Ordinazione sacerdotale don Alessandro Coletti

Solennita’  dell’ Ascensione di  Gesù  al  cielo

(Omelia in preparazione all’Ordinazione sacerdotale di don Alessandro Coletti)

1 giugno 2014

Solennità dell’Ascensione di Gesù al cielo, oggi. Festa che ci fa guardare in su, al cielo. Noi siamo esseri della terra, pensati da Dio a vivere sulla terra, ma pensati da Dio ad arrivare in cielo, a lui, ad una vita e ad una felicità grande, piena e senza fine. Gesù che sale al cielo ci mostra e ci indica la mèta  a cui lui è arrivato, e a cui anche noi siamo chiamati ad arrivare.

Nel 1818 un giovane sacerdote francese, Giovanni Maria Vianney, trentaduenne, e sacerdote da tre anni, stava arrivando, a piedi, con poche cose con sé, nella sua nuova parrocchia, Ars, a cui il Vescovo lo aveva assegnato. Si trovava ormai poco lontano, e vide un pastorello che pascolava le sue pecore, e a quel ragazzo chiese: “Mi sapresti mostrare la via che porta ad Ars?” Quel pastorello, che era di Ars, gliela indicò; e a lui il giovane sacerdote di rimando disse: “Tu mi hai insegnato la via che porta ad Ars, e io ti insegnerò la via che porta al cielo”.

Il sacerdote è la guida che insegna, che indica la via che porta al cielo. Lo fa con la sua umanità, che non è perfetta, che non è senza limiti e senza difetti, ma lo fa con dei doni stupendi e straordinari che Dio ha messo in lui, e di cui il mondo ha grande bisogno. Il mondo ha bisogno di Dio, e il sacerdote gli parla di Dio. Gli dice che Dio è buono, che Dio è amore, che Dio è Provvidenza. Gli offre e gli porge la Parola di Dio, che è parola che illumina, che educa, che consola, che rafforza, che salva. Senza la Parola di Dio, che è parola di verità, il mondo affogherebbe nella vanità e nella menzogna di  mille parole umane, che spesso sono parole confuse ed errate, parole che portano ad una Babele di non intesa e di non comprensione; se non di rivalità e di lotta.

Il mondo ha bisogno di salvezza, di una salvezza che raggiunga il cuore dell’uomo, e il sacerdote porta la salvezza di Dio al cuore dell’uomo. Porta il perdono di Dio al peccatore nel sacramento della Confessione; prepara la mensa del Corpo e del Sangue del Signore nell’Eucaristia, nel cibo eucaristico che è “il pane per la vita del mondo”, come ha detto Gesù (Gv 6,50-51). Il sacerdote porta la salvezza al cuore dell’uomo assicurandolo di una vita oltre questa vita, di un grembo buono, il grembo di Dio, che tutti vuole accogliere per una vita di eternità beata  e di felicità per sempre.

Il santo Curato d’Ars diceva: “Quanto è grande il sacerdote! Dio gli obbedisce; dice due parole e nostro Signore scende dal cielo sull’altare. Se avessimo fede, vedremmo Dio nascosto nel sacerdote come una luce dietro il vetro. Quando il sacerdote è all’altare o sul pulpito, dobbiamo guardarlo come se fosse Dio stesso”. E san Francesco d’Assisi, che per stima immensa verso il Sacerdozio rinunciò a diventare sacerdote perché non se ne sentiva degno, e rimase diacono, diceva: “Se per strada incontrassi un angelo e un sacerdote, saluterei prima il sacerdote e poi l’angelo, perché il sacerdote è presenza di Gesù”.

Abbiamo bisogno di sacerdoti. Tra due settimane la nostra diocesi avrà un nuovo sacerdote, don Alessandro. La grazia di nuovi sacerdoti è una grazia grande da domandare al Signore. La Chiesa, il mondo, i nostri paesi hanno bisogno di sacerdoti! Gesù disse: “La messe è molta, gli operai sono pochi. Pregate il padrone della messe che mandi operai nella sua messe” (Mt 9,37-38). Nuovi sacerdoti sono la grazia da domandare con la preghiera; grazia da favorire con la vita di fede. Una comunità, un popolo, che vive la fede, che coltiva la fede, un popolo che prega, che ama il Signore, che osserva i suoi comandamenti diventa terreno buono, terra fertile in cui la grazia di anime consacrate facilmente sboccia e si sviluppa.

 

Sentiamoci tutti impegnati in questo settore importante e delicato della vita della Chiesa. Offriamo preghiere; offriamo sacrifici; viviamo con impegno la nostra vita cristiana; e Dio ci benedirà con il dono di nuovi e buoni pastori, che ci indichino e ci mostrino la via che porta al cielo. Egli ha promesso: “Vi darò pastori secondo il mio cuore” (Gr 3,15).

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