25° Domenica dopo Pentecoste (forma straordinaria)

(1 Tess 1,2-10;   Mt 13,21-35)

Belluno, chiesa di s. Stefano, 15 novembre 2015

La parola di Gesù che abbiamo ora ascoltato nel Vangelo: “Il Regno di Dio si può paragonare a un granellino di senapa, che è il più piccolo di tutti i semi, ma che cresce fino a diventare albero nei cui rami possono fare il nido gli uccelli”; e le altre sue parole: “Il Regno dei cieli si può paragonare al lievito che una donna mette in tre misure di farina e la fa fermentare tutta” sono parole profetiche, parole che si sono avverate nella storia, e che stanno di continuo, ancor oggi, avverandosi e realizzandosi.

San Paolo nell’epistola ci ha dato una fotografia della comunità cristiana di Tessalonica, comunità cristiana fondata da lui negli anni 50-51 d.C., a vent’anni dalla morte e risurrezione di Gesù. Dopo vent’anni che Gesù era morto e risorto, nel bacino del Mediterraneo erano già sorte molte comunità cristiane: a Gerusalemme, ad Antiochia, a Iconio, a Listra, a Derbe, a Cipro, a Filippi, ad Atene, a Corinto.

La comunità cristiana di Tessalonica era una di queste, e Paolo loda quella comunità, loda quei cristiani, perchè fervorosi e impegnati nel vivere il Vangelo, esemplari nella fede, nella speranza e nella carità, modello di vita buona all’intera Macedonia e all’intera Grecia. I cristiani di Tessalonica erano una bella pianta sviluppatasi dal granello di senapa che era stato Gesù; erano un  bel pugno di lievito che stava facendo lievitare l’intera loro città.

Ma accanto a loro quanti altri rami della pianta sviluppatasi dal Vangelo di Cristo sono fioriti lungo i secoli e in tutte le parti del mondo! Davvero il granellino di senapa che fu Cristo e il suo Vangelo è diventato pianta grande e alta, pianta straordinaria, che si è radicata in tutto il mondo e in tutte le culture, ed è diventata la Chiesa; Chiesa, che ha accolto in sé, a salvezza, uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi, uomini di tutte le razze, di tutte le condizioni sociali, di tutte le fedi. La Chiesa è realtà meravigliosa! È pianta stupenda ricca di frutti! È lievito efficace che ha tanto cambiato l’umanità!

Basterebbe percorrerne rapidamente la storia, e ricordare i martiri delle prime persecuzioni; gli eremiti e gli anacoreti del deserto; il movimento monastico che ha innervato di cultura e di spirito cristiano il Medioevo; la santità di san Bruno e dei certosini; la santità di san Domenico e dei domenicani; di san Francesco e dei francescani; di santa Teresa d’Avila e delle carmelitane; di sant’Ignazio di Loyola e dei gesuiti… E quanti santi della carità, che si sono occupati dei poveri, dei malati, degli schiavi, degli oppressi, degli sbandati, degli ultimi! Sono innumerevoli i Santi canonizzati, e ancor più numerosi sono i Santi non canonizzati, semplici fedeli del popolo di Dio, sposi, mamme e papà di famiglia, artigiani, lavoratori, uomini di cultura e gente illetterata… persone tutte che hanno amato il Signore, che sono vissute di fede e hanno trasmesso la fede fino a noi.

Quanto è bella la Chiesa! Sì, è vero, ha anche qualche macchia e qualche ruga sul volto, la Chiesa; ma quanta luce, quanto bene, quanto amore ha donato al mondo la Chiesa lungo i secoli! E quanto ne dona ancor oggi, con i suoi martiri e con tante persone buone che vivono bene e fanno del bene!

Noi siamo questa Chiesa; noi siamo la pianta nata dal granellino di senapa che fu Cristo; noi siamo il suo lievito immesso nella pasta del mondo. E abbiamo un compito grande da svolgere: crescere e maturare secondo il seme che ci ha generati. Dobbiamo fare attenzione a non essere piante degeneri ma piante conformi al seme; piante in cui si possa vedere e riconoscere il DNA del seme di origine; cristiani veri, cristiani che sono specchio terso di Cristo, specchio in cui Cristo è visibile e riconoscibile da tutti. Siamo chiamati a essere lievito buono nel mondo, lievito di Cristo, che fa crescere il mondo nel bene, nella verità e nella carità.

Siamo chiamati a fare bella la Chiesa, a rendere, per parte nostra, vere le parole profetiche di Gesù: ‘il granellino di senapa diventerà grande albero; il lievito farà fermentare tutta la pasta’.

don Giovanni Unterberger

 

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