della decima settimana durante l’anno
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(2Cor 1,18-24; Mt 5,13-16)
11 giugno 2013
Che definizione stupenda quella che san Paolo ha dato di Gesù nella prima lettura! San Paolo ha detto: “Gesù non fu ‘sì’ e ‘no’; fu solo e sempre ‘sì’ ”. Che bella definizione! E come piacerebbe anche a noi che un continuo, fedele e perseverante ‘sì’ a Dio definisse ogni nostra giornata, tutta la nostra vita! Come ci piacerebbe! La fedeltà, la coerenza con noi stessi, con i nostri ideali, con i nostri propositi, con gli impegni presi con il Signore e con la nostra vocazione, sentiamo che è ciò che veramente il nostro cuore desidera.
Solo così, oltretutto, potremo essere quel ‘sale della terra’ e quella ‘luce del mondo’ che Gesù ci chiede, nel Vangelo, di essere.
L’essere sempre un ‘sì’ al Signore sarà il nostro impegno, il nostro sforzo. Il nemico più insidioso al ‘sì’ continuo a Dio è la mancanza di vigilanza, l’assopirsi di fronte a ciò che stiamo facendo, al momento che stiamo vivendo. Certo, nemico al ‘sì’ continuo a Dio è anche la nostra debolezza; ma più nemica ancora è la mancanza di vigilanza, cioè il perdere il contato con Dio. Perso il contatto con Dio in ciò che stiamo per fare, diventeremo facilmente un ‘no’, per la nostra fragilità.
“Cammina alla mia presenza”, disse Dio ad Abramo (Gn 17,1). Camminare alla presenza di Dio, avere sempre più forte e più continuo il senso di lui, di lui che ci vede, di lui che ci accompagna, di lui che ci ama, ci aiuterà ad essere un grande ‘sì’ al Signore, e a ridurre sempre di più la misura del ‘no’. Camminiamo alla sua presenza!
don Giovanni Unterberger
*l’omelia appartiene a quelle scritte per i seminaristi per i Vangeli di questa settimana.