Festa della Santissima Trinità

Hendrick van Balen – Santissima Trinità – 1620

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(Prov 8,22-31; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15)

Sabato 11 giugno 2022, risalente a sabato 25 maggio 2013

Come è fatto Dio? Ma è poi così importante sapere come è fatto Dio?

Sì, è importante, perché noi siamo fatti a sua immagine, siamo fatti sul suo stampo, per così dire: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e nostra somiglianza”, disse Dio creando l’uomo (Gv 1,26). L’uomo è fatto a immagine di Dio, e quindi conoscere Dio è conoscere l’uomo, conoscere Dio aiuta a conoscere l’uomo.

Dio non è una molteplicità di divinità, come lo intesero gli antichi greci, gli antichi romani, e ancor oggi molti popoli pagani; un insieme di divinità diverse tra di loro e spesso addirittura in contrasto tra di loro.

Dio non è neppure un “single”, un’unica persona, un Dio che è una persona sola, come lo pensano e lo intendono ancor oggi l’Ebraismo e l’Islam. Dio è tre Persone, è Padre, Figlio e Spirito Santo; Dio è Trinità, ed insieme è perfetta Unità. Gesù ce lo ha rivelato nel brano di Vangelo che abbiamo ascoltato: ci ha parlato di sé, e ci ha detto che “tutto ciò che il Padre possiede è suo”. C’è un Padre, un Padre che dà e trasmette tutto ciò che è al Figlio, a Gesù; e c’è anche uno Spirito Santo, uno Spirito che è persona e che è in stretta relazione con Gesù, tanto che non possiede e non ha nulla da insegnare di proprio, ma tutto ciò che insegna lo riceve e lo accoglie dal Figlio, da Gesù.

Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo, tre Persone diverse e distinte tra di loro, ma che sono in relazione tra di loro e insieme formano una perfetta unità, un solo e unico Dio.

L’uomo, noi, siamo fatti ad immagine e somiglianza di questo Dio, di un Dio così, di un Dio uno e trino; siamo anche noi persone tutte differenti e distinte tra di noi, ma chiamate a formare una cosa sola, un’unica umanità, una unica famiglia.

Le tre Persone divine sono dei giganti, ciascuna è un gigante, è infinita, non ha limiti, ha una personalità fortissima e grandissima, eppure queste tre Persone, dalla personalità fortissima e grandissima, fanno unità, formano una cosa sola.

Non c’è affermazione egoistica di sé nelle tre divine Persone; non c’è istinto di limitarsi l’un l’altra; ma, al contrario, c’è desiderio di dono dell’una all’altra, desiderio di comunione, desiderio che l’altra sia esaltata il più possibile. L’originalità di ciascuna è grandissima, eppure ciò non porta a divisione, a separazione e a contrapposizione; l’unità è perfetta, assoluta e totale, ma ciò non porta a massificazione, a livellamento, a mortificazione delle originalità.

Così dovrebbe essere anche tra noi, che siamo fatti a immagine e a somiglianza di quelle tre divine Persone. Invece purtroppo tra noi avviene spesso qualcosa di diverso: nel momento in cui si affermano e si esaltano le originalità, spesso si cede e si cade nella concorrenza, nella contrapposizione, nella discordia e nella lotta; nel momento in cui si cerca l’unità e l’unione si rischia di cadere nella massificazione, nel livellamento e nell’annullamento di ogni legittima e ricca originalità.

Così dovrebbe essere anche tra noi, che siamo fatti a immagine e a somiglianza di quelle tre divine Persone. Invece purtroppo tra noi avviene spesso qualcosa di diverso: nel momento in cui si affermano e si esaltano le originalità, spesso si cede e si cade nella concorrenza, nella contrapposizione, nella discordia e nella lotta; nel momento in cui si cerca l’unità e l’unione si rischia di cadere nella massificazione, nel livellamento e nell’annullamento di ogni legittima e ricca originalità.

La comunione tra le diversità è difficile. Nella Santissima Trinità la caratteristica più propria e più profonda, la realtà che è più presente e che di più segna le tre divine Persone, è la comunione. Padre, Figlio e Spirito Santo, persone diverse, sono “comunione”, sono perfetta comunione, nell’amore; nell’infinito amore che è lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è comunione; lo Spirito Santo fa e crea comunione.

L’uomo, l’umanità, è tanto più somigliante a Dio, è tanto più costruita a sua immagine quanto più è comunione, quanto più è unità che armonizza, rispettandole ed esaltandole, le originalità.

C’è un’insidia, c’è una tentazione dentro ciascuno di noi: quella di voler esaltare ed affermare se stessi, quella di non voler riconoscere ed accettare l’originalità delle altre persone, di sentire l’originalità delle altre persone come una minaccia, un pericolo, un attentato alla propria originalità, al proprio essere, al proprio esistere, mentre l’originalità degli altri è ricchezza. La comunione chiede accoglienza; la comunione è stima del fratello, della sorella; la comunione è apertura, è dimenticanza del proprio “io” per fare spazio e posto al “tu” di chi abbiamo accanto. La comunione è dono di sé, è vita, è Dio; la comunione ci rende simili alla Santissima Trinità, ci fa immagine vera e autentica della Santissima Trinità.

Ora capiamo perché Gesù ci ha dato un comandamento, un unico comandamento, quello dell’amore: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 13,34). L’amore crea comunione. I rapporti, le relazioni, possono essere buone e di comunione solo nell’amore.

La Santissima Trinità, che ha dato origine a tutto ciò che esiste, al cosmo, all’universo, all’umanità, e che in tutto ciò che esiste ha posto il suo segno, il suo sigillo, la sua firma di comunione, chiede che tutto sia fatto nella più grande comunione, perché in tutto ci sia vita, in tutto ci sia il suo volto di Padre, di Figlio e di Spirito Santo, in tutto sia lui stesso, Dio Trinità. Nell’amore.

Don Giovanni Unterberger

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