Domenica fra l’Ottava di Natale 2015 (forma straordinaria)

Gal 4,1-7;   Lc 2,33-40)

Belluno, chiesa di s. Stefano, 27 dicembre 2015

Ogni bambino che nasce porta cambiamenti. La vita di due genitori, la vita di una famiglia, con un bambino che nasce diventa diversa; una vita in più cambia la vita di tutti. Così fu anche per la famiglia di Giuseppe e Maria con la nascita di Gesù; e così fu anche oltre la famiglia di Giuseppe e Maria, al tempio di Gerusalemme.

Il vecchio Simeone, col bambino Gesù fra le braccia, cominciò a dire parole importanti: “Questo bambino è segno di contraddizione per molti in Israele. Questo bambino è qualcosa di grande”. La profetessa Anna cominciò a parlare a tutti del bambino Gesù, e a dire che egli era colui che tutti attendevano, colui che avrebbe redento Gerusalemme. Immaginiamo il fermento, il movimento, l’eccitazione della gente al tempio di Gerusalemme quel giorno. E immaginiamo lo stato d’animo di Giuseppe e di Maria che sentivano dire queste cose e che vedevano tutto quel movimento attorno al loro piccolo. “Erano stupiti”, dice il Vangelo. E in particolare dovette esserlo Maria, che oltre a ciò si sentì dire da Simeone: “A te una spada trafiggerà l’anima”.

La famiglia di Giuseppe e Maria, ma il mondo intero, fu fatto diverso dalla venuta al mondo del Signore. San Paolo nell’epistola ci ha detto che il Figlio di Dio, nascendo a Betlemme ed entrando nella storia dell’umanità, ci ha fatti figli di Dio; grande e straordinario cambiamento per noi, per la nostra semplice natura umana.

Ecco allora la domanda: la nascita di Gesù, il Natale, ha portato qualcosa di nuovo nella nostra vita? Ha portato qualche cambiamento? Ha portato più fiducia, maggiore certezza che siamo amati da Dio; più certezza che egli è con noi a condividere la nostra strada, la nostra fatica, il nostro dolore? C’è più pace nel nostro cuore, benchè certe situazioni possano non essersi ancora risolte, perché crediamo che il Signore, che è nato nella storia, è dentro la nostra storia, è dentro la storia dei nostri cari; e vi è dentro come salvatore, come rigeneratore, come Dio potente?

Il Natale è speranza, è fiducia, è vita. Lasciamoci rinnovare dal Signore, lasciamo che il nato Bambino ci cambi dentro, almeno un po’; lasciamo che egli ci renda più freschi e più giovani nel cuore. Il Natale non passi invano.

don Giovanni Unterberger

 

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