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(1Re 9a.11-13a; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33)
Duomo di Belluno, 9 agosto 2020
L’acqua non tiene su chi volesse camminarvi sopra; a nuoto sì, ma non camminandovi sopra. Pietro invece quella notte camminò sull’acqua del lago di Genezareth. Gesù gli disse: “Vieni!”, e Pietro uscì dalla barca e cominciò a camminare sull’acqua; ma fece pochi passi; cominciò presto ad affondare.
Perché affondò? Forse avete notato il susseguirsi dei momenti come il racconto evangelico ce li ha descritti: Pietro non cominciò ad affondare e allora prese paura; ma ebbe paura, ed allora cominciò ad affondare. Dice il testo: “Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma vedendo che il vento era forte, s’impaurì e cominciò ad affondare”. Fu la paura a far affondare Pietro. La paura fa affondare.
Le paure vengono, e quante! e quanto forti, alle volte! Paure per noi, per i nostri cari; paure per il presente, per il futuro; per situazioni difficili, per problemi gravi da affrontare. La paura viene.
Gesù rimproverò Pietro; prima lo salvò, gli tese la mano, lo afferrò e lo portò nella barca, al sicuro, ma poi lo rimproverò: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Dubitato di che cosa? dubitato di chi? di Gesù; di lui, della sua forza e onnipotenza!
Penso a papa Luciani nel momento in cui il cardinale Camerlengo gli rivolse la domanda: “Accetti la tua elezione a Sommo Pontefice canonicamente ora fatta dal Collegio cardinalizio?”. A Luciani sarà parso in quel momento di dover mettere simbolicamente il piede sull’acqua, e ad essere chiamato, da papa, a camminare su un simbolico lago di Genezareth. Rispose: “Accetto”, con un grande atto di fede; lui, che tutto avrebbe voluto tranne che essere papa; e che dopo la seconda votazione in cui molti voti già si erano concentrati sulla sua persona, disse a un cardinale suo amico: “Tempestas magna est super me”, mi sta venendo addosso una grande tempesta.
Papa Luciani fece un atto di fede, e subito si rasserenò. Il cardinale Pironio descrisse così quel momento: “Io ero proprio di fronte a lui e lo guardavo; ed eravamo tutti i cardinali in attesa del suo ‘sì’. Una volta pronunciatolo, l’ho visto con una serenità profonda, di uomo che confidava tanto e solo in Dio. La sua fede gli dava serenità e fiducia”.
Non solo papa Luciani, ma ogni uomo deve talvolta ‘camminare sull’acqua’, vivere situazioni che sembrano impraticabili ed essere tali da far affogare. Può essere una grave malattia, un dissesto economico, un cammino di vita matrimoniale con momenti duri e difficili, torti e ingiustizie subite… Gesù c’è; è accanto all’uomo, tende la mano come a Pietro; chiede però fede: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato? perché dubiti? perché non credi? perché pensi che io non ci sia, e non sia capace di far camminare sull’acqua, cioè sulla tua difficoltà, senza che tu vada a fondo? Gridami: ‘Signore, salvami!’, e sperimenterai la mia presenza, la mia salvezza”.
Talvolta, anzi il più delle volte, l’intervento del Signore non è qualcosa che assomigli al terremoto, o al grande fuoco, o al vento forte da spaccare le rocce, in cui il profeta Elia -come ci ha detto la prima lettura- pensava ci fosse Dio. No, Dio solitamente agisce come ‘una brezza leggera’, in modi silenziosi e tali da non sembrare risolutori; ma aiuta, sostiene, sorregge, è fedele e non abbandona; salva!
L’apostolo Pietro ora è in paradiso e -chissà- forse dal paradiso ora sorride ripensando alla sua paura di quella notte sul lago di Genezareth, e si dirà: ‘Ma guarda un po’, avevo Gesù davanti a me, e ho avuto paura…’. E sarà tanto disposto ad aiutarci nelle nostre paure, incoraggiandoci e dicendoci: ‘Abbiate fede! con la fede nel Signore anche l’acqua tiene su!’
don Giovanni Unterberger