Prima domenica di Avvento 2017 (forma ordinaria)

clicca QUI per scaricare l’omelia

 ( Is 63, 16-17.19; 64,1-17;   1 Cor 1,3-9;   Mc 13, 33-37)

Duomo di Belluno, sabato 2 dicembre 2017

 

L’Avvento, che oggi iniziamo, è un tempo ‘a misura d’uomo’, a perfetta misura d’uomo. Chi è l’uomo? L’uomo è un povero, un mendicante, un bisognoso. Questo è l’uomo nella sua realtà più vera e più profonda. Sì, c’è una povertà di pane e di denaro che può affliggere l’uomo e che va affrontata e vinta; ma c’è una povertà più radicale, più grande, più incarnata nell’uomo, più profonda dentro di lui, che gli arriva fino nelle pieghe più intime dello spirito, fino a tutte le cellule del corpo. L’uomo è bisogno di salvezza, e di salvezza totale. E’ bisogno di verità, di amore, di virtù.  “O Dio, vieni a salvarmi” è l’invocazione con cui la Chiesa apre spesso la sua preghiera.

Non ci si impiega molto a convincersi che l’uomo ha bisogno di essere salvato. E’ sufficiente uno sguardo rapido al mondo. Com’è l’umanità? In quale situazione si trova? Guerre, attentati, corsa agli armamenti, frodi, ingiustizie, violenze, cattiverie. L’umanità è immersa in una situazione fortemente rovinata e compromessa.

E a riguardo della singola anima san Macario, vescovo di Gerusalemme del III – IV secolo d.C., dice: “Povera quell’anima che fosse priva di Dio! Sarebbe una casa non più abitata dal padrone, che rimane chiusa e oscura, e cade in abbandono: si riempie di polvere e di sporcizia. Povera quell’anima che fosse come una nave priva del timoniere, Cristo! Sbattuta da marosi e travolta dalla tempesta, andrebbe in rovina. Avvolta dalle tenebre di un mare agitato e sbattuta dalle onde degli affetti malsani, sconquassata dagli spiriti maligni come da un uragano invernale, andrebbe a fondo perduta. Guai all’anima priva di Cristo, l’unico che possa coltivarla diligentemente perché produca i buoni frutti dello Spirito! Guai a quell’anima che non avesse Cristo in sé! Lasciata sola, comincerebbe ad essere terreno fertile di inclinazioni malsane e finirebbe per diventare una sentina di vizi”.

L’uomo ha bisogno di Dio, ha bisogno di Cristo. “Cristo, tu ci sei necessario”, gridò il cardinal Montini, il futuro papa Paolo VI, alla città di Milano quando vi entrò come vescovo. Non è facile per l’uomo sentirsi e riconoscersi totalmente ‘povero’.  Povero un po’ sì; ma, tutto fatto, non più di tanto, non proprio del tutto, del tutto, del tutto… E invece siamo ‘povertà’ assoluta. Chi ci riempirà il cuore di felicità, noi che la cerchiamo e per la quale siamo fatti? Chi appagherà fino in fondo il nostro bisogno di verità, di bontà, di speranza, di virtù, di vita senza fine?

Ecco l’Avvento, L’Avvento è il tempo ‘a misura d’uomo’, a misura dell’uomo povero e bisognoso, perché è il tempo che annuncia e lascia balenare all’orizzonte un salvatore, il salvatore di cui l’uomo ha bisogno. Cristo Gesù, Figlio di Dio che viene tra noi, è la risposta piena e perfetta all’uomo.

Per prepararsi bene al Natale è tanto utile intensificare la preghiera, imporsi anche qualche sacrificio, qualche mortificazione; ma il modo più grande per prepararsi al Natale è approfondire il senso della propria povertà, il senso del bisogno che ci costituisce e di cui siamo fatti, così che grande, forte e intenso sia il desiderio e il grido che venga il Signore, che venga il Salvatore. Quanto più ci sentiremo bisognosi e poveri, tanto più desidereremo che egli venga, e quanto più lo avremo desiderato, tanto più egli potrà venire nella nostra vita, perché è il desiderio che allarga il cuore e gli  fa spazio.

“Vieni, Signore Gesù,vieni a salvarmi” è la preghiera che la Chiesa ci mette sulle labbra in questo tempo d’Avvento. La ripeteremo centinaia di volte.

don Giovanni Unterberger

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.