18° Domenica dopo Pentecoste

(1 Cor 1,4-8; Mt 9,1-8)

12 ottobre 2014

Le folle furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini”.

Quale potere? Il potere di perdonare i peccati. Sì, anche il potere di guarire i malati (Gesù guarì un paralitico quel giorno), ma la guarigione del paralitico da parte di Gesù era prova e dimostrazione di un altro potere, ancora più grande, un potere divino, che Gesù possedeva: quello di perdonare i peccati.

Gesù perdonava i peccati: li perdonò alla Maddalena, all’adultera, alla prostituta, a Zaccheo, al buon ladrone, a tutti coloro che accorrevano a lui pentiti e desiderosi di misericordia e di perdono.

Il Gesù misericordioso, fonte di perdono, non si è allontanato dal mondo, non si è allontanato dagli uomini; è vivo e presente nella persona dei sacerdoti; ogni sacerdote è presenza di Gesù col potere di perdonare i peccati.  “Io ti assolvo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Va’ in pace”, ci dice il sacerdote assolvendoci e perdonandoci i peccati col potere di Gesù.

Il sacramento del perdono è uno dei sacramenti più importanti, più utili e più necessari per la vita spirituale. Senza questo sacramento, ricevuto frequentemente e con fede, non c’è vera vita spirituale.

Papa Francesco nelle sue omelie, nei suoi discorsi, nelle sue catechesi ha moltissime volte parlato del sacramento della Riconciliazione, e ha moltissime volte invitato i fedeli alla Confessione. “Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni – egli ha detto -, perché anche il Papa è peccatore”.

La Confessione è il sacramento della misericordia di Dio. Dice il Papa: “Il Signore ci guarda sempre con misericordia: non dimentichiamolo, ci guarda sempre con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, egli sempre ci perdona. È pura misericordia! Andiamo da Gesù! Qualcuno potrebbe dire: ‘Ma, padre, io ho tanti peccati, non so se lui sarà contento!’ Ma io vi dico: ‘provaci! Se vuoi conoscere la tenerezza di questo Padre, va da lui e prova! Poi mi racconterai! Perché Dio sempre ci aspetta, ed è il Dio che perdona, il Dio della misericordia. Egli non si stanca di perdonare; siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono. Ma lui non si stanca. Colui che ci ha invitati a perdonare ‘settanta volte sette’ (Mt 18,22) ci dà l’esempio. Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. Certo, dal punto di vista di un’azienda – continua papa Francesco – il bilancio è negativo, è vero! Lui perde sempre, perde nel bilancio delle cose; ma vince nell’amore, perché lui è il primo che compie il comandamento dell’amore: lui ama, non sa fare altre cose! È un Dio che ci dice, come si legge nel libro del profeta Osea: ‘Io ti guarirò perché la mia ira si è allontanata da te. Io ti aspetto per guarirti!’ Gesù ha fatto tanti miracoli, miracoli su ammalati, ma quei miracoli erano il segno del grande miracolo che il Signore fa con noi quando abbiamo il coraggio di alzarci e di andare da lui a chiedere perdono”.

La Confessione – dice ancora il papa – è il sacramento della ripresa. Lui ci dà la forza per andare avanti. È un Dio che ci vuole tanto bene, ci ama e per questo è con noi per aiutarci, per irrobustirci e andare avanti. Coraggio! Sempre avanti! Grazie al suo aiuto noi possiamo ricominciare da capo. Come? Ricominciare da capo? Qualcuno può dirmi – dice il papa -: ‘No, padre, io ne ho fatte tante… sono un gran peccatore, una grande peccatrice… Io non posso ricominciare da capo!’ Sbagli! Tu puoi ricominciare da capo! Perché? Perché lui ti aspetta, lui è vicino a te, lui ti ama, lui è misericordioso, lui ti perdona, lui ti dà la forza di ricominciare da capo! A tutti! Allora siamo capaci di riaprire gli occhi, di superare tristezza e pianto, e intonare un canto nuovo.

La Confessione è un sacramento straordinario e stupendo! È un bagno nella misericordia di Dio; è il gesto buono del Signore che ci rigenera, che rifà in noi l’immagine sua, quella nella quale fummo in origine creati (Gen 1,26); quella che ricevemmo nel giorno del nostro battesimo; quella che, purtroppo, per la nostra debolezza, noi abbiamo deturpata, ma che Dio rifà, rifà sempre, con la sua onnipotenza di bontà e d’amore.

E, ultima cosa, a cui forse non pensiamo mai: le nostre confessioni non esauriscono la loro azione in noi, e attorno a noi, ma operano e producono qualcosa anche molto lontano e più in là di noi, in cielo! Gesù ha detto: “C’è gioia in cielo per un peccatore che si converte più che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,7). Noi, con la nostra conversione, con le nostre confessioni, facciamo sobbalzare di gioia il cielo, facciamo fare festa agli angeli e ai santi, al cuore di Dio Padre, al cuore di Gesù, al cuore di Maria, allo Spirito Santo! Quale potere hanno le nostre confessioni! Che straordinaria realtà!

Alla Confessione ricorreremo spesso, con fede e devozione. E ringrazieremo senza fine Dio che in Gesù, e per Gesù, ha dato agli uomini, i sacerdoti, il potere di perdonare i peccati.

don Giovanni Unterberger

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