Solennità di maria Assunta in Cielo

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(Ap 11,19a; 12,1-6a. 10ab;   1Cor 15,20-27;   Lc 1,39-56)

  Duomo di Belluno, 15 agosto 2018

Sono quattro i dogmi circa Maria che la Chiesa nella pienezza della sua autorità ha definito lungo i secoli. Il primo ad essere definito fu il dogma della divina maternità di Maria: Maria ‘Madre di Dio’. Essendo Maria la madre di Gesù, che non era solo uomo ma anche Dio, può essere detta ‘Madre di Dio’. Tale dogma fu definito dal Concilio ecumenico di Efeso nell’anno 431 d.C. Un secondo dogma circa Maria fu definito nel 553 dal Concilio ecumenico di Costantinopoli secondo: Maria fu definita ‘sempre vergine’, nel senso che appartenne totalmente e pienamente, in anima  e corpo, sempre e solo a Dio. Il terzo dogma è il dogma dell’Immacolata concezione: Maria fu concepita senza il peccato originale, piena di grazia; dogma proclamato da papa Pio IX nel 1854. E il quarto dogma è quello dell’Assunzione di Maria in cielo in anima e corpo, proclamato da papa Pio XII nel 1950.

Ogni anno, il 15 agosto, la Chiesa celebra questo dogma; festeggia l’ingresso glorioso di Maria in cielo in tutta la sua persona, non solo con la sua anima, ma anche col suo corpo, subito dopo la morte. Ciò che accadde a Gesù, accadde anche a Maria: come il corpo di Gesù non conobbe la corruzione del sepolcro, così non la conobbe il corpo di Maria. La convenienza di questo dono riservato alla Madonna, dice la Chiesa, è somma: colei che aveva intimamente e anche fisicamente partecipato a tutto il destino e al cammino di Gesù sulla terra, era conveniente che partecipasse fino in fondo, anche nello stadio culminate e ultimo, al destino e al cammino di Gesù in cielo.

Maria assunta in cielo in anima e in corpo è la festa di oggi. A lei noi innalziamo lo sguardo, lo innalziamo con fiducia. Il cuore ci dice che Maria non ci è lontana, non è distante da noi, ma come madre buona, che sul Calvario ci ha accolti come figli, dal cielo ci guarda, ci segue, ci accompagna, ci custodisce, ci aiuta, ci salva.

C’è un’indicazione di preghiera molto bella, composta da san Bernardo di Chiaravalle, grande devoto di Maria; indicazione di preghiera che forse avete sentito altre volte e che conoscete, ma che vogliamo risentire ora di nuovo (ci può fare bene): “O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti piuttosto sballottare tra procelle e tempeste, che camminare sulla terra, non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella, se non vuoi essere sommerso dai flutti. Se insorgono i venti delle tentazioni, se urti negli scogli delle tribolazioni, guarda alla stella, invoca Maria. Se turbato dal pensiero della gravità delle tue colpe, confuso dal deplorevole stato della tua coscienza, atterrito dalla severità del giudizio, tu stia per farti dominare dalla tristezza e cadere nell’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nei dubbi, pensa a Maria, invoca M;aria. Seguendo lei non devierai, invocandola non ti dispererai, pensando a lei non peccherai, tenendoti stretto a lei non cadrai. Se l’avrai come protettrice non avrai di che temere; sotto la sua guida ti sarà lieve ogni fatica; ed avendola propizia, perverrai facilmente alla patria beata.”

Festa dell’Assunta, festa di Maria giunta a salvezza; Maria aiuti anche noi ad arrivare al porto della salvezza; ci soccorra e ci sostenga perché il nostro cammino sulla terra sia secondo il Signore; sia un cammino con negli occhi il cielo e con nel cuore la mèta; così che giungiamo anche noi, un giorno, da lei, in paradiso.

don Giovanni Unterberger

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