4^ domenica di Avvento – f.o.

Caravaggio – Annunciazione – 1609

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(2Sam 7,1-5. 8b-12. 14a. 16;    Rm 16,25-27;    Lc 1,26-38)

Duomo di Belluno, 20 dicembre 2020

Che straordinaria esperienza, quella di Maria! Giovanissima (quindici – sedici anni), le giunse un angelo a dirle: “Dio vuole prende carne in te”. Dio cercava casa, cercava casa nel suo grembo. Come capire? Come accogliere? Come dire di sì? “Come può avvenire questo -chiese Maria all’angelo- poiché non conosco uomo”, non conosco sponsalmente uomo.

Una maternità verginale, le veniva prospettata. Chi le avrebbe creduto? sua madre? i suoi parenti? la gente del villaggio? Giuseppe stesso, con cui aveva iniziato un progetto di sposa? Sarebbe stato rischiare di essere considerata una peccatrice, e venire additata con uno dei nomi più infamanti: la ‘harufàh’, la ‘violata’.

“Non temere, Maria -la rassicurò l’angelo- c’è un disegno del Signore su di te, sulla tua vita; Dio cerca casa in te, accetta. Lui ti adombrerà con la sua nube; una nube ben ‘più nube’ di quella che il Signore posava sulla ‘tenda del convegno’ issata tra le tende degli ebrei nel deserto del Sinai, quando si rendeva presente in mezzo al suo popolo (cfr Es 33,9-11). La nube che ti adombrerà sarà la potenza stessa dell’Altissimo, sarà lo Spirito Santo; lui è forte, sa fare miracoli! Ha anche fatto sì che Elisabetta, tua parente, sia rimasta incinta, benché a detta di tutti fosse ormai fuori età. Nulla è impossibile a Dio…”

Maria crede, si fida; Dio non può ingannare; non può fare che cose buone. E dice: “Avvenga per me secondo la tua parola, o angelo; secondo il disegno del Signore”. Da quel ‘sì’, l’Incarnazione; da quel ‘sì’, il cielo sulla terra, l’avvio della salvezza per tutto il genere umano. Ogni ‘sì’ a Dio è salvezza, e non solo per chi lo pronuncia, ma anche per altri, secondo il piano di Dio.

Siamo alle porte del Natale; la Liturgia della Chiesa, per la forza che ha in sé, rende vivo ed efficace per noi il mistero che celebreremo. E’ il Signore che cerca ancora casa, cerca altrettante ‘Maria’ che gli aprano il cuore e la vita.

Il cuore di Maria era puro, e la sua vita, santa; non così il nostro cuore e la nostra vita; ma ciò non è obiezione per il Signore. Egli ha voluto nascere non in una casa tutta in ordine, ma in una stalla, il luogo per gli animali, per dirci: “Non vergognarti di quello che sei, del tuo disordine interiore, dei tuoi sbagli e dei tuoi peccati. Non sono obiezione per me; non lo siano neanche per te. Solo aprimi il cuore, dimmi di sì, accogli la mia persona che vuole rinnovarti, salvarti e renderti santo. Lo Spirito Santo vuole scendere su di te; è forte lo Spirito Santo, egli è capace di generare in te Gesù, di renderlo presente nella tua vita, nei tuoi pensieri, nelle tue parole, nei tuoi gesti. E’ capace di farti ‘cristiano’, icona di Cristo, visibile a tutti. Il grande peccato è resistere all’opera di Dio, opporgli resistenza; vivere così ingolfati nelle cose del mondo e in ciò che è visibile, da perdere il Signore di vista, da non riuscire a percepire la sua voce, di non avvertire il soffio del suo Santo Spirito”.

Non sappiamo se la Madonna fosse in preghiera quando le apparve l’angelo, possiamo pensarlo. I pittori sono soliti raffigurala inginocchiata o in meditazione. Coltiviamo il silenzio, la preghiera, l’unione con Dio, e il Signore nascerà in noi.

don Giovanni Unterberger

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