1^ domenica di Quaresima

Sandro Botticelli – particolare da Le prove di Cristo – 1481-82

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(Dt 26,4-10;  Rm 10,8-13;  Lc 4,1-13)

Sabato 5 marzo 2022, risalente a sabato 16 febbraio 2013

Nessuna persona seria oggi mette in dubbio l’attendibilità storica dei Vangeli. Gli studi più approfonditi e più rigorosi riconoscono ai Vangeli una totale aderenza ai fatti accaduti, sia pure narrati con intenti teologici e spirituali. Una prova è anche la pagina di Vangelo che abbiamo appena ascoltato, in cui ci è stato parlato delle tentazioni di Gesù. Se Gesù non fosse stato realmente tentato, se Gesù nella sua vita non avesse realmente fatto l’esperienza della tentazione, mai gli evangelisti avrebbero immaginato e presentato un Gesù tentato da Satana, tentato dal male; lui, Gesù, santo com’era, uomo perfetto qual era, Figlio di Dio qual era! Sarebbe parso agli evangelisti un diminuire la dignità di Gesù, un andare contro la sua santità, contro la sua divinità.

Invece Gesù fece realmente l’esperienza della tentazione nella sua vita; e non solo all’inizio della vita pubblica, come ci ha raccontato Luca, ma tante altre volte nel corso della sua esistenza; ad esempio quando, dopo la moltiplicazione dei pani, la gente voleva farlo re, distogliendolo dalla sua missione di Messia che avrebbe dovuto soffrire e morire, e Gesù si ritirò solo sul monte a pregare (Gv 6,14-15); oppure quando Pietro gli disse. “Tu, Gesù, non devi finire in croce”, e Gesù gli rispose: “Tu mi sei di inciampo, di scandalo, Pietro; vienimi dietro nella via che devo percorrere” (Mt 16,21-23); oppure quando i sommi sacerdoti e gli scribi sul Calvario gli gridavano: “Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce e ti crederemo” (Mt 27,39-44), e Gesù, che dalla croce sarebbe potuto scendere, mettendo quelle persone con le spalle al muro e obbligandole a credere, rimase appeso alla croce, secondo la volontà del Padre.

Gesù nella sua vita fece l’esperienza della tentazione; e possiamo pensare che l’abbia fatta in una misura altissima, perché Satana conosceva Gesù, e ben sapeva che se avesse vinto lui, avrebbe ottenuto la vittoria totale e assoluta su tutta l’umanità e su tutta la storia; per cui Satana si sarà particolarmente accanito contro Gesù e avrà cercato in tutti i modi di distoglierlo dall’obbedienza al Padre. Luca lascia intravedere ciò quando dice: “Il diavolo, dopo aver esaurito ogni tentazione, si allontanò da Gesù”. Dice Luca: “dopo aver esaurito ogni tentazione”, cioè dopo aver tentato Gesù in tutti modi, dopo non avergli risparmiato tentazione alcuna .

La tentazione è condizione di ogni uomo; di Gesù uomo e di ogni uomo. Il nemico, Satana, non risparmia nessuno dalla tentazione. Per cui Gesù, nella preghiera che ci ha lasciato, il Padre nostro, ci fa chiedere a Dio: “non ci indurre in tentazione”, che vuol dire, esattamente: “non abbandonarci, non lasciarci soli, quando saremo tentati, quando saremo nella tentazione; ma liberaci dal male”, che propriamente significa: “liberaci dal Maligno, difendici dal Maligno”.

Ecco, dunque; ci troviamo tutti, ciascuno di noi, di fronte alle proprie tentazioni. C’è chi è particolarmente tentato nella superbia, nell’affermazione di sé; chi è particolarmente tentato nell’avarizia, nella smania di possedere; chi è particolarmente tentato nella lussuria, nella ricerca egoistica del piacere; chi è particolarmente tentato nella pigrizia, nell’ignavia, nel disimpegno di fronte ad ogni cosa importante e grande. Ognuno ha le proprie tentazioni particolari; Satana conosce il punto debole di ciascuno, e su quel punto batte, insiste, provoca. È importante che individuiamo anche noi il nostro punto debole, per saperci difendere su quel punto, per rafforzarci e per chiudere la porta a Satana su quel preciso punto.

Combattimento è la vita dell’uomo sulla terra”, dice il libro di Giobbe (Gb 7,1); dobbiamo procedere nella vita in continuo assetto di guerra; “indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo”, esorta san Paolo (Ef 6,11); e Gesù ammonisce: “Pregate e vegliate, per non cadere in tentazione, per non essere vinti dalla tentazione” (Mt 26,41).

Occorre vegliare, occorre vigilare, occorre lottare. Un esercito che dorme è facile preda del nemico. C’è sempre una sentinella, ci sono sempre delle sentinelle che vegliano e che vigilano, mentre l’esercito riposa; è necessario che sia così.

La quaresima è tempo di combattimento e di lotta. Sempre dobbiamo combattere e lottare, ma la Chiesa, da buona e sapiente madre, che sa quanto facilmente ci adagiamo e abbassiamo la guardia, ci invita a quaresima ad impugnare con più decisione le armi dello spirito per combattere lo spirito del male. Le armi sono quelle che già conosciamo; importante è impugnarle e metterle in atto.

Decisiva è l’arma della preghiera. Senza preghiera è illusione pensare di vincere il male; il male vincerà noi. Satana è più forte di noi, è più intelligente di noi, è più astuto di noi. Solo con la forza di Dio noi potremo resistergli e vincerlo. Egli, Satana, è “come un leone ruggente – dice san Pietro – che va in giro cercando chi divorare” (1 Pt 5,8); solo Dio potrà difenderci e custodirci da quei denti capaci di morderci e di sbranarci. E la preghiera ci ottiene la difesa e la custodia di Dio.

All’arma della preghiera va aggiunta l’arma del digiuno, della penitenza, del sottrarre al corpo qualcosa che non gli è strettamente necessario e che serve piuttosto al suo piacere, al suo soddisfacimento, pur buono e in se stesso lecito. Il digiuno e la penitenza servono tanto a rafforzare la volontà, a rendere più sicuro il dominio di sé, a saper resistere a Satana là dove egli ci tenta al male.

E, terza arma, fortissima, è il Sacramento della Riconciliazione. La confessione sacramentale è medicina efficacissima, che mentre ci libera dalle colpe, toglie ogni avamposto collocato da Satana in noi col peccato, e ci rafforza nel bene e nella virtù. Satana teme tantissimo la Confessione, non vorrebbe mai che vi ci accostassimo; fa di tutto perché non vi ci accostiamo.

Il Vangelo ha detto che lo Spirito Santo spinse Gesù nel deserto a lottare e a combattere Satana. Lo Spirito Santo spinge anche noi in questa quaresima a lottare e a combattere Satana, per purificarci e liberarci dal male che c’è ancora in noi, per essere come il Signore ci vuole e come anche il nostro cuore desidera.

Don Giovanni Unterberger

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