16^ domenica del Tempo Ordinario

Vincent Van Gogh – Saintes Maries de la Mer – 1888

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(Ger 23,1-6; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34)

Domenica 18 luglio 2021, risalente a sabato 21 luglio 2012

Che bello questo Vangelo! Che dolce! È una raffigurazione autentica di quello che è, almeno in parte, la vita cristiana. Che cos’è la vita cristiana? È quello che hanno fatto gli apostoli e quello che ha fatto Gesù in questo Vangelo.

Gli apostoli erano stati inviati in missione, ed ora, tornati, si stringono attorno a Gesù e gli raccontano le cose, gli raccontano quanto hanno fatto, quanto è loro accaduto durante la missione. Sentono il bisogno di condividere, di mettere a parte Gesù della loro vita, della loro esperienza. Gesù avrà qualcosa da dire loro al riguardo; forse da lodarli, forse da correggerli, forse da incoraggiarli; sentono il bisogno di comunione con lui.

Questa è “vita cristiana”. Vita cristiana è condividere con il Signore il nostro vissuto; è fare scorrere sotto i suoi occhi la nostra vita, le nostre giornate, perché siano sempre più sue.

Un bel modo di concludere, la sera, la giornata potrebbe proprio essere quello di raccontargliela. Dirgli: “Signore, questa mattina mi sono svegliato ed ero contento: mi attendeva un giorno di festa”; oppure: “questa mattina mi sono svegliato ed ero stufo, preoccupato: avevo una situazione difficile da affrontare. Poi sono andato al lavoro, l’ho fatto a fatica. Il pranzo è stato normale, sereno, con la mia famiglia. Nel pomeriggio ho avuto quella discussione che tu sai: sono stato troppo duro, troppo intransigente, avrei dovuto essere più accogliente e più pronto ad aprirmi al punto di vista dell’altra persona. Mi sono ricordato di te qualche volta, Signore, durante il giorno, ma avrei potuto farlo molto di più. Ora sono qui, davanti a te con la mia giornata; cosa dici di essa?”.

E Gesù ci risponde. Se lo ascoltiamo, lui ci risponde. Così come ha risposto ai suoi apostoli. Ad essi egli disse quel giorno:    “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’ ”.  Gli apostoli avevano bisogno di riposo, quel giorno.

A noi può dire: “Abbi più fiducia in me nell’iniziare le tue giornate, abbi la certezza che io sono con te tutti i giorni. Abbi uno sguardo di fede sul tuo lavoro; offrendomelo tu collabori con me a salvare persone nel mondo. Bene la tua unione con me durante la tua giornata; mi fa piacere il tuo desiderio di unione con me; esso mi permette di farmi sentire più vicino, più presente al tuo cuore e a quanto stai vivendo. Coltiva questa tua ricerca di me con giaculatorie, con frequenti invocazioni, con brevi preghiere”. Il Signore ci può rispondere queste cose, o altre, come lui vorrà.

Sì, è vero: Gesù conosce già tutto quanto ci è accaduto durante la giornata e non ha bisogno che noi glielo raccontiamo perché egli lo sappia; ma egli ama sentirselo raccontare, così come una mamma sa benissimo cosa ha fatto il suo bambino nel giardino di casa mentre giocava con i suoi compagni (la mamma aveva la finestra aperta sul giardino, e di tanto in tanto guardava giù); ma è contenta che il suo bambino glielo racconti, perché così vive con lui un momento di comunione, e ha l’occasione di lodarlo, di istruirlo, di correggerlo.

Così è Gesù con noi: è contento che il nostro vissuto noi lo condividiamo con lui, perché così egli può approfondire la sua comunione con noi e noi possiamo approfondire la nostra comunione con lui. La vita cristiana è fondamentalmente comunione, comunione con Cristo. E la nostra vita, da questa comunione con Cristo, trarrà grande vantaggio, riceverà senso, attingerà forza, virtù, bellezza.

Se faremo così tutte le sere, se questo esercizio diventerà pratica quotidiana, essa trasformerà piano piano la nostra vita, le darà un volto nuovo, e le nostre giornate diventeranno diverse. In questo modo permetteremo a Gesù di essere nostro pastore, come ci ha detto il Vangelo. Marco ci ha detto: “Sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise ad insegnare loro molte cose”.

Con questa pratica, semplice,  permetteremo a Gesù di essere nostro pastore, di istruirci nelle cose sue e di prendersi cura di noi, .

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