Festa della Sacra Famiglia

Raffaello Sanzio – Sacra Famiglia con l’agnello – 1507

clicca QUI per scaricare l’omelia

(Col 3,12-17 : Lc 2,42-52)

risalente all’8 gennaio 2012

Fin dalle origini dell’umanità Dio espresse il suo compiacimento per la famiglia; fin dall’inizio egli la pensò come la struttura umana e sociale più consona per noi, e disse: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una carne sola. Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. E li benedisse” (Gn 2,24; n 1,28).

Sulla famiglia riposa una benedizione, una benedizione primordiale, che Dio non ritirò più, neanche dopo che l’umanità si era tutta allontanata da lui ed era stata colpita dal diluvio universale, neanche dopo innumerevoli errori e sbandamenti; Dio, fedele, ancor oggi benedice la famiglia.

Anche quando decise di fare incarnare il suo Figlio, egli pensò, per lui, ad una famiglia. Dio avrebbe potuto far comparire di mezzo agli uomini suo Figlio come un uomo già bell’e fatto, adulto, nella pienezza delle sue forze mentali e fisiche, e invece no, pensò per lui ad una famiglia; lo fece nascere bambino, lo fece crescere tra le braccia di un padre e di una madre, gli fece imparare a parlare da loro, a conoscere Dio da loro, a diventare adulto da loro. In tal modo Dio consacrò la famiglia nella misura più alta, e in modo definitivo. La famiglia è secondo il suo pensiero.

Questo deve dare fiducia agli sposi. Il loro stare insieme, la loro comunione e condivisione di vita non è solo un fatto umano, un fatto naturale semplicemente biologico ed affettivo, ma è la realizzazione di un piano divino, è un vivere secondo Dio, un realizzare la sua volontà.

E Dio allora non potrà non essere presente nella famiglia. Lo ha dimostrato anche a Cana, quando venne in soccorso a due sposi che non avevano più vino per la loro festa di nozze. Dio è dentro la famiglia. Solo nella famiglia che non lo volesse, egli non potrebbe stare; ma ugualmente starebbe sula soglia di quella famiglia, pronto sempre ad entrarvi, qualora uno spiraglio gli venisse aperto.

San Paolo nella prima lettura ci ha indicato gli ingredienti spirituali, le virtù, le disposizioni buone di spirito per fare della famiglia una realtà bella e santa. Ha parlato di misericordia, di perdono vicendevole. La misericordia e il perdono sono necessari da praticare nei confronti di tutte le persone, ma quanto più in famiglia, ove i rapporti sono così stretti, ove l’originalità e la diversità di ciascun membro della famiglia viene a contatto diretto e continuo con l’originalità e la diversità degli altri membri! L’impazienza, l’insofferenza, l’accusa potrebbero spuntare facilmente. In famiglia è richiesto un “di più” di misericordia e di perdono.

San Paolo ha parlato poi di umiltà. L’umiltà è ingrediente necessario, assolutamente necessario, per rapporti buoni e sani. L’orgoglio disturba tutti; tiene legati al proprio puntiglio, al proprio punto di vista, al proprio sentire; spinge a non cedere, a voler avere sempre ragione, a dominare. L’umiltà si fa presenza, presenza discreta e dolce, capace di ascolto e di accoglienza, capace di benevolenza. L’umiltà vince, alla fin fine vince, e tiene unite le persone.

E San Paolo ci ha parlato ancora di una terza cosa importante, ha detto: “La Parola di Dio dimori tra voi abbondantemente”. Ci sia Parola di Dio nella famiglia, e ce ne sia tanta, in misura grande;  non ci siano solo parole umane nella famiglia, che finirebbero per tenere la famiglia su di un piano unicamente umano, terreno, proprio di questo mondo; mentre la famiglia ha bisogno di Dio, della Parola di Dio, della sua luce, della sua verità, della sua forza, della sua consolazione, che ci vengono solo da Dio e dalla sua Parola. La Parola di Dio aiuta e sostiene, illumina e guida.

Oggi, nella festa della Sacra Famiglia di Nazareth, le nostre famiglie sentono il bisogno e il desiderio di rinnovarsi, di crescere, di diventare di più famiglia di Nazareth, di più famiglia vera e buona. Questo desiderio buono e santo -lo credano gli sposi, lo credano i figli- Dio lo sostiene con tutta la sua potenza, con tutta la sua provvidenza e con tutto il suo amore.

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.