Maria Madre di Dio (forma ordinaria)

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(Num 6,22-27;   Gal 4,4-7;   Lc 2,16-21)

Duomo di Belluno, 1 gennaio 2019

Per la Chiesa e secondo la Liturgia -lo sappiamo- l’anno non inizia il 1° gennaio, ma la prima domenica di Avvento; già con la prima domenica d’Avvento, infatti, il popolo cristiano inizia a celebrare la storia della salvezza con l’attesa del grande evento della nascita del Signore Gesù. Oggi, 1° gennaio, inizia l’anno civile, occasione -anch’essa- molto opportuna per pensieri utili e salutari. Il volgere degli anni e l’affacciarsi di un nuovo anno non può non farci pensare allo scorrere del tempo, tempo che è un grande prezioso tesoro postoci nelle mani. Nel tempo noi possiamo compiere cose importanti.

Una cosa importante che possiamo compiere è crescere, costruirci, diventare migliori. Un anno è trascorso dal 1° gennaio 2018: siamo diventati più buoni, più umani, più cristiani rispetto a un anno fa? Non siamo ancora del tutto perfetti, siamo ancora bisognosi di riparazione, spiritualmente parlando. Gabrielle Bossis era una donna francese, morta nel 1950. Nei suoi ultimi quattordici anni di vita (morì a 76 anni) visse un’intensa vita mistica, che è stata recentemente scoperta analizzando i suoi diari. Un giorno il Signore le disse: “Quando un oggetto ha bisogno di essere riparato lo si mette nelle mani dell’operaio, Metti dunque la tua anima, silenziosa e immobile, sotto il mio sguardo. Io riparo”. E’ quanto possiamo fare anche noi; stare quest’anno  molto sotto lo sguardo del Signore; il suo sguardo sana, guarisce, ripara, rigenera; saremo rinnovati da quello sguardo, e resi più buoni!

Chissà quante cose faremo in quest’anno, quante azioni porremo: milioni…! Non facciamole con superficialità, in modo sciatto, meccanico, banale; ma compiamole offrendole al Signore; acquisteranno significato e valore. E non pensiamo di potergli offrire solo cose grandi, grandi sacrifici, grandi penitenze, quasi che quelle solo egli gradisca; offriamogli tutto, anche le azioni più semplici, più solite, più quotidiane. Gesù disse a Gabrielle: “Se tu sapessi quanto sono sensibile alle piccole cose! Nulla è piccolo per me…”. Tutto, infatti, per il Signore è grande, importante e gradito, se fatto con amore. E a Gabrielle Gesù disse ancora: “Ti raccomando il momento presente, e i doveri del tuo stato. Con essi ad ogni istante puoi salvare anime. Pensa, Domanda. Ama. Offrimi l’istante presente, e così tutto il tuo tempo sarà mio”.

Nel corso dell’anno noi potremo essere di grande vantaggio e utilità ai fratelli. Col servizio; ma non solo col servizio, con una vita vissuta in unione a Gesù. Gabrielle si trovava un giorno in adorazione del SS.mo, e Gesù le disse: “Io sono l’Ostia. Tu sei l’ostensorio. I raggi d’oro dell’ostensorio sono le mie grazie attraverso di te”. Possiamo essere ‘ostensorio’ del Signore, persone che lo lasciano vedere nella propria vita, grazie alla propria bontà; canali attraverso i quali  il Signore dispensa e fa giungere i suoi doni e la sua salvezza. Rinunceremo a questo modo grande di essere utili al mondo? Rinunceremo ad essere ‘missionari’ pur non andando in terre lontane? Il tempo ce ne dà la possibilità.

Anche nei giorni di questo 2019 noi saremo cercati dal Signore. Egli ci attenderà; attenderà che noi andiamo a lui, perché ci ama, ed è felice di averci vicini. Potremo renderlo contento col tempo di preghiera che gli daremo, col dire: ‘Signore, avrei molte cose ancora da sbrigare, ma questa mezz’ora voglio che sia per te, solo per te; vengo a stare in tua compagnia. Sento che mi desideri, mi vuoi. Vengo!’ Gabrielle un giorno si trovava in una stazione ferroviaria in attesa del treno, e il Signore le disse: “Tu tieni lo sguardo fisso alla direzione del treno che deve venire. Allo stesso modo i miei occhi sono fissi su di te, nell’attesa che tu venga a me”. Non ci faremo attendere invano.

Un nuovo anno ci sta davanti, un nuovo tempo di grazia. Con l’aiuto del Signore e di Maria, sua madre, lo vorremo vivere bene; bene come desidereremo averlo vissuto alla fine, il 31 dicembre prossimo.

don Giovanni Unterberger

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