Festa di Cristo Re – 2014

(Ez 34,11-12. 15-17;  1Cor 15,20-26. 28;  Mt 25,31-46)

Duomo, sabato 22 novembre 2014

Oggi, ultima domenica dell’anno liturgico, è la festa di Cristo Re. Tutti i misteri della vita di Cristo celebrati durante l’anno liturgico (la sua nascita, la sua passione e morte, la sua risurrezione e ascensione al cielo) tendono alla festa di oggi, alla festa della regalità di Cristo. E, d’altra parte, tutti i misteri della vita di Cristo celebrati durante l’anno liturgico, tendono a far sì che noi accogliamo su di noi, sulla nostra vita, la sua regalità.

Siamo ad un bivio: vogliamo essere anarchici, o accettiamo di avere su di noi un re? Vogliamo essere noi gli arbitri indiscussi della nostra vita, o accettiamo la signoria di Cristo sulla nostra persona, sul nostro destino?

La liturgia della Chiesa possiede un bellissimo inno, tra i più belli che possiede, e che canta nella festa di Cristo Re: è il “Te saeculorum Principem, te, Christe, regem gentium”. Fu composto in latino e fu ornato di una solenne e gioiosa melodia gregoriana. Esso dice così:

 “Te, Principe dei secoli, te, Cristo, Re delle genti,

               noi proclamiamo unico Signore delle menti e dei cuori,

              Una folla scellerata grida: ‘non vogliamo che Cristo regni’;

               noi ti diciamo esultanti Re supremo dell’universo.

              O Cristo, principe di pace, sottometti le nostre menti ribelli;

             e col tuo amore riunisci in un solo ovile quelli che hanno deviato.

             Per questo tu pendi con le braccia aperte dalla croce insanguinata,

             e mostri il cuore d’amore trafitto da una crudele lancia.

            Per questo ti nascondi sull’altare sotto i simboli del pane e del vino,

            donando dal cuore squarciato la salvezza ai tuoi figli.

            I capi delle nazioni ti rendano onore,

            ti rendano omaggio gli uomini di cultura, i giudici, i legislatori, gli artisti.

           O Gesù sia gloria a te che reggi tutto con amore,

           in unità col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen

Questo inno celebra la regalità di Cristo, regalità che non tutti riconoscono ed accolgono. Anche oggi tanti uomini, gruppi, nazioni intere sono ribelli a Cristo e rifiutano, combattono la sua regalità, la sua signoria. Gli uomini di cultura dovrebbero abbeverarsi e attingere il loro pensiero al Vangelo, e invece quante correnti di pensiero lontane dalla verità di Cristo, dal suo modo di pensare! I legislatori dovrebbero emanare leggi secondo la legge di Dio, e invece quante leggi contrarie a Dio e all’uomo, a quello che Dio vorrebbe! I giudici dovrebbero giudicare secondo giustizia ed equità, e quanti processi nel mondo, invece, condotti avanti contro giustizia per fini politici, per fini religiosi!

Davvero una specie di congiura  viene ordita contro Dio . Il salmo secondo dice: “Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli? Insorgono i re della terra e i prìncipi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia. Dicono: Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami” (Sal 2,1-3). Anche noi, lo dobbiamo riconoscere, siamo alle volte ribelli. “Sottometti le nostre menti ribelli”, ci fa pregare l’inno.

Lo sappiamo: non è nella ribellione a Dio che noi troviamo la pace, che ritroviamo noi stessi, che costruiamo qualcosa di buono; è, al contrario, solo nella sottomissione e nell’obbedienza a Cristo. Egli è un re “per noi”, non è un re “contro di noi”. “Per noi -dice l’inno- Cristo ha steso le braccia sulla croce e ci ha salvati sacrificando la vita. Il suo trono fu la croce; trono durissimo, trono scomodissimo, trono dolorosissimo, trono di infinito amore, bontà e misericordia verso l’umanità perduta e bisognosa di redenzione. “Per noi” -dice ancora l’inno- Gesù, nostro Re, si nasconde sull’altare sotto i simboli del pane e del vino; e da quei simboli, che sono lui stesso, ci dona grazia, vita e salvezza

“Beata la nazione che ha Dio per Signore”, dice il salmo (Sal 33,12); beato l’uomo, beato il cuore dell’uomo su cui regna Dio, su cui regna Cristo. Se nel cuore dell’uomo non regna Cristo, cominciano a regnare altri signori, altri padroni, che diventano tiranni e despoti durissimi: regna l’egoismo, regna l’orgoglio, regna l’avarizia, regna la lussuria; regnano i vizi e le passioni; ed è la rovina del vivere umano.

Festa di Cristo Re.

Papa Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato gridando al mondo: “Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Accogliete su di voi la sua buona e salvifica potestà!”. E papa Benedetto XVI nell’omelia di inizio pontificato, riprendendo le parole di papa Giovanni Paolo II, disse: “Chi accoglie Cristo non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo, e troverete la vera vita”.

Festa di Cristo Re; festa di Colui che vogliamo sia il nostro Re.

don Giovanni Unterberger

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