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(Col 1,12-20 ; Gv 18,33-37)
Domenica 31 ottobre 2021, risalente al 30 ottobre 2011
Chi non vorrebbe avere un re come Cristo? Quanto più lo si conosce, quanto più si avanza nella relazione e nell’amicizia con lui, tanto più lo si desidera come proprio re, come signore della propria vita; re e signore del proprio passato, del proprio presente, del proprio futuro. Del proprio passato, perché lo purifica; del proprio presente, perché lo santifica; del proprio futuro, perché ce lo prepara con amore.
Re. Cristo re; re nel senso vero della parola. La parola italiana “re” viene dal latino “rex” e dal latino “règere”, che significa “sorreggere”, “sostenere”, “tenere su”. Cristo è colui che tiene su, è il re che sostiene e che sorregge. Egli sorregge, ci ha detto san Paolo nella prima lettura con una visione cosmica, tutto l’universo, ogni cosa che esiste: “Per mezzo di lui tutte le cose sono state create, tutte sussistono in lui, e tutte esistono in vista di lui”. Cristo è il punto d’inizio, è il punto d’arrivo, ed è l’istante dell’esistere di ogni creatura. Ogni creatura porta il suo segno, il suo sigillo; e ogni creatura deve, di conseguenza, riportarci a lui.
Cristo è anche il re nostro. “Sei tu re?”, gli domandò Pilato, e Gesù rispose sicuro: “Sì, io sono re” Un re d’amore, un re che ha per corona una corona di spine, che ha per scettro la canna che i soldati beffeggiandolo gli misero tra le mani, e che ha per trono la croce. Un re diverso da ogni altro re! Si potrebbe avere paura di un re così? Di un re che è arrivato fino a dare la vita per i suoi sudditi, per il suo popolo, per ciascuno di noi?
Dicevo che quanto più si avanza nella conoscenza, nella relazione e nell’amicizia con lui, tanto più lo si desidera come proprio re. Egli è un re di vita, che dà vita; è un re di verità, che tiene l’uomo nella verità; è un re di bontà e di amore, che spande attorno a sé solo amore.
Ecco la domanda allora che ci sale dall’animo: “c’è ancora qualcosa nella mia vita che si sottrae alla sua regalità, alla sua signoria? quali ambiti della mia mente, del mio cuore, dei miei comportamenti non gli appartengono ancora e non sono suoi perchè reclamano indipendenza e autonomia? è lui a sedere sul trono del mio essere, o qualche altro idolo vi siede al suo posto?” Beato l’uomo che ha compreso che solo sotto la signoria di questo re avrà vita, futuro e pace; e farà di tutto per vivere in obbedienza a lui.
“Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”, preghiamo ogni giorno. Queste parole diano forma alla nostra vita, la modellino e la plasmino su se stesse, la rendano di Cristo, la facciano sua. Scopriremo allora, con sorpresa, che la nostra vita sarà diventata anche più nostra, più come noi la desideravamo, e come sentivamo il bisogno che fosse.