Ascensione di Gesù al cielo

Tintoretto – Ascensione – 1578-1581

clicca QUI per scaricare l’omelia

(At 1,1-11;   Ef 1,17-23;   Mt 28,16-20)

Duomo di Belluno, 24 maggio 2020

Come sarà stata l’Ascensione di Gesù al cielo? E’ difficile immaginarlo nella sua vera realtà. Il testo sacro riferisce quella che fu l’esperienza sensibile degli apostoli, i quali videro Gesù alzarsi da terra ed elevarsi sempre più verso il cielo, fino ad oltrepassare le nubi ed essere da esse tolto alla loro vista. Questo è ciò che essi sperimentarono, ciò che essi videro; fu il modo scelto da Dio per far loro capire che Gesù saliva al Padre. Ma l’essenza dell’Ascensione di Gesù non fu propriamente ciò che gli apostoli videro, quanto piuttosto il congiungimento di Gesù con Dio, il suo arrivo nel seno del Padre, il venire accolto dall’infinito e amoroso abbraccio di Colui che l’aveva inviato sulla terra a salvezza del mondo Ora Gesù si univa al Padre.

Chissà come sarà stato quell’incontro! Un incontro di gioia senza limite, un incontro di comunione totale! Ciò che Gesù aveva continuamente vissuto sulla terra -una vita vissuta per Dio e con Dio- ora si compiva in pienezza. E l’Ascensione di Gesù verso il Padre dovette essere un movimento irresistibile verso di lui, senza pesi, impedimenti ed ostacoli che lo frenassero. Gesù era stato sempre tutto del Padre; il Padre ora lo attirava a sé, e Gesù vi andava leggero, libero da tutto, ricco solo di opere buone e dell’incarico fedelmente compiuto.

Ascensione di Gesù e Ascensione nostra. Anche noi siamo chiamati ad ascendere fino a Dio.  Ma come sarà la nostra Ascensione? Sarà facile, leggera? Sarà appesantita, faticosa? Ad appesantirla sarebbero i nostri peccati, le nostre mancanze, i nostri comportamenti non cristiani. Dissimili da Dio è faticoso ascendere a lui. Un’ascensione, la nostra, che si compirà in pienezza, come quella di Gesù, alla fine della vita, ma che deve iniziare già fin d’ora quaggiù.

Ascensione che significa uso giusto delle cose, delle creature, in modo che non diventino attacchi che ci incatenano ad esse e ci impediscono di salire a Dio. Non possiamo mai dimenticare la triste possibilità e il grande pericolo cui siamo esposti di perdere Dio, e di perderlo per l’eternità. “Mi gettavo, deforme, sulle belle forme delle cose da te create, o Dio, e non ti amavo!”, scrisse sant’Agostino nel suo libro ‘Le Confessioni’, ricordando il tempo in cui viveva nel peccato lontano dal Signore.

Ascensione significa sforzo continuo di cercare Dio, di desiderare il suo volto, fare la sua volontà, osservare i suoi comandamenti, non volerlo disgustare in nulla.

Ascensione significa superamento di se stessi; ma come fare? “E’ impossibile -mi disse una volta un amico- tirarsi su prendendosi per i capelli”; si riferiva ad una situazione difficile che non riusciva a risolvere da sé e che era riuscito a superare invece facendosi aiutare. Ciò vale immensamente per la vita spirituale: senza l’aiuto di Dio, nessuna ascensione; anzi, al contrario, sprofondamento progressivo e sempre più grave nei burroni della nostra debolezza, fragilità e peccato. S’impone la necessità assoluta della preghiera che chiede.

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, grande maestro di vita spirituale, raccomanda la preghiera in maniera particolarmente forte. Nel suo prezioso libro ‘Pratica di amare Gesù Cristo’ scrive: “Dobbiamo convincerci che dalla preghiera dipende ogni nostro bene: il cambiamento della vita, la vittoria sulle tentazioni, l’amore a Dio, la perfezione, la perseveranza e la salvezza”. E aggiunge: “Io desidererei che tutti i predicatori raccomandassero, più di ogni altra cosa, la preghiera; che i confessori con maggior calore esortassero i loro penitenti a pregare; che gli autori di libri spirituali parlassero più abbondantemente della preghiera.  Non dubito che giovino molto alla vita spirituale le prediche, le Comunioni, le mortificazioni, ma se quando vengono le tentazioni, non preghiamo, noi cadremo, nonostante tutte le prediche, le Comunioni, le penitenze e i buoni propositi fatti. Preghiamo dunque molto, preghiamo sempre”.

La preghiera ci farà fare lì’Ascensione, ogni giorno un po’ di più; fino all’Ascensione piena e definitiva, quella che ci porrà accanto a Cristo Gesù asceso al cielo, salvi per l’eternità.

don Giovanni Unterberger

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.