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(Tito 2,11-15 ; Lc 2,21)
Domenica 2 gennaio 2022, risalente al 1 gennaio 2013
Festa, oggi, della circoncisione di Gesù, ad otto giorni dal Natale. L’ottavo giorno dalla sua nascita, Gesù fu circonciso, come era usanza e legge per ogni bambino ebreo. La circoncisione era il segno dell’alleanza tra Israele e Dio. Dio aveva detto ad Abramo: “Vi lascerete circoncidere la carne del vostro membro e ciò sarà il segno dell’alleanza tra me e voi” (Gn 17,11). Il bambino che veniva circonciso entrava in alleanza con Dio, veniva messo a parte delle sue promesse di salvezza, entrava a far parte viva e a pieno titolo del popolo del Signore. Gesù, con la circoncisione, venne immesso in questa alleanza.
Ma era lui la vera alleanza! Un giorno egli avrebbe detto: “Questo è il mio corpo questo è il mio sangue, questo sono io, la nuova ed eterna alleanza” (Lc 22,19-20). Gesù, eterna e vera alleanza, venne inserito in una alleanza provvisoria e passeggera, in un’alleanza che sarebbe poi dovuta essere superata e scomparire, perché ne sarebbe stata stipulata una nuova, una eterna e più vera. Quante volte poi, anche da adulto, e quindi consapevolmente e volontariamente, Gesù si sottopose e restò inserito in ciò che religiosamente e socialmente era passeggero e provvisorio! Partecipava ogni sabato alla preghiera in sinagoga; era fedele ai pellegrinaggi della religione di Israele; mandò i lebbrosi guariti a farsi vedere dai sacerdoti ebrei, come la legge di Mosè prescriveva; iniziò la sua predicazione dopo i trent’anni, età che la legge richiedeva perché un rabbino potesse insegnare. Gesù, che pure aveva una novità straordinaria da portare, la portò non abolendo e distruggendo tutto quanto già esisteva, ma rinnovando il tutto dal di dentro, accogliendo ed accettando ciò che in quanto esisteva v’era di buono, e trasformando, cambiando ciò che andava trasformato e cambiato.
E’ il metodo dell’incarnazione; il metodo dello “stare dentro” le cose e le situazioni con animo, con cuore e con stile “cristiano”, per trasformarle e rinnovarle “dal di dentro”, così come le trasformerebbe e le cambierebbe Cristo; cambiarle con la sua decisione e con la sua forza, e insieme con la sua grande pazienza.
La circoncisione con cui fu circonciso Gesù l’ottavo giorno dalla sua nascita avrebbe poi dovuto lasciare il posto ad un’altra circoncisione. La circoncisione di Gesù quel giorno fu una circoncisione fisica, ma egli avrebbe poi chiesto ai suoi seguaci una circoncisone spirituale, la circoncisione del cuore e della vita. Già il profeta Geremia aveva detto: “Circoncidete non la vostra carne, ma il vostro cuore” (Gr 4,4); e san Paolo, ancora più deciso, dice: “La circoncisione della carne non conta nulla, conta l’osservanza dei comandamenti di Dio” (Rm 7,19). E’ il cuore e la vita che vanno circoncisi. San Paolo nella prima lettura che abbiamo ascoltato ci ha detto: “Dovete rinnegare l’empietà e i desideri cattivi, vivere con sobrietà con giustizia e con pietà in questo mondo”.
La circoncisione fisica si pratica in poco tempo, la circoncisione spirituale impegna tutta la vita; ed è quanto mai opportuno che all’inizio di un anno nuovo ci venga rivolto l’invito a circoncidere il cuore e la vita. Nel nostro cuore e nella nostra vita c’è ancora tanto, forse, che va circonciso e tagliato. L’anno che ci sta davanti dev’essere un anno di impegno e di lavoro in questo senso. Anche perché la circoncisione del cuore e della vita è l’unica vera circoncisione che ci mette in rapporto e in alleanza con Dio. A poco varrebbe, anzi a nulla varrebbe avere la carne circoncisa, se non fosse circonciso il cuore. Il cuore circonciso è un cuore che rende la persona simile a Cristo. Dice san Bernardo: “Noi siamo membra del corpo di Cristo. Cristo è il nostro capo, e noi siamo le sue membra. Ma il nostro capo è santo, e dunque anche noi, sue membra, dobbiamo essere sante, pena che il corpo di Cristo appaia e sia un corpo brutto e deforme”.
La circoncisione fisica comporta spargimento di sangue; la circoncisione del cuore e della vita non può essere senza sangue e senza dolore. Ma è un sangue e un dolore che ci fa salvi, ci fa appartenere a Dio, ci pone dentro la sua santa alleanza.
Facciamoci scambievolmente, oggi, gli auguri di “buon anno”; dentro ci sia anche l’invito scambievole: “circoncidi per Dio il tuo cuore e la tua vita”. Sarà allora un augurio più bello, più vero, più cristiano e più secondo la Parola di Dio che abbiamo ascoltato. Sarà un augurio più utile e più buono.
Don Giovanni Unterberger
