4° Domenica di Quaresima

( Gal 4,22-31;   Lc 6,1-15)

30 marzo 2014

Questa domenica, quarta di quaresima, è detta domenica “Laetare”, una domenica che ci invita alla gioia. Prende il nome dalla prima parola dell’Introito  che è stato cantato; Introito che inizia appunto con la parola “Laetare”, rallegrati.

Tutto l’Introito è un grido di gioia; in esso per cinque volte risuonano accenti di gioia; ci sono cinque parole che dicono gioia: “rallegrati”, Gerusalemme; “gioite”; “con letizia”; “esultate”; “mi sono rallegrato”. E’ tutto un tripudio di gioia. E accanto a queste cinque parole c’è l’idea della sazietà, che pure dà gioia: “saziatevi con abbondanza di consolazioni”. Il ritmo, poi, che segna la melodia dell’Introito indugia volutamente e dolcemente su queste parole di gioia, dando loro particolare risalto e rilievo.

I paramenti del sacerdote oggi sono di colore rosa, colore che attenua il viola quaresimale. L’altare, che durante tutta la quaresima è privo di fiori, oggi ne può essere ornato. E l’organo, che in quaresima può essere suonato solo per accompagnare il canto, oggi può suonare liberamente.

Le stesse Letture bibliche di questa domenica contengono un invito alla serenità, alla letizia. La prima Lettura ci ha detto che noi non siamo figli della schiava Agar, siamo figli di Sara, la sposa di Abramo; siamo cioè figli della promessa, accompagnati dalla benedizione di Dio. E il Vangelo ci ha mostrato un Gesù che di sua iniziativa ha sfamato la folla bisognosa di cibo; Gesù è buono, previene le nostre necessità. Anche questo ci dà gioia e allegrezza.

Lo Spirito Santo, tra i suoi doni, accanto all’amore, alla pace, alla pazienza, alla fedeltà, ha anche la gioia (Gal 5,22).

E’ esperienza di tutti noi che non è facile essere gioiosi. Troppe cose ci disturbano. Gesù stesso dice:”Ogni giorno ha la sua pena” (Mt 6,34). Eppure tra le pene di ogni giorno è possibile avere la gioia del cuore. Non tanto la gioia dell’emozione, la gioia dei sensi, la gioia del “tutto a posto”, ma la gioia del cuore, la gioia che viene da Dio, che viene dalla fede.

I santi erano gioiosi. Non c’è un santo che fosse triste, neppure quelli che si davano a severe privazioni e penitenze; o quelli che erano afflitti da dolorosissime sofferenze; i martiri stessi andavano incontro al martirio gioiosi: così si legge nei racconti del loro martirio.

Il segreto? quale il segreto? La vicinanza a Gesù. Chi sta vicino a Gesù, chi vive la comunione con lui, è contento, è gioioso, è lieto! Vicino a Gesù ci si sente custoditi, protetti, difesi; vicino a Gesù si respira fiducia, speranza, certezza di bene. Da Gesù ci si sente amati, capiti, perdonati. Non c’è momento in cui ci si senta soli, dimenticati, abbandonati da lui. Egli è sempre presente, pronto a condividere gioie, ansie, preoccupazioni, dolori, speranze. Egli “sostiene chi vacilla, rialza chi è caduto”, dice il salmo (Sal 145,14); egli “tutto prende nelle sue mani” (Sal 9-10,35) e “raccoglie le nostre lacrime nel suo otre” perché non vadano perdute, dicono ancora i salmi (Sal 56,9).

Gesù ci ha promesso la sua gioia; l’ultima sera, nel cenacolo, disse: “Vi do la mia gioia; la mia gioia sia in voi, e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11). Con Gesù tutto cambia nella vita: si diventa capaci di amare, di servire, perfino di patire con lui e per lui; e questa è gioia.

Benedetta quarta domenica di quaresima, domenica “Laetare”! che ci dici: “Rallegrati, Gerusalemme; Gerusalemme che sei tu, o cristiano; esulta, gioisci, sii lieto nel tuo cuore! Ne hai tutto il diritto; ne hai i mezzi; hai Gesù con te; egli è la gioia, la consolazione, la pace, la speranza. Non cercare altrove. Troveresti venditori di gioia in gran numero, e a buon mercato, ma non ti venderebbero un prodotto autentico, genuino, di marca. La gioia “di marca” te la dà solo Gesù. Chiedila a lui; cercala in lui. Egli te la donerà. Non resterai deluso.

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