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(At 12,1-11; 2Tim 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19)
29 giugno 2021, risalente al 29 giugno 2012
Pietro e Paolo, due colonne della Chiesa; due personalità molto diverse tra loro, ma accomunate da un unico amore. Pescatore l’uno, confezionatore di tende l’altro; illetterato Pietro, colto ed erudito Paolo; temperamento emotivo, entusiasta, ma facile a venir meno Pietro; temperamento adamantino ed inflessibile Paolo; sposato, Pietro; celibe, Paolo.
Personalità diverse, che in qualche momento fecero fatica a capirsi ed entrarono anche in conflitto tra di loro, come nel famoso incidente di Antiochia raccontatoci dalla lettera ai Galati (Gal 2,11-14); ma due persone innamorate di Cristo, affascinate e conquistate da lui, capaci di dare la vita per Gesù; morirono martiri entrambi, e nella stessa città, Roma, durante la stessa persecuzione, accomunati nella testimonianza e nel destino.
Con parole diverse attestarono tutti e due la loro incondizionata adesione a Gesù “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”, esclamò Pietro (Gv 6,68); e Paolo dice: “Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me”, (Gal 2,20).
È bello vedere, e sapere, che ogni persona, così come è fatta, può amare Dio, può stringere amicizia con lui, può appartenergli ed essere sua. Ogni persona è di Dio e può andare a Dio, col suo temperamento, con i suoi punti di forza e con i suoi punti di debolezza, con i suoi doni e i suoi difetti, con le sue virtù e con le sue tentazioni. A nessuno è precluso il Signore. Tutti Dio accoglie ed accetta.
Ed è bello vedere, e sapere, che Dio si serve di tutti per il suo Regno, per il suo disegno, per la sua opera, come si è servito di Pietro e di Paolo, diversi tra di loro. Nessuno per lui è inadatto; nessuno per lui è inadeguato e da scartare; tutti egli vuole impiegare, e tutti gli sono utili per il suo fine buono. Non possiamo, quindi, e non dobbiamo dire: “io sono troppo poca cosa per Dio; che potrebbe fare con me il Signore?” Oppure: “è troppa poca cosa quella persona; che cosa potrebbe fare con quella persona il Signore?”
Pietro e Paolo ebbero compiti diversi: Pietro fu investito della missione nei confronti degli Ebrei, Paolo della missione nei confronti dei pagani; Pietro ebbe l’incarico di essere capo degli apostoli, fondamento della Chiesa; Paolo ebbe l’incarico di percorrere regioni infinite per portare ovunque il Vangelo di Cristo.
Ogni uomo, ogni donna ha la sua missione: chi di famiglia, chi di vita religiosa, chi della tal professione, chi addirittura di una vita segnata dalla malattia. Ogni missione, ogni compito, assegnato da Dio, è importante. Jose Maria Escrivà de Balanguer, il fondatore dell’Opus Dei, scrisse ad un suo figlio spirituale: “Non importa se non sei la bandiera che sventola in cima alla torre e sei invece una pietra nelle fondamenta, ignorata da tutti: tu sei importante”. Ciò che conta è vivere al meglio, al massimo, il proprio compito.
Nella festa dei santi Pietro e Paolo non possiamo non rivolgere il pensiero al papa, il Pietro di oggi, per ringraziare il Signore di non averci lasciato senza un papa, garante della vera fede, della retta morale, centro di unità di tutta la Chiesa, che senza il papa rischierebbe la divisione e la dispersione. E non possiamo non ringraziare Dio per questo papa, che con tanta fortezza e insieme mitezza, porta il peso di tutto il popolo di Dio, sereno e fermo, vero discepolo del Signore. La nostra preghiera vuole essergli di aiuto, come fu di aiuto la preghiera della primitiva comunità cristiana nei confronti di Pietro, prigioniero a Gerusalemme.
E in questa festa non possiamo non rivolgere il pensiero anche a tutti i “Paolo” di oggi, a tutti gli evangelizzatori e gli annunciatori del Vangelo, che nei vari continenti, non di rado in ambienti e in situazioni di ostilità e di persecuzione, parlano di Cristo, annunciano Cristo, piantano il Regno di Cristo.
Per essi vogliamo pregare, perché abbiano la forza dello Spirito Santo, la fiducia nella loro opera di seminagione del Vangelo, e la pazienza nell’attendere la messe.
Che il Signore benedica la sua Chiesa per intercessione dei santi Pietro e Paolo, e la rende sempre di più quella sposa “tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata, di cui parla San Paolo; sposa che Cristo attende e ha diritto di avere.
Don Giovanni Unterberger