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Belluno, chiesa di san Pietro, 25 dicembre 2020
Siamo davanti ad una cosa inimmaginata, ad un evento che nessuno al mondo avrebbe mai pensato: siamo davanti alla grotta di Betlemme, ove è nato il Signore. Neil Armstrong, astronauta americano, il primo a sbarcare sulla luna, ebbe a dire: “La cosa strabiliante non è che l’uomo sia arrivato a camminare sulla luna, ma che Dio sia sceso a camminare sulla terra”. In un piccolo bambino si è incarnato il Figlio di Dio. Papa Benedetto XVI disse in un’omelia natalizia: “Dio si è fatto bambino, una creatura che entra nel mondo piangendo, la cui prima voce è uno strillo che chiede aiuto, il cui primo gesto è rappresentato dalle mani tese in cerca di sicurezza. Dio è diventato un bambino”.
Noi adoriamo, in quel bambino, l’Amore, l’amore di Dio che si è fatto vicino. E’ bella la seguente simpatica composizione, pensata per i piccoli, ma parlante al cuore anche di noi adulti:
“Dio che ci attende dall’eternità – ha fatto un salto ed è giunto fin qua.
A noi distratti e superficiali – ha preparato effetti speciali.
Chi tiene il mondo in una mano – ha chiesto ‘Permesso’ in un ventre umano:
l’Onnipotente dal cielo è disceso – in un piccino del tutto indifeso.
Colui che è bellezza e immensa gioia – ha scelto per culla una mangiatoia,
e ci ha mostrato la sua tenerezza – in una grotta, su paglia grezza.
Lui che trabocca d’amore perfetto – vuol mendicare il nostro affetto,
sfida l’odio e l’indifferenza – con il perdono e la pazienza.
Venuto al mondo in ‘sì ristrettezza – ha offerto sé stesso, vera ricchezza;
ci ha dato il segreto della felicità – essere amati da Dio, nostro papà.”
Davvero il Natale ci parla d’amore, di un amore tenero e incondizionato. Baciando quel piccolo bambino noi baciamo l’Amore, e dall’Amore veniamo a nostra volta baciati. Non ci stancheremo in questi giorni del Tempo di Natale di contemplare il presepio, perché di sentirci amati potremmo forse stancarci? E non vorremo ricambiare l’amore? Come gli angeli volteggianti attorno alla grotta di Gesù, vorremo stare anche noi in sua compagnia.
don Giovanni Unterberger