1° Domenica di Quaresima

( Dt 26,4-10;   Rm 10,8-13;   Lc 4,1-13)

Duomo di Belluno, sabato 13 febbraio 2016

C’è sempre stato nei secoli passati, e c’è ancor oggi, chi afferma che i Vangeli non sarebbero storici; sarebbero leggenda, mito, pia letteratura. Uno tra i tanti motivi che ci rendono invece certi dell’attendibilità storica dei Vangeli è che essi riportano fatti e detti di Gesù che mai agli evangelisti sarebbe venuto in mente di raccontare, se quei fatti Gesù non li avesse veramente vissuti e se quelle parole egli non le avesse davvero pronunciate.

Ad esempio, agli evangelisti non sarebbe mai venuto in mente di chiamare Dio ‘abbà’, che vuol dire ‘papà’ (il modo confidenziale del bambino di chiamare suo padre), tanto erano grandi il rispetto e la venerazione che gli ebrei portavano al nome di Dio, se Gesù stesso non avesse chiamato Dio col nome di ‘abbà’, e se gli evangelisti non avessero udito quella parola uscire dalle labbra di Gesù.

Gli evangelisti raccontano di Gesù tentato da satana. Mai essi avrebbero immaginato di presentare un Gesù tentato da satana, con la possibilità anche di peccare (Gesù Figlio di Dio, Dio egli stesso, il redentore dell’umanità dal peccato), se Gesù non fosse stato realmente tentato. Gesù fu tentato nella sua vita; e non solo all’inizio della sua vita pubblica nel deserto, come abbiamo ora sentito, ma anche nel prosieguo di essa. Come, ad esempio, quando l’apostolo Pietro cercò di dissuaderlo dall’andare incontro alla sua passione: “Dio te ne scampi -gli disse- questo non ti deve succedere!” (Mt 16,22); o quando la folla, visto il miracolo della moltiplicazione dei pani, lo cercò per farlo re, re politico, e Gesù si ritirò sul monte, da solo (Gv 6,14-15); o quando da sotto la croce i sommi sacerdoti e gli scribi, sfidandolo, gli dicevano: “E’ il re di Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo” (Mt 27,42).

Gesù fu tentato, fece l’esperienza della tentazione come noi. Così profondamente egli visse la sua solidarietà con noi! E possiamo ben pensare che satana abbia messo in atto tutte le sue arti e tutte le sue forze nel tentare Gesù e nel cercare di farlo cadere, perché se fosse riuscito a vincere Gesù, egli avrebbe vinto la battaglia decisiva e finale, avrebbe privato il mondo della redenzione e della salvezza.

L’apostolo Pietro  nella sua prima lettera avverte che c’è un leone che ci gira attorno e che cerca di morderci, di divorarci: “Fratelli, siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli forti nella fede” (1Pt 5,8-9). Siamo tentati. Non solo c’è una tentazione che sorge da dentro di noi, dal nostro squilibrio spirituale, dalla nostra inclinazione al male e al peccato, ma c’è anche una tentazione che viene da fuori di noi, ci viene da satana. Occorre lottare.

Ci sta davanti la Quaresima. La Quaresima è il tempo che la Chiesa ci pone davanti per ricordarci che dobbiamo lottare, che non possiamo adagiarci in un falso e comodo irenismo, quasi che la vita spirituale sia quiete, tranquillità assoluta, assenza di lotta. No, al contrario, essa è combattimento. Satana è astuto; ci conosce e conosce esattamente i nostri punti deboli. Ed è anche vigliacco, perché ci tenta proprio sui nostri punti deboli. Uno è particolarmente portato alla superbia, e satana lo tenta sulla superbia. Uno è particolarmente portato all’avarizia, al possedere denaro e beni materiali, e satana lo tenta sull’avarizia. Uno è particolarmente debole e incline ai piaceri del sesso, e satana lo tenta particolarmente sulla lussuria. Uno è particolarmente portato alla tristezza e al pessimismo, e Satana preme su quel punto. E’ importante che individuiamo e riconosciamo i nostri punti deboli, perché su quelli siamo maggiormente tentati, e su quelli dobbiamo maggiormente vigilare e difenderci.

Gesù si è difeso da satana. Si è difeso col digiuno. “Per quaranta giorni”, ci ha detto il Vangelo, cioè per un tempo prolungato, Gesù digiunò. Il digiuno, il privarci di qualche cosa nel cibo, nell’uso del tempo libero, nei piaceri anche leciti, in qualcosa che solitamente ci concediamo serve molto a lottare contro satana; ci aiuta a crescere nel dominio di noi e quindi ad irrobustirci nella lotta.

Gesù si difese da satana richiamandosi e aggrappandosi alla Parola di Dio. “Sta scritto”, egli disse, citando la sacra Scrittura e opponendola a satana. E satana fu vinto. La Parola di Dio è forte, è potente, vince e sconfigge il demonio. La Quaresima potrà essere il tempo in cui prendere in mano di più la Parola di Dio, meditarla di più, stare di più in sua compagnia.

Nella nostra lotta noi saremo sostenuti; saremo sostenuti da Gesù stesso. Egli, che ha sperimentato la violenza dell’aggressione di satana, e che conosce la violenza con cui noi pure siamo alle volte aggrediti dal demonio (noi che siamo deboli e già per nostra natura inclini al male e a cedere),  egli, Gesù, il vincitore di satana e di ogni tentazione, ci aiuterà, e con la sua forza e con la sua onnipotenza non permetterà che abbiamo a soccombere.

don Giovanni Unterberger

 

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