Solennità di Cristo Re (forma ordinaria)

clicca QUI per scaricare l’omelia

(Dn 7,13-14;   Ap 1,5-8;   Gv 18, 33b-37)

Duomo di Belluno, 25 novembre 2018

Non sono più molti, oggi, i re nel mondo, e la maggioranza di essi non esercita grandi poteri; ma c’è un re che è re da sempre e lo sarà per sempre, fino alla fine dei secoli, fino alla fine della storia; ed anzi, per l’eternità. Il potere regale di questo re è assoluto, fermo ed invincibile.

Oggi la Liturgia celebra la regalità di Cristo, la sovranità senza pari e senza rivali di Cristo Signore. Per la verità, non mancano i rivali di tale signoria: pullulano nel mondo persone, gruppi, idee, teorie, poteri politici ed economici, schemi di pensiero che sono in aperto contrasto con Cristo e con il suo regno. C’è un salmo, tra i 150, il salmo secondo, che mette in primo piano questa brutta realtà; esso inizia così: “Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli? Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia; dicono: Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami” (Sal 2,1-3).

Regista della lotta contro il regno di Cristo è Satana. Gesù lo ha definito ‘il principe di questo mondo’; ebbe a dire: “Viene il principe di questo mondo” (Gv 14,30). Il principe di questo mondo, Satana, lotta e combatte contro il regno di Cristo, Gesù però disse: “egli non ha nessun potere su di me” (Gv 14,30); “il principe di questo mondo sarà gettato fuori” (Gv 12,31); egli “è già stato giudicato” (Gv 16,11).

Noi ci mettiamo dalla parte del regno di Cristo, vogliamo militare sotto la sua bandiera, e diciamo al Signore: ‘Regna su di noi!’ Se è Cristo a governare i nostri pensieri, i nostri pensieri sono nella verità, e non nella menzogna; se è lui a governare i nostri affetti e i moti del nostro cuore, gli affetti del nostro cuore sono amore e non indifferenza e odio; se è lui a governare i nostri atti, i nostri atti sono servizio, e non egoismo e interesse.

Noi dobbiamo innamorarci di questo re e assecondarlo in tutto! Egli non chiede nulla, di ciò che chiede, che sia per lui; tutto ciò che chiede è per noi, per il nostro bene e per la nostra felicità; per la nostra riuscita. O meglio, sì, ciò che egli ci chiede è anche per lui, oltre che per noi; è per la sua gioia, per la gioia di vederci stare bene, essere felici, realizzati al massimo in umanità e bontà.

Cristo re, come ogni re, ha la sua legge, i suoi comandamenti; Cristo ha il suo Vangelo, che ci offre e ci propone. ‘Vivete il Vangelo -egli ci dice- e vedrete fiorire la vostra vita, vedrete nascere un mondo nuovo, una nuova pace, una nuova umanità, fatta non più di nemici e di rivali, o anche solo di estranei, ma fatta di fratelli che si amano e si accolgono.

Il re che è Cristo non possiede eserciti come i re di questo mondo; infatti il suo regno -egli disse a Pilato- “non è di questo mondo”. Cristo non ha forza di costrizione, non vuole usare forza di costrizione, pur essendo il forte, l’onnipotente. Egli è un re che si ferma alla porta del cuore dei suoi sudditi -come dice l’Apocalisse (cfr Ap 3,20)- e bussa. Bussa con la sua croce, arma d’amore, che è più forte di ogni esercito e di ogni armata. Chi guarda a quell’‘arma’, si sente disarmare; chi guarda alla croce si sente vinto, e non può resistere. Perché l’uomo è vinto non dalla forza, ma dall’amore, e non c’è amore che possa superare ed essere ‘di più’ dell’amore di Cristo; re che regna dalla croce, trono sul quale egli ha dato la vita per noi, e non per noi santi, ma per noi peccatori. Il nostro cuore si apra a lui, e sia lui il re del nostro cuore; non altro.

don Giovanni Unterberger

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.