Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria (forma straordinaria)

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(Prov 8,22-35;   Lc 1,26-28)

Belluno, chiesa di s. Pietro, 8 dicembre 2018

La festa dell’Immacolata è una delle feste mariane più belle, per il biancore, il candore, il senso di pulito che essa ci trasmette e ci dona; per il senso di grazia e di bellezza di cui è soffusa. L’epistola che la Chiesa ha scelto per celebrare Maria in questo giorno, è un passo di alta teologia e, insieme, di alta poesia, tratto dall’Antico Testamento; un inno alla Sapienza di Dio, di cui si dicono alcune eccelse prerogative e doti, quali la sua esistenza da sempre accanto a Dio (“dall’eternità sono stata formata”); la sua collaborazione con lui nell’opera della creazione (“ero con lui come artefice); l’essere la gioia di Dio e il suo compiacimento (“ero la sua delizia ogni giorno”); l’essere fonte di vita e di bene (“chi trova me trova la vita”).

Tale brano è applicato dalla Liturgia a Maria in senso analogico e simbolico, per celebrarne la grandezza, la dignità e la santità. Anche Maria può dire di sé: ‘dall’eternità io sono stata formata ed esisto’; da sempre Maria esiste nella mente di Dio, prima ancora che fossero fatti i cieli, prima che fossero gettate le fondamenta della terra e fossero fissati i confini dei mari. Maria da sempre esiste in Dio, che l’ha pensata da sempre quale madre del Verbo, che in lei si sarebbe  incarnato. “Termine fisso d’eterno consiglio”, la definisce Dante nella divina Commedia (Paradiso, xxxIII).

In analogia con la Sapienza, Maria può dirsi artefice e collaboratrice col piano di Dio; non del piano della creazione, il che è della Sapienza, ma del piano della redenzione. Maria col suo ‘sì’ pronunciato il giorno dell’Annunciazione ha permesso che il disegno di redenzione pensato da Dio avesse inizio, e tra gli uomini cominciasse ad abitare il Salvatore, il Redentore del mondo, per la salvezza di tutti.

La Sapienza è il luogo della gioia e della delizia di Dio; anche Maria lo è. In Maria, creatura purissima, senza colpa e senza ombra di peccato, piena e totale obbedienza (“eccomi, sono la serva del Signore”, Lc 1,38), donna tutta di Dio, Dio ha trovato la sua delizia e il suo compiacimento; ha incarnato in lei il proprio Figlio, l’ha riempita di grazie e di doni, l’ha fatta la creatura più bella del mondo.

E se la Sapienza è fonte di vita e di bene, anche Maria è fonte di vita e di bene; e può dire: “Beati quelli che seguono le mie vie! Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire gli stipiti della mia soglia. Chi trova me, infatti, trova la vita e ottiene il favore del Signore”. La devozione a Maria è via sicura al Signore, è via sicura alla pace, alla gioia, alla virtù, alla salvezza. Non si perde chi invoca Maria, chi prega Maria!

Oggi noi la contempliamo Immacolata, tutta candore e tutta purezza. “Tota pulchra es, Maria, et macula originalis non est in te”; sei bellissima, Maria; sei solo luce e splendore; sei specchio terso che riflette il Sole divino, Cristo Signore. A te noi guardiamo estasiati, e il nostro sguardo non si stacca da te, perché il nostro cuore ti desidera. Il nostro cuore ti vuole. Che un po’ della tua bellezza e di quello che tu sei, delizia di Dio, arrivi e giunga a noi, ci venga donato e partecipato. Noi siamo ancora un po’ bui nel cuore e nel corpo, non tutto di noi è già nella luce; ma tu, Vergine e madre nostra immacolata, fa’ di noi dei figli che ti assomiglino, figli che brillino del tuo splendore.

don Giovanni Unterberger

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