Festa del preziosissimo sangue di Gesù

Simone Martini – Cristo crocifisso – 1340

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(Ebr 9,11-15; Gv 19,30-35)

1 luglio 2021, risalente al 1 luglio 2012

Siamo stati lavati da sangue, e non da sangue comune; non da sangue di capre e di vitelli come negli antichi sacrifici ebraici, e neppure da semplice sangue umano, ma dal sangue dell’uomo-Dio, dal sangue di Cristo, agnello senza macchia, che si offrì liberamente sulla croce per noi, in riscatto per i nostri peccati.

“Fossero come scarlatto i vostri peccati – dice il profeta Isaia – diventeranno bianchi come neve; fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (Is 1,18).

La porpora è una sostanza che si ricava da una certa specie di molluschi, e, una volta che ha intriso un tessuto, è così tenace che non viene più via. Anche se i nostri peccati fossero come porpora, dice Isaia, diventeranno come lana, diventeranno bianchi come la lana. Il sangue di Cristo è un detergente potentissimo; è un detergente che lava tutto; nulla resiste a quel sangue, nessun peccato, nessun cumulo di peccati, neppure i peccati di tutta intera l’umanità. “Cuius una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere”, canta una strofa dell’inno “Adoro te devote”: una sola goccia del sangue di Cristo basta ed è sufficiente a salvare il mondo da ogni suo delitto, da ogni suo peccato, perchè è il sangue del Dio fatto uomo.

Chi sono quelli che vedo danzare per il paradiso vestiti di bianco?”, chiede l’apostolo Giovanni nel libro dell’Apocalisse, e gli viene risposto: “Sono coloro che hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello” (Ap 7,14). Sono tutti peccatori, sai, quelli che vedi, Giovanni; tutti hanno macchiato la propria veste nel loro cammino sulla terra; ma vedi quanto sono bianche ora le loro vesti, quanto sono splendenti? Le hanno lavate nel sangue del Cristo redentore”.

Quel sangue è sgorgato dal cuore. È sgorgato dal dorso di Gesù durante la flagellazione; gli è sgorgato dal capo durante la coronazione di spine; gli è sgorgato dalle mani e dai piedi durante la crocifissione, e, infine, è sgorgato dal cuore, dal cuore di Gesù quando il soldato quel cuore lo colpì e trafisse con la lancia, facendone uscire sangue ed acqua.

Quel sangue è sgorgato dal più profondo di Gesù, segno di un amore che più grande di così non sarebbe potuto essere. Siamo stati amati fino al sangue! Ci sono immagini del Crocifisso che ritraggono Gesù in croce con gocce di sangue che escono dalle mani, dal fianco e dai piedi, con degli angeli che con coppe in mano raccolgono quel sangue perché non vada perduto. Quel sangue prezioso non può andare perduto; non deve andare perduto! È il sangue del nostro riscatto, il prezzo della nostra salvezza eterna. Eravamo perduti, e quel sangue ci ha ridato vita. “Non vi accada – raccomanda la lettera agli Ebrei – di ritenere profano quel sangue che vi ha santificato” (Ebr 10,29); non avreste futuro.

Piuttosto diamo risposta a quel sangue con il nostro sangue, con la nostra vita. Sangue chiede sangue, vita chiede vita, amore senza limiti e senza confini chiede amore senza limiti e senza confini.

Lo sappiamo; a far uscire sangue dalle ferite e dalle piaghe di Gesù furono i nostri peccati. Allora non più peccati; lotta contro il peccato. “Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato”, ricorda la lettera agli Ebrei (Ebr 12,4). Vogliamo lottare davvero contro il peccato, con tutte le nostre forze. E vogliamo metterci sulla strada della riparazione; sulla strada della riparazione per riparare alle nostre colpe passate, e per riparare alle colpe del mondo intero.

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