Solennità di Cristo Re 2014

(Col 1,12-20;   Gv 19, 33-37)

26 ottobre 2014

Gesù è re di pace, di bontà, di grazia, d’amore.

Si trovò in nano a Pilato, procuratore romano, che a nome dell’imperatore di Roma reggeva la Palestina,e  aveva su di lui potere di vita e di morte. Davanti al pretorio, sede del tribunale, una folla inferocita gridava: “Via, via, crocifiggilo!”. E Pilato, che non trovava in Gesù nessuna colpa, a chiedere: “Metterò in croce il vostro re?”. E la folla a gridare: “Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare!” (Gv 19,15).

Grido blasfemo; grido crudele; grido insensato! Era forse preferibile per quei Giudei avere come re Cesare, l’imperatore di Roma, che li teneva sudditi e oppressi, che estorceva da loro imposte e tributi, che ne limitava la libertà? Non era forse preferibile avere Gesù quale re, lui che, come ci ha detto san Paolo nella prima Lettura, è “l’immagine del Dio invisibile”; è colui che “esiste prima di tutte le cose”; colui “nel quale tutte le cose sussistono”; colui che ci ha ottenuto “la redenzione, la remissione dei peccati”? Non è forse migliore questo re?

Il grido blasfemo e insensato: “Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare!” si è levato molte volte lungo la storia, e si leva ancora oggi; talvolta anche dai nostri cuori, dalle nostre vite.

“Cesare”, l’imperatore, il tiranno….. Questo “Cesare” è l’egoismo dell’uomo; è la sua superbia; è il voler essere la misura di tutto; è l’insieme feroce e furibondo delle cattive e insane passioni che rendono l’uomo schiavo e lo devastano, lo umiliano, lo sfigurano, lo rendono meno che uomo. Quanto diversa è la signoria e la regalità di Cristo dalla tirannia di questo “Cesare”! La regalità di Cristo dona all’uomo salvezza, dignità, vita, libertà vera.

Gesù si trovò davanti a Pilato re senza esercito, re senza difensori, completamente disarmato. Senza armi e senza potere politico, ma non , in realtà, senza potere; con un potere invece fortissimo, il potere della verità e dell’amore. La verità e l’amore vincono; la verità e l’amore, alla fin fine, trionfano e hanno il sopravvento; sopravvento buono, sopravvento di pace, di comunione e di salvezza. E’ il potere di Cristo. Egli ha detto: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce”. Egli ha detto: “Quando sarò innalzato da terra, nel gesto supremo dell’amore, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).

Gesù è il re vittorioso. Egli ha un alleato dentro il cuore dell’uomo: il desiderio, l’anelito, il bisogno che ogni uomo ha di verità e d’amore. E Gesù, che è la verità e l’amore, ha il vero dominio sull’uomo e sul mondo. Egli è il re; e lo sarà per sempre. Al suo dominio ogni umana creatura dovrà piegarsi. Ma il piegarsi al dominio di Cristo è il ritrovare se stessi; è dare spazio, larghezza, ampiezza, profondità, senso  alla propria vita; è riscoprire quel nucleo buono di noi in cui fummo creati; è ritrovare la gioia, la felicità, il vero benessere.

Noi vogliamo sottometterci volontariamente a questo Re. Vogliamo fare la sua volontà; Vogliamo che gli appartengano e siano suoi i nostri pensieri, i nostri affetti, le nostre azioni, le scelte di vita che facciamo. Abbiamo dei grandi debiti di riconoscenza nei confronti di questo Re. Egli è morto per noi; è salito in croce per noi. La croce è stata il suo trono.

A questo Re ci prostriamo; gli rinnoviamo la nostra adorazione; gli promettiamo obbedienza e sequela fedele. Non vogliamo alcun “Cesare” sulla nostra vita; vogliamo che la nostra vita sia tutta di lui, Cristo; che egli regni su noi e sul mondo. “Venga il tuo regno, Signore! Venga il tuo regno su noi e su tutto il mondo!”

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