, è là dove c’è il successore di Pietro. Non si edifica Chiesa lontani dal successore di Pietro, lontani dal Papa.

E se ogni fedele deve avere il “sensus Ecclesiae”, l’averlo è un dovere e una responsabilità del tutto particolare per il sacerdote; il sacerdote che, in mezzo al popolo, è costituito anche lui maestro, maestro di verità. Ma egli lo sarà, maestro di verità, solo e nella misura in cui sarà stato attaccato alla roccia, al Papa. “Non stacchiamoci dalla Roccia”, non stacchiamoci dal Papa, esortava il cardinale Luciani. Un sacerdote che si staccasse dal Papa porterebbe lontano dal Papa una comunità; non solo se stesso, ma anche una comunità, perché ogni sacerdote è legato ad una comunità. Ci preservi il Signore da questo pericolo, dal ferire in questo modo la Chiesa!

E, infine, la festa della Cattedra di san Pietro si presenta come una grazia per i cristiani e per il mondo. Avere nel Papa, che siede sulla cattedra di Pietro, un maestro sicuro di verità, assistito dallo Spirito Santo, che ci indica la strada giusta, la strada che ci preserva dal dubbio, dall’incertezza, dall’errore, è una grazia incalcolabile, è un dono immenso che Cristo ha fatto alla sua comunità, e non solo alla sua comunità, ma a tutta l’umanità. Non finiremo mai di ringraziare per questo dono! Abbiamo visto, purtroppo, lungo la storia, quanti sbandamenti, quanti deragliamenti di persone, di gruppi, di comunità intere, staccatesi da Pietro! Quanti naufragi nella fede e nella morale, lontani dalla Roccia! Uniti a Pietro invece siamo al sicuro.

Preghiamo in questo giorno per il Papa, per il suo importante e pesante servizio; preghiamo per la Chiesa, perché sia docile e fedele al suo Maestro; preghiamo per il mondo intero, perché si lasci illuminare dalla luce del Vangelo. E ringraziamo; ringraziamo tanto il Signore per averci dato un pastore a cui affidarci.

Ricordiamo Papa Francesco; e non dimentichiamo Papa Benedetto, a cui la Chiesa deve tanto per i suoi otto anni di servizio pontificale, e per il suo stare ora, come Mosè, “sul monte” a pregare per la Chiesa impegnata nel mondo a combattere la santa battaglia di Dio.

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.