2a domenica di Avvento (forma ordinaria)

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Is 11,1-10:   Rm 15,4-9;   Mt 3,1-12

Duomo di Belluno, sabato 3 dicembre 2016

Giovanni Battista andava giù di brutto; chiamava a conversione con forza e vigore. “La scure è già posta alla radice degli alberi”, diceva; è tempo di prendere subito la decisione. “La paglia sarà bruciata con fuoco inestinguibile”: è necessario convertirsi, senza oltre aspettare. Convertirsi; e convertirsi subito.

Già in passato Dio aveva invitato a conversione con accenti di decisione e sveltezza: “Non aspettare a convertirti al Signore, e non rimandare di giorno in giorno”, leggiamo nel libro del Siracide (Sir 5,7); e nel libro di Geremia leggiamo: “Guai a te, Gerusalemme -le dice il Signore perché non ti purifichi?Per quanto tempo ancora?”(Ger 13,27). “Lasciati correggere, Gerusalemme” (Ger 6,8).

Sant’Agostino nel suo libro “Le confessioni” descrive con fine profondità psicologica la sua fatica a convertirsi, fatica che lo induceva a spostare di continuo in avanti la decisione ultima da prendere. Dice: “I miei pensieri, o Dio, somigliavano agli sforzi di un uomo che, nonostante l’intenzione di svegliarsi, viene di nuovo sopraffatto dal gorgo profondo del sopore. E come nessuno vuole dormire sempre, tuttavia ritarda il momento di scuotersi il sonno di dosso, e per quanto gli dispiaccia, lo assapora più volentieri; così io ero, sì, persuaso della convenienza di concedermi al tuo amore, anziché cedere alla mia passione, ma se l’uno mi piaceva, l’altro mi vinceva. Non sapevo rispondere alle tue parole: ‘Levati, tu che dormi, sorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà’ (Ef 5,14), se non con qualche frase lenta e sonnolenta: ‘Fra breve’, ‘ecco, fra breve’, ‘attendi un pochino’. Però quei ‘breve’ e ‘breve’ non avevano breve durata, e quell’ ‘attendi un pochino’ andava per le lunghe. Invano mi compiacevo della tua legge secondo l’uomo interiore, e sentivo nelle mie membra la legge del peccato che mi teneva prigioniero” (Le confessioni, libro VIII). Agostino racconterà più avanti nel libro la sua conversione che finalmente, con la grazia del Signore, seppe fare.

Con la grazia del Signore. Abbiamo bisogno della grazia del Signore. Geremia prega: “Convertici, Signore, e ci convertiremo” (Ger 31,18). E’ necessario che il Signore ci converta, ma noi non dobbiamo opporre resistenza; occorre che noi assecondiamo la sua voce, i suoi impulsi, i suoi inviti, i suoi richiami. “Se oggi udrete la sua voce, non indurite il vostro cuore”, esorta il salmo (Sal 95,8).

Siamo in cammino verso il Natale. Al Signore che nasce noi vogliamo offrire una degna dimora, un cuore pulito, caldo, adorno. Siamo già convertiti, ma dobbiamo convertirci ancora di più: il Bambino che nasce lo merita. Siamo già buoni, ma lo dobbiamo diventare di più; siamo già pazienti, ma lo dobbiamo diventare di più; siamo già generosi, ma lo dobbiamo diventare di più. C’è un ‘di più’ che ci sta davanti, ed è il passo che con la grazia di Dio possiamo fare.

Esaminiamo la nostra coscienza; prendiamoci tempi di riflessione; lasciamo che il Signore ci parli e ci dica ciò che desidera dalla nostra vita; forse c’è qualcosa che già da tempo egli ci chiede e che noi non gli abbiamo ancora dato. Ci aiuti la sua grazia e ci aiuti la nostra buona volontà; ci aiuti soprattutto la preghiera, nella quale e dalla quale possiamo attingere la forza stessa di Dio.

don Giovanni Unterberger

 

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