5° Domenica del Tempo ordinario

(Gb 7,1-4. 6-7;   1Cor 9,16-19. 22-23;   Mc 1,29-39)

Duomo di Belluno, sabato 7 febbraio 2015

 Ci sono persone, artisti, che con una matita o un gessetto in mano, con poche, rapide e precise linee danno il volto, la figura della persona che hanno davanti, o disegnano un paesaggio o qualsiasi altro soggetto; posseggono una estrema abilità.

L’evangelista Marco sembra essere una persona di queste; nel breve brano di Vangelo che abbiamo ascoltato egli, con poche pennellate, ci ha dato i tratti essenziali della personalità di Gesù: un Gesù che prega, che ha un rapporto personale con il Padre; un Gesù misericordioso, che si china sulle infermità degli uomini; un Gesù libero, libero da chi lo vorrebbe trattenere e gestire, libero e appassionato di evangelizzare.

Gesù è un Gesù che prega. Il brano di Vangelo è inquadrato dentro questo aspetto di Gesù, il Gesù che prega. Il brano inizia così: “In quel tempo Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea”. Gesù era stato in sinagoga, aveva preso parte alla preghiera comunitaria del sabato, con i pii israeliti. E alla fine del brano Marco racconta di Gesù che “si alzò quando era ancora buio e si ritirò in un luogo deserto, e là pregava”. Gesù era uomo di preghiera. Molte volte i Vangeli lo ritraggono in preghiera; preghiera comunitaria, come qui in sinagoga, preghiera solitaria, come qui quando si alzò al mattino presto e andò a pregare da solo.

Sono le due forme di preghiera. Il cristiano partecipa alla preghiera con tutti i fratelli di fede riuniti per l’Eucaristia domenicale e per altri momenti di preghiera comunitaria; e si prende pause e momenti di preghiera individuale, personale, vissuti in solitudine. Le due forme di preghiera si richiamano l’una all’altra, si rafforzano l’una con l’altra. Quanto si vive nella preghiera comunitaria ha poi bisogno di essere ripreso, approfondito, gustato nella preghiera personale; pensiamo, ad esempio, alla Parola di Dio che ci viene offerta nella preghiera comunitaria; essa ha poi bisogno di essere ripresa nella preghiera personale. E d’altra parte la preghiera personale dispone e prepara a vivere meglio, con maggiore intensità, devozione e profondità la preghiera comunitaria.

Marco poi ci presenta un Gesù misericordioso, pronto a chinarsi sulle infermità degli uomini. Entrato in casa di Pietro, e trovatavi la suocera con la febbre, la guarisce; la guarisce anche se è sabato, e se di sabato le regole dei farisei non permettevano di guarire. E poi, tramontato il sole, quando la gente gli porta malati e indemoniati, Gesù li guarisce, li libera da Satana. Gesù è un Gesù che ha fatto della sua missione una missione di misericordia, e ha mostrato così il volto e il cuore di Dio, che è un Dio di misericordia.

“Tutti ti cercano!”, disse Pietro a Gesù. Possiamo ben capirlo; chi non cerca misericordia? chi non sente bisogno di misericordia e non spera di trovarla? Tutti ne sentiamo il bisogno e tutti la cerchiamo; e tutti possiamo dare ai nostri fratelli misericordia, diventando così un segno di Dio, che è misericordioso. Il mondo potrà continuare a vivere solo nella misericordia.

E come terzo tratto della personalità di Gesù, Marco ci presenta un Gesù desideroso di portare a tutti la Parola di Dio. Pietro, dopo aver individuato il luogo ove Gesù si era ritirato a pregare, gli dice: “Vieni, tutti ti cercano. Torna in città, torna a Cafarnao. Lì ti aspettano” Ma Gesù gli risponde: “Andiamocene altrove, perché io predichi anche là”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni. Gesù ha cuore per tutti, ha un cuore che si prende cura di tutti. Il particolarismo, la chiusura tra pochi, il piccolo gruppo in cui stare bene, essere apprezzato, considerato, osannato, non fa per Gesù. Gesù ha un cuore grande come il mondo; un cuore in cui trovano posto i sette miliardi di persone che vivono sulla terra. Gesù li segue tutti uno ad uno; Gesù ci segue tutti uno ad uno. Come riesca a farlo non riusciamo a capirlo e ad immaginarlo, ma egli lo fa! E’ Dio!

E col suo cuore largo e grande invita anche noi ad avere un cuore largo e grande. Ecco allora la domanda che ci poniamo: “Quante persone ci stanno nel nostro cuore? molte? poche? solo gli amici? solo quelli che la pensano come noi? O nel nostro cuore c’è posto e spazio anche per i nemici, per chi ci ha fatto del male, per chi ci ha truffati? C’è posto per i poveri, per i deboli, per le persone ammalate, sole, per il forestiero e l’extracomunitario?”

L’evangelista Marco, col suo breve brano di Vangelo, ci ha dato l’identikit di Gesù, e ci ha dato insieme anche l’identikit del discepolo di Gesù, del cristiano.  Specchiamoci nell’immagine di Gesù e diventeremo immagine sua; diventeremo donne e uomini ben riusciti.

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