30^ domenica del Tempo Ordinario

Duccio di Buoninsegna – La guarigione del cieco – 1308-11

clicca QUI per scaricare l’omelia

(Ger 31,7-9;  Ebr 5,1-6;  Mc 10,46-52)

Sabato 20 ottobre 2021, risalente al 27 ottobre 2012

“La tua fede ti ha salvato”, disse Gesù al cieco di Gerico. Ma come? Non fu Gesù a salvare quel cieco dalla sua cecità? Sì, fu Gesù a salvarlo, a guarirlo; e ciononostante Gesù gli disse: “La tua fede ti ha salvato”.

Ma la fede salva? Sì, la fede salva, la fede permette di vivere. Noi viviamo compiendo continui atti di fede. Ogni giorno compiamo tanti atti di fede e di fiducia, nel nostro vivere. Abbiamo fede e ci fidiamo che il cibo che acquistiamo in negozio non sia avariato; che il treno che dobbiamo prendere per il viaggio che abbiamo in programma di fare, parta il giorno e all’ora che ci serve, dato che così è scritto all’orario ferroviario; che la persona che ci ha dato appuntamento per andarla ad incontrare, si faccia trovare nel luogo e all’ora convenuti, dato che ce l’ha promesso. Noi continuamente poniamo atti di fede, di fiducia; senza atti di fede e di fiducia non potremmo vivere.

Ciò vale sul piano naturale, e ciò vale anche sul piano soprannaturale. Anche nei riguardi di Dio siamo chiamati ad avere fede; e questo rapporto di fede ci permette di vivere, di stabilire il contatto con lui, di ricevere i suoi doni. La fede soprannaturale è apertura a Dio, alla sua persona, alla sua opera. Il contrario delle fede è la chiusura in se stessi, il non volere la relazione con Dio.

Papa Benedetto ha aperto, lo scorso undici ottobre, “l’anno della fede”, un anno vòlto, nell’intenzione del Papa, a che tutti i cristiani riprendano in mano la propria fede, la riconsiderino, la approfondiscano, cerchino di viverla in maniera più vera e più piena.

Vivere la fede vuol dire vivere il rapporto con Dio. Il cieco di Gerico, Bartimeo, si mise in rapporto con Gesù, ebbe fede. Sentito che Gesù passava, si mise a gridare: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!” E superando l’opposizione della gente che gli diceva di tacere, gridava ancora più forte: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!” Esempio di fede. “La tua fede ti ha salvato”, gli disse Gesù. Se Bartimeo non avesse avuto fede e non avesse fatto un atto di fiducia in Gesù, sarebbe rimasto cieco per sempre. La sua fede lo salvò, gli permise di ricevere l’opera salvatrice di Gesù.  La fede, dunque, salva. Comprendiamo da qui quanto sia importante la fede,

La guarigione di Bartimeo, che era cieco e cominciò a vedere, ci indica un aspetto particolare della fede. La fede fa vedere, permette di vedere oltre ciò che vedono gli occhi umani. La fede è una luce che illumina il reale e lo fa cogliere in tutta la sua realtà, in tutto il suo spessore.

L’occhio umano si ferma facilmente all’aspetto esteriore delle persone, a considerare se sono uomo o donna, belle o brutte, simpatiche o antipatiche, colte o illetterate; l’occhio della fede vede nelle persone, in tutte le persone, dei figli di Dio, della persona da rispettare, da venerare, da amare.

 L’occhio umano si ferma a considerare gli eventi che accadono come semplici accadimenti casuali, senza particolare significato al di là di quello che umanamente essi dicono; l’occhio della fede vi vede dentro il disegno di Dio che si svolge e si realizza per il nostro bene, per la nostra salvezza.

L’occhio umano tende a guardare intensamente ai beni di quaggiù, e a vedere quasi solo questa vita; l’occhio della fede penetra le realtà del Cielo, vede già in qualche misura Dio, la sua grazia, la sua bontà, il suo amore, la sua presenza, la sua provvidenza, la sua vicinanza sul nostro cammino delle vita.

Abbiamo bisogno di questo sguardo, di questo “occhio che vede”, dell’occhio della fede, per viver, per vivere bene, per vivere sereni e perfino felici. Siamo un po’ tutti Bartimeo, ciechi anche noi; e anche a noi Gesù rivolge la domanda che rivolse a Bartimeo: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. All’inizio di quest’anno della fede la nostra risposta non può essere altro che: “Signore, che io veda! che io ti veda, che io veda le cose come le vedi tu, perchè il tuo sguardo è quello vero, è quello giusto, è quello di cui ho bisogno. Io sono cieco, e continuamente inciampo; inciampo in me stesso, inciampo negli altri, inciampo negli avvenimenti, inciampo di continuo e di continuo. Ho bisogno di vedere!”

Papa Benedetto, nella Lettera apostolica “Porta fidei” con cui ha indetto l’anno della fede, ha indicato uno strumento preciso per approfondire e crescere nella fede, il Catechismo della Chiesa Cattolica. Tale Catechismo della Chiesa Cattolica, edito nel 1992 con l’approvazione ufficiale di Papa Giovanni Paolo II, è la presentazione completa, approfondita e sicura dei contenuti della fede cattolica. Scrive Papa Benedetto: “Per accedere a una conoscenza sistematica dei contenuti della fede, tutti possono trovare nel Catechismo della Chiesa Cattolica un sussidio prezioso e indispensabile. Esso costituisce uno dei frutti più importante del Concilio Vaticano II. Pagina dopo pagina si scopre che quanto viene presentato non è una teoria, ma è l’incontro con una Persona che vive nella Chiesa”, è l’incontro con Cristo Gesù.

Utilizziamo questo strumento in quest’anno. Nella casa di un cattolico non dovrebbero mancare due libri: la Bibbia e il Catechismo della Chiesa Cattolica. Attingiamo a queste due sorgenti, e la nostra fede crescerà, si fortificherà e ne riceverà grande beneficio.

don Giovanni Unterberger

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.