1a domenica di Quaresima (forma ordinaria)

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(Gn 9,8-15;   1Pt 3,18-22;   Mc 1,12-15)

Duomo di Belluno, sabato 17 febbraio 2018

 

Gesù, nel deserto, fu tentato. Satana gli si avvicinò e cercò di distoglierlo dal disegno del Padre, il disegno che Gesù fosse il Messia sofferente, come gli era stato rivelato e proposto nel battesimo presso il fiume Giordano. Anche Gesù fu tentato. La tentazione è comune condizione dell’uomo. Ty Adams dice: “C’è una cosa da cui non ti libererai mai. E’ una parola di dieci lettere, si chiama ‘tentazione’ ”.

A tentarci non è Dio; Dio non tenta nel senso di spingerci al male, di spingerci al peccato. L’apostolo Giacomo scrive nella sua lettera: “Nessuno, quando è tentato, dica: ‘Sono tentato da Dio’; perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male. Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce; poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato” (Gc 1,13-15). La concupiscenza è l’inclinazione al male che segna la nostra natura umana, rovinata dal peccato originale.

Accanto alla concupiscenza, un’altra forza ci spinge al male, è la forza di Satana. Satana non è una semplice ‘forza’, ma è una persona, un essere spirituale dotato di intelligenza e di volontà. Egli è un angelo ribellatosi a Dio e diventatogli nemico; e, di conseguenza, diventato nemico dell’uomo e di ogni creatura di Dio. Satana non è uno solo, ma sono molti i demoni; sono un cattivo esercito che percorre il mondo e assedia l’uomo; lo assedia e lo insidia.

L’apostolo Pietro avverte e mette in guardia: “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede” (1Pt 5,8-9). E l’apostolo Paolo, per parte sua, scrive: “Fratelli, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie dal diavolo. La nostra battaglia, infatti, non è contro creature fatte di carne e di sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio”; e, continuando, Paolo indica le armi di cui il cristiano deve dotarsi: l’elmo e lo scudo della fede, la corazza della giustizia, la spada della parola di Dio, i calzari dello zelo nel diffondere il Vangelo (cfr Ef 6,10-17). Il cristiano deve procedere in armi.

Ci sta davanti la quaresima. Nell’intenzione della Chiesa essa è l’invito e lo sprone a riprendere, qualora l’avessimo un po’ smessa e lasciata che si affievolisse, la lotta contro la nostra concupiscenza, contro Satana e contro il peccato. Satana ci vuole allontanare da Dio; lo fa con la falsità e la menzogna, tentando di farci apparire bene ciò che è male, fonte di felicità ciò che in realtà è rovina. Di Satana dobbiamo avere paura; Gesù dice: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e  l’anima e il corpo nella geenna” (Mt 10,28).

Nella lotta contro la nostra concupiscenza e contro Satana il Signore ci è vicino e ci aiuta. “Egli non permetterà -dice san Paolo- che noi siamo tentati oltre le nostre forze ma, insieme con la tentazione, ci darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere” (1Cor 10,13). Ogni vittoria sul male sarà fonte di progresso nella virtù, e sarà motivo di gioia. James Cabell osserva: “Non vi è un qualsiasi ricordo che si richiami con minor soddisfazione che la memoria delle tentazioni a cui abbiamo resistito”. Resistiamo dunque; e chiediamo a Dio, con molta preghiera, la grazia della fedeltà.

 don Giovanni Unterberger

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