Solennità di Pentecoste (Forma ordinaria)

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(At 2,1-11;   1 Cor 12,3b-7 .12-13;    Gv 20,19-23)

Duomo di Belluno e chiesa di san Pietro, 4 giugno 2017

 

Natale, Pasqua, Pentecoste sono le tre massime feste cristiane, le tre massime feste dell’anno liturgico, le tre massime feste della nostra salvezza. Natale: il Figlio di Dio, impietositosi del genere umano caduto in rovina, è disceso fino a farsi uomo. Pasqua: il Figlio di Dio fatto uomo ha pronunciato un ‘sì’ di obbedienza a Dio fino alla croce che ha riscattato tutti i ‘no’ pronunciati a Dio dall’umanità. Pentecoste:  discesa dello Spirito Santo, Spirito Santo donato all’umanità.

L’umanità, redenta dal Figlio di Dio ha bisogno di essere sorretta, guidata, sanata dallo Spirito Santo, perché da sola, pur redenta, l’umanità non è in grado di compiere il bene, di costruirsi positivamente, di arrivare a salvezza.

“Tu, Spirito Santo, ci sei necessario”. Ci sei necessario, Spirito Santo, perché molte volte noi ci perdiamo. Quanto è facile per l’uomo sbagliarsi, perdere la strada; non capire ciò che è giusto fare, dire, decidere, scegliere! Com’ è facile per l’uomo entrare in confusione e non sapere più ciò che è bene e ciò che è male! Lo Spirito Santo è luce, è guida, è consigliere sicuro, è orientamento e direzione certa.

“Tu, Spirito Santo, ci sei necessario”. Ci sei necessario, Spirito Santo, perché siamo continuamente tentati al male, inclini a cedere e a cadere. La nostra debolezza è infinita; ogni giorno ci troviamo caduti a terra, impigliati in tanti difetti e peccati, di cui non riusciamo a liberarci, da cui non riusciamo a sollevarci. Lo Spirito Santo è medicina, è guarigione, è spirito di fortezza, di difesa contro il maligno; è perdono, e fiducia che in ogni momento noi possiamo rialzarci e risorgere.

“Tu, Spirito Santo, ci sei necessario”. Ci sei necessario, Spirito Santo, nei nostri dolori, nelle nostre sofferenze, nelle nostre fatiche. Il cammino su questa terra ci stanca; talvolta ci sembra di non avere le forze necessarie per affrontare la strada e ci sentiamo come sopraffatti dalle cose, dagli avvenimenti. Lo Spirito Santo è conforto, è consolazione, è fonte di speranza. “Consolatore perfetto”, lo dice la Liturgia della Chiesa; “Paraclito”, lo definisce, cioè Spirito che si fa accanto, che si fa vicino per condividere, per sostenere, per asciugare lacrime e medicare ferite.

“Tu, Spirito Santo, ci sei necessario”. Ci sei necessario, Spirito Santo, nel vivere tra di noi. Siamo tutti partecipi della stessa natura, eppure quanto spesso lontani gli uni dagli altri; quanto spesso incapaci di capirci, di accoglierci, di solidarizzare e di volerci bene tra di noi! Quanto siamo vinti dal nostro egoismo, dal nostro ‘io’, dall’istinto di volerci affermare! Lo Spirito Santo è l’amore, è la concordia, è l’umiltà; è il dono di sé; è la gioia di servire, di fare felice il fratello, la sorella; è la comunione perfetta tra gli uomini.

“Tu, Spirito Santo, ci sei necessario”. Ci sei necessario, Spirito Santo, perché di fronte al mistero di Dio, al mistero della morte, al mistero dell’aldilà il nostro cuore si perde, si smarrisce e si spaura. Lo Spirito Santo ci rassicura, ci dice che siamo figli amati; che Dio è per noi; e che la sua volontà è di farci pienamente felici.

“Se tu mandi il tuo Spirito, Signore, si rinnova la faccia della terra”, dice il salmo (Sal 104,30). Lo Spirito Santo cambia le cose. Noi lo chiediamo, lo invochiamo. Lo invochiamo per noi, per i nostri cari, per il mondo intero. E lo chiediamo per mezzo di Maria. Maria fu aperta allo Spirito Santo; lo accolse e gli permise di operare in lei in pienezza, fino a diventare grembo per Gesù. Ella ci aiuti ad accogliere anche noi lo Spirito di Dio: “Vieni, Spirito Santo, viene per mezzo di Maria!”

don Giovanni Unterberger

 

 

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