4^ domenica di Pasqua

Gesù Buon Pastore – prima metá del V sec. a.C – mosaico, Mausoleo di Galla Placidia

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(At 4,8-12 ; 1Gv 3,1-2 ; Gv 10,11-18)

Sabato 24 aprile 2021, risalente a sabato 28 aprile 2012

Il pastore che abbiamo, donatoci da Dio Padre, è un pastore meraviglioso. Un pastore così, come Gesù, non lo avremmo mai immaginato! Un pastore che dà la vita per il suo gregge, un pastore che è pronto a morire per le sue pecore, dove lo avremmo mai trovato? Si trova forse a questo mondo un pastore che si comporta così?

Nel brano di Vangelo che abbiamo ascoltato Gesù ha detto per cinque volte che lui è il pastore che dà la vita per noi sue pecore; e che la dà liberamente, non perché costretto, ma solo per libera scelta, per scelta d’amore: “Io do la vita, nessuno me la toglie; io la do da me stesso”.

A questo punto, di fronte a un simile pastore, non resta che contemplare. Contemplare e ringraziare; contemplare e amare; contemplare e stringersi a lui!

Gesù-pastore ha dato la vita per noi; l’abbiamo meditato nei giorni della passione, abbiamo visto con quanta crudeltà e con quale ferocia fu tolto di messo, fu ucciso. “Come agnello condotto al macello, il nostro pastore -disse profeticamente di lui Isaia- e come pecora muta davanti ai suoi tosatori, non aprì bocca; con oppressione e ingiusta condanna fu messo a morte” (Is 53,7-8).

Fu messo a morte perché noi avessimo la vita. San Giovanni nella seconda lettura che abbiamo ascoltato ci ha detto in che cosa consiste la vita che Cristo-pastore, con la sua morte, ci ha procurato: “Carissimi, noi siamo figli di Dio. Siamo chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente. Ancora non si è manifestato pienamente ciò che siamo, ma un giorno lo sarà, e noi ci troveremo ad essere in perfetta comunione con Dio, tanto che lo vedremo così come egli è, faccia a faccia”.

Essere figli di Dio, ecco la vita! La nostra adozione a figli di Dio è qualcosa di molto più grande e più ricco della adozione umana. Quando una coppia di sposi adotta un bambino lo introduce nella propria famiglia, gli dà il proprio nome, lo rende destinatario anche della propria eredità, ma non gli comunica la propria vita. Il figlio adottivo non riceve e non viene ad avere in sé la vita dei genitori adottivi; la sua vita resta quella dei suoi genitori biologici. Invece quando noi veniamo fatti figli adottivi di Dio, la stessa vita di Dio ci viene donata e viene introdotta in noi; noi partecipiamo e viviamo della sua vita.

Questo ci ha donato e procurato Gesù nostro pastore, davvero nostro “buon pastore”! In lui, e solo in lui, e in nessun altro al mondo -ci ha detto l’apostolo Pietro nella prima lettura- c’è salvezza, c’è vita, c’è futuro. Solo in lui! Molti sono oggi i tentativi, le proposte, i percorsi suggeriti e offerti agli uomini per ottenere vita, benessere e felicità. Tutto può servire, se è buono, ma nulla è sufficiente se non porta a Cristo, se non fa arrivare a Cristo, se non unisce a Cristo, unica salvezza.

Nel Vangelo san Giovanni ci ha riportato le parole di Gesù che ha detto: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore  e le mie pecore conoscono me”. Il conoscere biblico è comunione di vita, non è mai semplice conoscenza intellettuale e solo di cervello; è partecipazione, è condivisione, è comunione, è appartenenza. Gesù conosce le sue pecore nel senso che è ad esse unito, vuole loro bene, le sente proprie, cammina con loro e condivide con loro.

Tale dev’essere anche la “conoscenza” delle pecore nei confronti del loro pastore. Ci è chiesto, o, meglio, ci è offerta la possibilità, l’occasione, il dono di poter “conoscere” il nostro pastore, Cristo, cioè amarlo, seguirlo, ascoltare la sua voce, lasciarci condurre e guidare da lui nelle strade della vita. Questa è vita, questo è ricevere vita! Con un pastore non ci si perde, non ci si smarrisce, non si resta senza pascolo, non si soccombe vittime dei lupi. Con Gesù buon pastore la nostra vita è al sicuro, nulla abbiamo da temere che sia vero male. Stringiamoci a lui! Egli ci ha fatti figli di Dio e Dio è diventato nostro padre; e cosa non f a un padre per i suoi figli? Ti ringraziamo, Gesù, nostro paatore!

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