9° Domenica dopo Pentecoste

(1 Cor 10,6-13;   Lc 19, 41-47)

 10 agosto 2014

Quale pace, quale tranquillità, quale serenità procura il sapere che qualcuno si prende e si prenderà cura di noi! Ora siamo autosufficienti, capaci di badare e di provvedere a noi stessi; ma un domani? come sarà il nostro domani? Potremmo avere bisogno di tutto, e allora ci sarà qualcuno che si prenderà cura di noi?

Il Signore ha cura di voi”, dice l’apostolo Pietro nella sua prima lettera (1Pt 5,7). Un salmo dice: “Ha cura di noi il Dio della salvezza” (Sal 68,20). Nel libro del profeta Ezechiele Dio assicura: “Io stesso avrò cura di voi, mie pecore” (Ez 34,11); e nel libro di Baruc dice: “Il mio angelo si prenderà cura di voi” (Bar 6,6). Anche il profeta Isaia ci parla della cura di Dio per la nostra vita: “Io – dice il Signore – ho cura di voi, mia vigna, ne ho cura notte e giorno, per timore che venga danneggiata. Se vi fossero rovi e pruni, io li brucerei tutti insieme” (Is 27,3-4).

Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci ha presentato un Gesù che aveva cura di Gerusalemme, che aveva cura del suo popolo. Una cura così profonda e appassionata, da farlo scoppiare in lacrime nel vedere che il suo popolo rifiutava le sue cure e andava incontro alla rovina e alla distruzione.

La cura che Gesù ebbe per il suo popolo e per Gerusalemme, è la stessa che egli oggi ha per noi.

Tu, Gerusalemme, non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”, le disse Gesù piangendo. Anche noi siamo continuamente visitati dal Signore. Dice sant’Ambrogio: “Anima cristiana, rimani in ogni istante in attesa della sua visita. Sta’ sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Se troverà la porta del tuo cuore aperta, egli entrerà da te. Te lo dico con certezza: l’anima che desidera Cristo non è da lui abbandonata; riceve frequenti visite. Egli non abita nel chiasso, nel multiloquio, nelle contese; ritirati, perciò, o anima cristiana nel silenzio e nella preghiera, nella carità, e Cristo ti visiterà”.

Gesù si prese cura di Gerusalemme e del suo popolo anche mediante un gesto di estrema importanza e significato: purificò il tempio di Gerusalemme da tutto ciò che offendeva la santità e la sacralità di quel luogo. Il tempio di Gerusalemme doveva essere il luogo dell’offerta gradita a Dio, e invece era diventato – disse Gesù – “una spelonca di ladri”; Gesù lo purificò.

Gesù vuole purificare anche il tempio che siamo noi. “Voi siete il tempio di Dio – ci ricorda san Paolo -; e lo Spirito Santo abita in voi” (1Cor 3,16).

Il tempio di Dio che siamo noi non è ancora del tutto puro. La nostra vita non è ancora completamente santa, non è ancora perfetta. Tanti pensieri ancora di orgoglio, di vanagloria, di giudizio e di condanna dei fratelli si agitano nella nostra mente; tanti gesti di egoismo, di interesse personale, di avidità ci segnano ancora e ci caratterizzano. Gesù vuole curare tutto il male che ancora c’è in noi. Egli vuole estirparlo, toglierlo, sanarlo; vuole farci tempio puro, pulito, creature nuove, degne di lui; creature in cui egli possa abitare con gioia, con soddisfazione, come in una reggia! E noi dare il vero culto a Dio.

Gesù ha cura di noi; cura il nostro cuore e la nostra vita con i suoi continui inviti al bene; con il suo perdono ogni volta che ci accostiamo al Sacramento della Penitenza; con la grazia e con l’aiuto che egli ci offre nella lotta contro le nostre passioni. Davvero il Signore ha cura di noi! Noi gli stiamo a cuore!

E infine Gesù – ci ha detto il Vangelo – “insegnava ogni giorno nel tempio”. Insegnava ogni giorno. Non qualche volta; non di tanto in tanto; ma ogni giorno. Ogni giorno egli si prendeva cura del suo popolo, gli parlava di Dio, gli rivelava il Padre, gli insegnava la via buona, gli svelava la verità. L’insegnamento di Gesù – ogni giorno – era luce per quel popolo; era forza, incoraggiamento, consolazione, speranza, gioia.

Ogni giorno il Signore parla anche a noi, insegna anche a noi. Le sue parole, quello che egli insegnava ogni giorno allora nel tempio, noi lo possediamo, noi l’abbiamo nelle nostre mani: è il Vangelo. Nel Vangelo noi troviamo il nutrimento di Gesù per ogni giorno della nostra vita; ogni giorno egli ci parla e ci insegna, se ogni giorno noi leggiamo una pagina di quel libro santo.

Gesù ha cura di noi! Prendiamone coscienza, ricordiamocelo spesso. Allora nascerà in noi una riconoscenza infinita per un Gesù così buono e così attento e premuroso per il nostro destino; e nascerà in noi il desiderio e lo sforzo di corrispondere alle sue cure; l’impegno di non lasciarle cadere invano.

don Giovanni Unterberger

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