Domenica del battesimo di Gesù (forma ordinaria)

Leonardo Da Vinci – Battesimo di Cristo – 1470 ca

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(Is 42,1-4. 6-7 ;   At 10,34-38 ;   Mt 3,13-17)

Duomo di Belluno, 12 gennaio 2020

Nella regione della Giudea, nei pressi di Gerico, un nuovo profeta (dopo tre secoli che in Israele nessun profeta era più sorto) andava predicando con grande forza e autorità: era Giovanni Battista. A lui accorreva, numerosa, la gente non solo dalla Giudea, ma anche dalla più lontana Galilea per ascoltarlo e seguirlo. Egli esercitava un fascino particolare per il suo tenore di vita austero, come pure per la sua predicazione chiara e decisa. Predicazione severa ed esigente, che chiedeva la conversione della vita, l’abbandono dei vizi e il riscatto dai peccati. La gente, riconoscendosi peccatrice, si faceva immergere da lui nelle acque del Giordano, per ricevere un lavacro che l’avrebbe purificata dalle colpe.

Giunse a lui, un giorno, anche Gesù, messosi in fila con tutti. Cosa sconvolgente: il Figlio di Dio, il Santo dei santi, il purissimo, mescolato con i peccatori! Il Battista notò subito l’incongruenza della cosa ed esclamò: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni a me?”. Un vangelo apocrifo, ribaltando la scena e cedendo totalmente alla fantasia, volle sottolineare ancor più la stranezza della cosa raccontando che Gesù si sarebbe arrabbiato davanti a Giovanni che lo voleva battezzare: “Ma come? Tu vuoi lavare me dai peccati?”

Gesù al Battista disse: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”. L’evangelista Matteo non si ferma a spiegare la parola ‘giustizia’, che a noi può risultare misteriosa. Essa ritorna più volte nel Nuovo Testamento, specialmente nelle lettere di san Paolo, ad esempio in espressioni come: “E’ nel Vangelo che si rivela la giustizia di Dio” (Rm 1,17), cioè la volontà di Dio di giustificare e rendere giusto il peccatore, perdonandolo; e “si è manifestata la giustizia di Dio per mezzo di Gesù Cristo” (Rm 3,21-22), cioè si è manifestata, in Gesù, la volontà di Dio di rendere giusto il peccatore e salvarlo. Se ‘giustizia’, infatti, volesse dire premio ai buoni e castigo ai cattivi, saremmo tutti perduti, perché tutti siamo peccatori.

Gesù, dunque, dicendo: “conviene che adempiamo ogni giustizia” intese dire: ‘dobbiamo permettere che la volontà giustificatrice di Dio possa compiersi e avverarsi; e si compia per mezzo di me, che sono venuto a farmi battezzare da te, Giovanni, e sono venuto a mettermi in fila e mescolarmi con i peccatori non perché io abbia bisogno di essere lavato da alcun peccato, ma perché il sottomettermi al tuo battesimo è il segno di quello che il Padre vuole attuare per mezzo di me: perdonare tutti’.

La domenica del battesimo di Gesù, che conclude il tempo di Natale, riprende ed esalta, nel suo significato, il Natale stesso; rivela la portata profonda della nascita di Gesù. A Betlemme nacque colui che sarebbe diventato lo strumento di Dio per salvare il mondo; colui che si sarebbe mescolato con i peccatori fino al punto da prendere su di sé i peccati di tutti, ed espiarli in se stesso.

A questo Gesù, battezzato nelle acque del Giordano, obbediente al disegno e alla volontà del padre, il Padre fece udire la sua voce dal cielo: “Questi è il Figlio mio, l’amato; in lui ho posto il mio compiacimento”. Il Padre si compiacque del Figlio suo Gesù.

Non porremo anche noi in lui il nostro compiacimento, la nostra speranza, la nostra gioia, la nostra riconoscenza, tutto?  Non ci stringeremo a lui che ci perdona ogni peccato, che ci immerge in sé, rendendoci ‘giusti’ in modo del tutto gratuito? E non cercheremo di evitare ogni peccato, per non accrescere su di lui il peso e il dolore? E’ davvero meraviglioso un Dio che si fa vicino al peccatore anziché tenersene lontano, cosa che invece tendiamo a fare noi di fronte a chi ha sbagliato e ha compiuto il male. Un Dio così lo ameremo!

don Giovanni Unterberger

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