Solennità dell’Immacolata concezione di Maria (forma straordinaria)

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(Prov 8, 22-35; Lc 1,26-28)

Belluno, chiesa di s. Pietro, 8 dicembre 2017

 

Festa dell’Immacolata, una delle feste mariane più belle. L’epistola che abbiamo ascoltato ci ha presentato la Sapienza di Dio. La Sapienza di Dio esisteva prima ancora che fosse formata la terra, quando ancora non esistevano gli abissi e non erano state ancora fissate le basi dei monti; quando ancora nulla esisteva. La Sapienza di Dio fu l’architetto, l’artefice, che insieme con Dio collaborò a creare tutto ciò che esiste, e a rendere bello tutto ciò che esiste. La Sapienza grida: “Figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie! Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte! Chi trova me trova la vita”.

La Chiesa applica queste parole del testo sacro, che si riferiscono alla sapienza di Dio, a Maria, la giovane vergine di Nazareth a cui l’angelo Gabriele, apparendole, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”.

Anche Maria esistette da sempre, esistette da sempre nel disegno di Dio. Prima ancora che Dio creasse il mondo e desse inizio alla creazione, Dio l’aveva in mente e aveva pensato a lei; aveva già deciso di farla esistere e di renderla madre del suo Figlio. “Termine fisso d’etterno consiglio”, dice Dante nel suo inno a Maria nel canto XXXIII della Divina Commedia: ‘punto fisso di una decisione che affondava nell’eternità’ (Divina Commedia, canto XXXIII, v 3).

Analogamente alla Sapienza di Dio, in modo certamente diverso, ma vero e reale, anche Maria fu artefice con Dio della storia umana, collaborò con lui a che la storia umana diventasse bella e santa. Col suo ‘sì’ all’annuncio dell’angelo e alla richiesta di Dio, Maria pose nella storia umana un atto di obbedienza tale da permettere al Figlio di Dio di incarnarsi e portare salvezza, restaurazione e novità al mondo.

E similmente alla Sapienza di Dio, anche Maria grida e dice a noi: “Figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie! Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte! Chi trova me trova la vita”. La Madonna ci invita a sé, ci invita a guardare a lei, a metterci sotto il suo manto, a sforzarci di imitare le sue virtù. Ella oggi ci si presenta come l’immacolata, come la tutta pura , la tutta santa, la tutta di Dio. Il suo candore ci attrae, ci prende e ci conquista; diventa per noi una specie di nostalgia, un desiderio di purezza e di santità.

Anche noi vorremmo essere puri così; anche noi vorremmo essere preservati da ogni peccato e da ogni caduta così, come Maria. Sappiamo che la nostra natura è debole e malata, che è tanto esposta ai morsi dell’antico serpente, il diavolo; ma la Madonna immacolata che lo ha vinto in misura piena e totale, tanto da schiacciarne il capo sotto il suo piede, ci aiuterà e ci soccorrerà. Noi seguiremo le sue vie, e veglieremo ogni giorno alla sua porta.

don Giovanni Unterberger

 

 

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