14^ domenica dopo Pentecoste

Pietro da Cortona – Trionfo della Divina Provvidenza (scena centrale) – 1633-39

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(Gal 5,16-24;   Mt 6,24-33)

Domenica 11 settembre 2022, risalente al 25 agosto 2013

Nel libro del profeta Isaia si racconta del re Acaz, re di Gerusalemme (si era nel 735 a.C.), che era tutto preoccupato perché un esercito nemico stava marciando contro di lui (Is 7,1-7). Il profeta Isaia gli raccomanda di stare tranquillo, gli dice: “Abbi fiducia; Dio nella sua provvidenza ti aiuterà, ti difenderà, ti salverà”. Ma Acaz non gli crede, non si fida; e manda ambasciatori a chiedere aiuto al re di Assiria. Il re di Assiria, Tiglat Pilezer III, interviene, costringe l’esercito aggressore a desistere dal marciare contro Gerusalemme e a ritirarsi, ma impone un pesante tributo al regno di Acaz.

Il profeta Isaia rimprovera Acaz; gli dice: “Tu non ti sei fidato di Dio, che è presente negli avvenimenti umani come l’acqua della piscina di Siloe che abbiamo qui a Gerusalemme, e hai fatto ricorso alla potenza del re di Assiria, che è potente come il fiume Eufrate, ricco d’acqua, e travolgente con le sue piene; e quella potenza ti ha travolto, ti ha sommerso, ti ha messo sotto un pesantissimo tributo” (Is 8,5-8).

La piscina di Siloe a Gerusalemme è una piscina che riceve acqua dalla sorgente di Ghicon attraverso un canale scavato nella roccia lungo più di mezzo chilometro. Il dislivello tra la sorgente di Ghicon e la piscina è minimo, è di soli due metri e ventotto centimetri, per cui la pendenza del canale è di quattro millimetri al metro. L’acqua della sorgente di Ghicon arriva alla piscina di Siloe lentissimamente; sembra dover cessare da un momento all’altro e lasciare la piscina senza acqua, e invece la piscina di Siloe non resta mai all’asciutto, riceve sempre acqua di continuo, momento dopo momento.

L’azione di Dio, dice Isaia, è così; è lieve e nascosta dentro le vicende umane come l’acqua di Siloe; sembra non risolvere nulla, sembra lasciare le situazioni quello che sono, e invece è presente, è dentro ciò che succede, lavora ed opera a salvezza dell’uomo.

L’uomo fa fatica a credere all’azione di Dio; pensa di dover fare tutto lui. Certo, l’uomo deve fare ciò che è di sua competenza e ciò che è suo dovere fare. Il Signore, con la sua Provvidenza, ai gigli del campo fa arrivare il sole, la pioggia, i sali minerali là dove essi sono, perché i gigli del campo hanno radici e non possono muoversi; ma agli uccelli, che hanno le ali, il Signore non fa arrivare il cibo là dove essi sono; devono andare a cercarlo e a procurarselo. Così noi; abbiamo la mente, abbiamo la volontà, abbiamo le forze fisiche; dobbiamo impegnarci per ciò che è giusto; ma nello stesso tempo dobbiamo credere in Dio, avere fiducia nella sua Provvidenza, nel suo amore di Padre, che ha cura di noi suoi figli.

Dio non ci abbandona! Quante volte egli è intervenuto nella nostra vita, nella nostra vicenda personale, nel nostro cammino! Un libro; un incontro con una persona particolare; un avvertimento; un incoraggiamento in un momento di fatica, di dolore; una indicazione di cammino per una vita più santa; un’omelia; un rimprovero; anche una umiliazione, una sofferenza, una privazione… tutte cose giunte a noi all’improvviso, senza che ce le fossimo aspettate, senza che le avessimo immaginate… era la Provvidenza che si prendeva cura di noi. Mi viene in mente un caso personale: ero in quarta ginnasio, in Seminario; il sacerdote a cui eravamo affidati mi fu di grande aiuto nel bene, nel farmi balenare davanti la bellezza del Sacerdozio; mi aiutò tanto ad andare avanti. La Provvidenza aveva fatto nascere quel sacerdote vent’anni prima di me, gli aveva dato la vocazione al Sacerdozio, aveva ispirato il Vescovo ad assegnargli l’incarico di assistente della quarta ginnasio in Seminario, così che io lo avessi accanto in quel mio momento di vita. La Provvidenza aveva pensato a me prima ancora che io nascessi, aveva mosso quel sacerdote, il vescovo e chissà quante altre persone e situazioni per me, per la mia vita, per il mio futuro, per il mio bene! Quanto fu grande e buona la Provvidenza! Questo è un caso, ma quanti altri casi! E quanti casi potrebbe portare ciascuno di voi, potrebbe portare ogni persona!

E, a proposito della parola “caso”, don Giussani dice: “Noi spesso diciamo: ‘quella cosa mi è capitata per caso, è stato un caso…’. Dio è così umile – dice don Giussani – che si nasconde e nasconde la sua azione così bene negli avvenimenti, al punto che noi diciamo: ‘è stato un caso’; e invece era la Provvidenza di Dio all’opera!

Il Vangelo di oggi ci invita a rafforzare la nostra fede nella Provvidenza, a recuperare fiducia, speranza, ottimismo; la fiducia, la sicurezza, la tranquillità del bambino in braccio a sua madre del salmo 131. C’è la Provvidenza! La Provvidenza è all’opera! Molto più di quanto noi pensiamo; sia nella nostra vita, che nella vita dei nostri cari, di tutte le persone al mondo. Ringraziamo la Provvidenza! Di tante cose che ella ha provveduto per noi forse non ci siamo neppure accorti… Dobbiamo tanto essere grati e ringraziare! E dobbiamo affinare lo sguardo, per vedere e scorgere il suo agire quotidiano; per essere contenti, e per ringraziare.

E, ultimo pensiero: possiamo essere noi stessi strumento nelle mani della Provvidenza per il bene dei fratelli. Madre Teresa di Calcutta diceva: “Desidero essere una matita nelle mani della Provvidenza di Dio, perché egli possa scrivere attraverso di me qualcosa di bello nella vita degli uomini”.

don Giovanni Unterberger

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