2^ domenica dopo l’Epifania

Jacopo Tintoretto – Le nozze di Cana – 1561

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(Rm 12,6-16;   Gv 2,1-11)

Belluno, chiesa di s. Pietro, 17 gennaio 2021

Il grande poeta Dante Alighieri, di cui quest’anno ricorre il settimo centenario della morte, riporta, nel canto XXXIII del Paradiso, la bella e celebre preghiera a Maria, che egli mette sulle labbra di san Bernardo: “Vergine madre, figlia del tuo figlio…”. Una strofa di quella preghiera dice: “La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre”: Tu, tante volte, Maria, previeni le nostre preghiere.

A Cana di Galilea ci fu uno sposalizio, e in quella festa di sposalizio si avverò all’improvviso una cosa incresciosa: venne a mancare il vino. Non ne era stato procurato a sufficienza? Gli invitati avevano esagerato e bevuto più di quanto era prevedibile e sarebbe stato giusto? I due sposi se ne stavano tranquilli; avevano affidato l’organizzazione della festa al maestro di tavola; ma questi non si era accorto di nulla. Intervenne Maria. Nessuno l’aveva sollecitata, nessuno le aveva chiesto nulla; ella notò il problema e si attivò: “liberamente al dimandar precorse”; cercò di sua iniziativa di portare aiuto e soluzione.

Così fece Maria quel giorno, e chissà quante volte ella ha fatto, e fa così nella nostra vita! E’ tipico delle madri cogliere le necessità dei figli e provvedervi prima ancora di venir richieste. Maria aveva acquisito lo stile di Gesù. Gesù stesso era uno che preveniva le richieste: si era incarnato prima che qualcuno glielo potesse domandare; sfamò la folla affamata senza che nessuno gli avesse chiesto  pane (cfr Gv 6,5); guarì il paralitico alla piscina di Betesda di propria iniziativa (cfr Gv 5,6); si lasciò crocifiggere perché egli lo volle (cfr Gv 10,17-18).

E’ il canto della gratuità! Canto così altamente intonato da Padre Kolbe, che si offrì a scendere nel bunker della fame ad Auschwitz, al posto di un padre di famiglia; intonato da Madre Teresa, che si recava sui marciapiedi di Calcutta a raccogliere i più poveri tra i poveri, i moribondi; intonato da quella donna che io vidi dare un’offerta ad un povero, prima che quel povero l’avesse avvistata. Il canto della gratuità è tra i canti più belli al mondo! Il mondo ha estremo bisogno di gesti gratuiti, di gesti che “al dimandar precorrano”. Poche cose fanno stupire, commuovono e conquistano, quanto il sentirsi trattare con gratuità. La gratuità è un valore aggiunto dell’amore.

Forse alle volte sì, ma non sempre ci sentiamo trattati così; ma c’è uno che ci tratta sempre con gratuità, e con gratuità totale: è il Signore! Anche quando noi l’avessimo offeso. Neppure i nostri peccati e le nostre ingratitudini lo fermano: “Dio fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi -dice il Vangelo- e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusto” (Mt 5,45). La gratuità di Dio è senza limiti e senza confini. Saremo suoi figli, a lui somiglianti, quanto più riusciremo ad essere gratuiti anche noi con il nostro prossimo; sull’esempio di Gesù e di Maria; e con l’aiuto di Gesù e di Maria. Gratuiti, per un mondo più bello.

don Giovanni Unterberger

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