4^ domenica di Avvento (forma straordinaria)

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(1Cor 4,1-5;   Lc 3,1-6)

Belluno, chiesa di s. Pietro, 22 dicembre 2019

“Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”. Una grande salvezza è preparata per l’uomo, un grande dono gli è riservato; una salvezza che non è conquista dell’uomo, ma che è puro favore del Cielo; salvezza che ha un nome: Gesù; e che ha un volto: volto d’uomo, nato a Betlemme dalla vergine Maria.

E’ fondamentale cogliere la totale e assoluta gratuità di tale fatto, di tale evento, perché non ci sfugga il più. Per grazia siamo stati salvati! Non per merito, ma per grazia! “Avendo un Figlio unigenito -esclama sant’Agostino- Dio l’ha fatto figlio dell’uomo, e così ha reso il figlio dell’uomo figlio di Dio. Cerca il merito, la causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia”.(Sant’Agostino, discorso 185).

Ma chi siamo noi? chi è l’uomo? ben poca e piccola cosa, eppure -dice Peguy- “quanto bisogna che questo io umano sia grande, amico mio, per aver spostato tanto mondo, disturbato tanto mondo, così gran mondo, il mondo dell’infinito. Un Dio, amico mio, Dio si è disturbato! Dio si è sacrificato per me!” E per me peccatore, per me ribelle, per me che me n’ero andato per le mie strade… Ero perduto, e lui è venuto a cercarmi; ero ferito, e lui è venuto a guarirmi; ero senza speranza, e lui è venuto a darmi fiducia. Tutto per grazia!

A tale grazia forse che non disporremo il cuore? Il Battista ci invita e sollecita a un grande lavoro: “raddrizzate i sentieri al Signore; ogni burrone sia riempito, ogni monte e colle sia abbassato, i passi tortuosi diventino diritti, i luoghi impervi spianati”. Il dono di salvezza ha bisogno di essere accolto, necessita di un terreno coltivato. Il terreno senza il seme non produce nulla, ma neppure il seme senza un terreno buono. Dobbiamo essere terreno buono!

Lo è il cuore umile che sente il bisogno di salvezza e che prega, invoca e supplica di continuo, perché da solo si sente incapace di bene. Terreno buono è il cuore che ascolta, che cerca e si dà pause di silenzio, di meditazione, di intimità con Dio. Terreno buono è l’animo che, con la grazia del Signore, si sforza e si impegna a correggere le proprie cattive inclinazioni, la superbia, l’ira, la lussuria, l’accidia.

Il Signore, scendendo dal cielo, cerca casa tra gli uomini, cerca il cuore di ciascuno dei suoi figli, per essere per loro grazia e salvezza. Non riusciremo forse a preparagli una reggia, ma non vogliamo che egli debba nascere di nuovo in una stalla. La Madonna, che l’avvolse in fasce e gli diede tutto il suo amore nella notte di Natale, metta in ordine la nostra vita e adorni il nostro cuore. Chiediamoglielo.

don Giovanni Unterberger

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