Il trono di Dio

Oggi, nelle esequie, diamo l’ultimo saluto a mons. Giovanni Unterberger: lo consegniamo al trono di Dio che egli descrisse così: 

“Dove pensi che sia, o uomo, il tuo Dio? Su di un altissimo trono, o in terra in ginocchio davanti a te, prostrato ai tuoi piedi? Sì, il Signore non può essere altro che su di un altissimo trono! Chi Infatti è degno di sedere in trono se non lui, il Signore? Ma dimmi, o uomo, come è fatto questo trono?  sai, non è fatto come i troni dei re di quaggiù, non è d’oro o di argento, e neanche di avorio. Non ha bracciali per starci più comodi, o cuscini soffici e molli, non è più su di noi, è senza gradini. Tu, o Gesù, ci mostri il trono di Dio.

“La sera dell’ultima cena egli prese un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita, versò dell’acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli (Giovanni 15  45). Il trono di Dio è giù nella polvere, ai piedi dell’uomo. Cristo, Dio, è un Dio in ginocchio, davanti al trono che ha fatto. “Cristo infatti è l’immagine visibile del Dio invisibile” (Col 115) è il Dio per noi.

Oh, la sorpresa alla fine della vita, quando, in cielo, nel momento dell’incontro  supremo, noi vorremmo gettarci ai piedi di Dio e adorarlo, e troveremo lui già inginocchiato davanti a noi, e prima di noi ad aspettarci! Prevenuti in ginocchio da lui! “In verità vi dico, in quel giorno egli si cingerà le vesti, vi farà, sedere a tavola, e passerà a servirvi” (Luca 12, 37). Come Gesù nell’ultima cena. Ma già fin da ora in questa vita egli ci sta in ginocchio davanti. A noi il capirlo. A noi il lasciarci amare. A noi L’amarlo”.

Don Giovanni Unterberger

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