13^ domenica dopo Pentecoste

mosaici del XIII sec.Duomo di Monreale

clicca QUI per scaricare l’omelia

(Gal 3,16-22;   Lc 17,11-19)

Domenica 4 settembre 2022, risalente al 18 agosto 2013

C’è un particolare in questo episodio di guarigione operata da Gesù, che ci fa pensare, e che può esserci di insegnamento. Un particolare che facilmente sfugge al lettore, preso dal messaggio principale dell’episodio, che è il dovere della riconoscenza: quei dieci lebbrosi sarebbero dovuti tornare tutti da Gesù a ringraziarlo della guarigione ricevuta, e non uno soltanto. Di fatti Gesù chiese: “E gli altri nove dove sono? Non sono stati guariti tutti e dieci?”

Il particolare a cui mi riferisco è lì dove Gesù dice ai lebbrosi: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. Mettiamoci al posto di quei malati: vanno da Gesù, si avvicinano a lui pieni di fiducia, gli dicono: “Maestro, abbi pietà di noi; guariscici”, e si sentono rispondere: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. Noi ci saremmo probabilmente arrabbiati… “Ma come? Veniamo da te per essere guariti, e tu ci mandi dai sacerdoti? Non sei tu il guaritore? Perché dobbiamo andare dai sacerdoti?”

Questo modo di fare di Gesù ci richiama un episodio simile dell’Antico Testamento (2Re 5,1-14). Si era intorno all’850 a.C. In Siria viveva un personaggio importante, un certo Naaman. Era ricco e potente, era il capo dell’esercito della Siria, ma era lebbroso. Sentì dire che in terra di Israele c’era un profeta, Eliseo, il quale avrebbe potuto guarirlo dalla lebbra. Naaman vi andò, si presentò ad Eliseo con le mani piene di doni, ma si sentì dire: “Va’, tuffati sette volte nel Giordano, e guarirai”. Naaman si arrabbiò, e disse: “Forse che non ci sono in Siria fiumi come il Giordano, ed anche più grandi, che questo profeta mi dica: ‘va’, tuffati nel giordano e guarirai?’ Perché non mi guarisce lui, qui, all’istante?” Naaman non voleva obbedire ad Eliseo, ma un suo servo gli disse: “Obbedisci, fa’ quanto ti ha ordinato il profeta; non è poi una cosa così gravosa quella che ti ha chiesto… Abbiamo fatto tanta strada per arrivare fino a qui!” Naaman ascoltò il consiglio del servo, si immerse sette volte nel Giordano, e ne uscì guarito.

La salvezza di Dio ci arriva spesso per circostanze a noi ignote, per vie diverse da quelle che noi avremmo pensato, per vie che noi avremmo scartato e che non ci avrebbero dato nessun affidamento e nessuna fiducia.

I dieci lebbrosi andarono dai sacerdoti, e si trovarono ad essere guariti. Nella legislazione ebraica, codificata nel libro del Levitico (Lev 14,1-32) era prescritto che quando un lebbroso guariva doveva presentarsi al sacerdote, il quale avrebbe dovuto constatare la guarigione e reinserire il lebbroso guarito nella vita sociale e religiosa. Gesù disse a quei dieci malati: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. In quel comando era implicita la promessa della guarigione; infatti  mai più Gesù avrebbe inviato quei lebbrosi dai sacerdoti se non li avesse fatti arrivare guariti; per via, mentre andavano, Gesù li guarì. Quei lebbrosi si fidarono di Gesù; così come anche Naaman, immergendosi nel Giordano, si fidò delle parole di Eliseo.

Dio vuole salvarci, Dio vuole guarirci. Le vie che egli sceglie per noi, per la nostra salvezza, per la nostra guarigione non sono, spesso, quelle che avremmo pensato noi. Sono vie forse da noi non facilmente decifrabili, perché fuori della nostra mentalità e del nostro modo di vedere e di pensare; sono vie forse da noi non affatto desiderate, perché segnate da fatica, da impegno, da sofferenza. Ma il Signore conosce e sa quali sono i cammini più utili e più salutari per noi.

 Una battuta d’arresto , un insuccesso nel lavoro può essere via di guarigione al nostro istinto di onnipotenza; un nostro errore, un nostro peccato può essere via di guarigione alla nostra inclinazione e velocità nel giudicare e condannare il fratello, la sorella; una difficoltà di relazione può essere via di guarigione della nostra tendenza a rimanere incentrati egoisticamente in noi stessi; una cosa che ci riesce bene, che ci dà gioia e ci fa contenti può essere via che ci fa crescere nella gratitudine e nella riconoscenza a Dio.

Dio ci salva e ci tiene in mille modi in cura; lasciamoci curare dalle sue medicine. Affiniamo lo sguardo per vedere in tutto ciò che ci accade la sua mano che ci educa e ci invita a crescere; soprattutto apriamo il cuore a dire di “sì” alle sue vie e ai cammini sui quali egli ci chiama a camminare.

don Giovanni Unterberger

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.