27° Domenica dopo Pentecoste (forma straordinaria)

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(Col 1,9-14;   Mt 24,15-35)

Belluno, chiesa di s. Stefano, 20 novembre 2016

L’uomo è fatto per cose che durano. Di fronte a ciò che viene meno, che mostra il suo limite e la sua inconsistenza; di fronte a ciò che rivela, alla fin fine, il suo nulla, il suo niente, l’animo dell’uomo resta turbato. L’uomo è fatto per cose che durano.

Il mondo in cui noi siamo, la realtà in cui viviamo, passerà: “Il cielo e la terra passeranno”, ci ha detto Gesù. Ma non sia turbato e impaurito il nostro cuore: non tutto passerà, non tutto svanirà e verrà meno; qualcosa resterà. C’è qualcosa che ha durata di eternità.

“Dimmi cos’è questa cosa -chiese un ricco signore ad un monaco eremita che viveva nel deserto e aveva fama di santità- cos’è la cosa che resterà? Vedo che tutto passa: ricchezze, onori, piaceri, amicizie, progetti, forza, vigore, entusiasmo, giovinezza, la vita stessa… tutto passa. C’è qualcosa che resterà?”

“Resterà l’amore -rispose il monaco eremita- resterà ciò che avrai fatto per amore, ciò che avrai fatto in obbedienza a Dio e conforme alla sua volontà”. Il monaco prese dal tavolo una vecchia Bibbia tutta consumata e annotata, cercò tra le lettere di san Paolo e lesse: “La carità non avrà mai fine” (1Cor 13,8); e cercò poi tra le lettere di san Giovanni e lesse: “Non amate né il mondo né le cose del mondo; il mondo passa, ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1Gv 2,15-17). “Ecco -concluse il monaco- va’, ama, fa’ le cose per amore; fa’ la volontà di Dio, e ciò che farai resterà, resterà per sempre; e tu stesso resterai per sempre, perché di te cadrà tutto ciò che avrai fatto per egoismo, ma resterà tutto ciò che avrai fatto per amore, tutto ciò che avrai fatto secondo la volontà di Dio”.

Il mondo dà importanza alle cose che fanno scalpore, che portano le persone alla ribalta della cronaca e danno notorietà; Dio dà importanza a ciò che è fatto per amore e secondo il suo disegno. Persone umili, semplici, ignote al mondo che vivono cercando di amare e di fare la volontà di Dio, sono dei giganti davanti al Signore, e hanno, in lui, consistenza eterna. “La carità non avrà mai fine; chi fa la volontà di Dio rimane in eterno”: è il segreto per durare, per sforare i limiti del tempo e dello spazio; per avere dimensione di eternità.

Le parole serie e severe del Vangelo, pertanto, che ci richiamano e ci ammoniscono, non ci spaventano e non ci terrorizzano, perché in ciò che passa ed è transitorio noi possiamo immettere ciò che è eterno e duraturo. Passa il gesto di carità che hai fatto; passa il gesto di servizio, di perdono che hai compiuto, la tenerezza che hai usato; passa il gesto di fedeltà alla legge di Dio che con sforzo sei riuscito a porre… passano queste cose; addirittura quei gesti, a distanza di anni, non li ricorderai neppure più tu, ma resterà per sempre l’amore che ti ha spinto a compierli, la fedeltà alla volontà di Dio che sei riuscito ad avere; e questa sarà la tua consistenza eterna, questa sarà la tua statura per sempre nell’eternità.

Saremo spogliati di tutto, ma non dell’amore donato e dei ‘sì’ detti a Dio. E di amore possiamo donarne molto, ogni giorno; di ‘sì’ a Dio possiamo pronunciarne molti, ad ogni istante. Costruiamoci in ciò che dura, dunque; diamoci statura; con la grazia di Dio sforziamoci di diventare grandi agli occhi suoi, nell’eternità.

don Giovanni Unterberger

 

 

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