Prima domenica di Avvento 2017 (forma straordinaria)

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 ( Rm 13, 11-14;   Lc 21, 25-33)

Belluno, chiesa di s. Pietro, 3 dicembre 2017

 

Avvento: inizio di un nuovo anno liturgico. La Chiesa, con la sua liturgia, all’inizio di un nuovo anno, ci invita ad alzare lo sguardo. “Ad te levavi animam meam, Deus meus” sono le prime parole dell’Introito che hanno aperto questa celebrazione e le hanno dato il ‘la’; e contemporaneamente sono le parole che fissano l’orientamento a tutto il tempo liturgico dell’Avvento. “A te, Dio mio, io innalzo la mia anima”. Queste parole ritornano tali e quali una seconda volta nell’antifona d’Offertorio: “Ad te levavi animam meam, Deus meus”.

La melodia gregoriana, che le ha musicate, è una melodia che tende verso l’alto, esprime e fa sentire il desiderio dell’anima di innalzarsi fino a Dio. L’anima dell’uomo tende naturalmente al Signore, tende a Colui che l’ha fatta e l’ha creata, così come il ferro è attratto dalla calamita, come l’ape è attratta dal fiore carico di polline, e come il bambino lo è dal volto sorridente della mamma. “Ci hai fatti per te, Signore”, dice sant’Agostino; e l’uomo -a detta anche degli studiosi più seri- è un essere ‘religioso’, segnato, nella sua natura, dall’apertura verso Dio.

A te,Signore, io innalzo la mia anima; la innalzo dal mio cammino quotidiano, dalla fatica di ogni giorno; dalle gioie e più ancora dai dolori; dalle preoccupazioni e dai disagi; dalla mia debolezza e dai miei peccati. Da quello che sono, Signore, da dove sono, io innalzo a te a mia anima. E, levatasi verso di te la mia anima, cosa vede? Vede il tuo venire, vede il tuo arrivare, vede il tuo ‘avvento’ Signore!

‘Avvento’, uguale ‘venuta’, ‘arrivo’, arrivo di Cristo. La fede cristiana è la sorpresa di un Cristo che viene, di un Dio che si muove dal profondo del suo Cielo per mettersi sulle tracce della  creatura; per andare a farle visita, per andare a dirle, concretamente, che le vuole bene. Avvento: arrivo di un Dio che è buono e che ama. Non è l’uomo ad aver fatto il primo passo verso Dio, ma è Dio che ha fatto il primo passo verso l’uomo. Io levo in alto la mia anima, e vedo Dio che viene,  che viene verso di me.

Due pensieri allora ci nascono in cuore. Il primo: occorre che a tale venuta ci prepariamo, ci disponiamo ad accoglierla. I Vangeli delle prossime domeniche ci metteranno davanti la figura di Giovanni Battista, il precursore di Gesù, che si è preparato lui personalmente all’arrivo del Messia,e che ha fortemente stimolato il popolo di Israele ad accogliere il Signore; sentiremo la sua voce vibrante che chiama a conversione.

E, seconda cosa: vorremo sforzarci di tenere levato il nostro sguardo verso il Signore che viene, perché pur essendo -come dicevamo- aperti naturalmente a Dio, facilmente siamo trascinati dalle cose di quaggiù e dal vivere quotidiano ad abbassare lo sguardo e a fissare troppo la terra. Si rende necessario il tempo della preghiera, il tempo dello stare con il Signore con gli occhi del cuore su di lui, sulla sua parola, sul suo amore.

L’Avvento è tempo prezioso; con la grazia di Dio lo vorremo vivere al meglio, con pieno impegno e generosità.

don Giovanni Unterberger

 

 

 

 

 

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