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(Ti 2,11-15; Lc 2,1-14)
25 dicembre 2019
L’evangelista Luca, con un racconto soffuso di poesia, di tenerezza e di gioia, ci ha annunciato il Natale del Signore. E’ nato il Messia, il Salvatore. Questa notizia è straordinaria, ma chi l’apprezza? Chi l’apprezza di più? L’apprezza poco chi sente poco il bisogno di essere salvato, l’apprezza molto chi sente molto il bisogno di essere salvato.
Tu senti molto il bisogno di essere salvato? “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”, ci ha detto il profeta Isaia.Tu senti molto il bisogno di una luce? Hai la sensazione molte volte di camminare al buio, di non saper dove andare, come fare, cosa dire, come comportarti? Senti il bisogno di una guida in mezzo ai venti di pensieri, teorie, proposte che vengono dal mondo?
“Carissimi, è apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza per tutti gli uomini -ci ha detto l’apostolo Paolo- la quale ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani, e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo”. Tu senti molto il bisogno di rinnegare l’empietà dentro di te, cioè l’atteggiamento di fare senza Dio, vivendo ore e ore, e facendo azioni e azioni, dimenticandolo? Senti molto il desiderio di contrastare e combattere i desideri mondani, che portano e spingono ai vizi? Senti l’incapacità di vivere con sobrietà, giustizia e pietà?
Se senti molto queste cose, allora senti molto il bisogno di essere salvato, e allora invochi un Salvatore, lo desideri, lo chiami, lo cerchi, e lo accoglie. Nel Natale accogli il Salvatore. Il Natale ti dona il Salvatore, e tu lo stringi a te, lo abbracci, lo fai tuo, e non lo lasci più. Non lo dimentichi più, perché ti sei riconosciuto povero, malato e peccatore, e in lui hai riconosciuto il Salvatore.
“Non temete -cantò l’angelo sopra la stalla di Betlemme- ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è Cristo Signore!”
don Giovanni Unterberger