Liberati dal peccato

Una delle esperienze più forti di libertà e di liberazione che io abbia fatto nella mia vita e che, per grazia di Dio, continuo a fare, è quella della Confessione. Davvero non saprei come avrei potuto fare nella mia vita senza la Confessione! 

“Sette volte pecca il giusto”, dice la Bibbia (Prov 24,16), espressione ebraica che, tradotta nel nostro linguaggio attuale, significa: “anche il giusto sbaglia e pecca di continuo”. Il libro di Giobbe afferma: “Dio trova difetti anche negli angeli, quanto più in coloro che abitano case di fango, che nella polvere hanno il loro fondamento!” (Gb 4,18-19). In questi testi della Sacra Scrittura mi rivedo e mi ritrovo perfettamente, in pieno. Senza dire del testo di san Paolo nella lettera ai Romani, ove l’apostolo scrive: “Io non riesco a capire ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra”. Paolo sta facendo la mia fotografia!  E l’apostolo continua: “Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?” Ma poi conclude: “Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore”, che mi libererà dal mio corpo votato alla morte (Rm 7,14-25).

Nella Confessione io sperimento una grande liberazione; liberazione da un peso che mi sono accumulato sulle spalle; liberazione da un malessere annidatosi nelle pieghe della mia coscienza; liberazione dalla paura del giudizio di Dio; liberazione dal mio egoismo e dal mio peccato, la parte più brutta e più sbagliata di me. E mi sento libero! Libero di riprendere di nuovo il cammino; libero di dire di nuovo a Dio che voglio volergli bene con tutto il cuore; libero di amare di nuovo, con rinnovato slancio e più forza, i miei fratelli.

Non finirò mai di lodare e di ringraziare il Signore per le infinite volte che, con la Confessione, egli mi ha riportato a libertà, e per le volte che ancora, nella sua infinita e instancabile misericordia, a libertà mi porterà.

E non finirò mai di lodare e di ringraziare il Signore anche per avermi fatto ministro della Confessione, per le innumerevoli volte che con le parole sue: “Io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, egli mi ha concesso di donare libertà ad anime oppresse, doloranti, prigioniere delle proprie colpe.

Ci sono tante liberazioni e forme di libertà di cui l’uomo ha bisogno; molte le possiamo conquistare noi stessi, ma la liberazione che dà la libertà del cuore ce la può dare solo il Signore. Ed egli ce la dona sempre; ce la dona ogni qualvolta diciamo come il figliol prodigo: “Mi alzerò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato” (Lc 15,18), e con umiltà di cuore e grande fiducia ci inginocchiamo davanti ad un sacerdote, che in quel momento è Gesù stesso in persona che ci accoglie e ci dice: “Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati; alzati e cammina” (Mt 9,2.6).

Non rinuncerò mai a questa via di libertà! Grazie, Signore, che sei mia liberazione!

 

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