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( 1Pt 2,21-25; Gv 10,11-16)
Domenica 1° maggio 2022, risalente al 14 aprile 2013
“Io sono il Buon Pastore”, ci ha ora detto Gesù. Alla lettera, nel testo greco del Vangelo: “Io sono il bel pastore” (o poimén o kalòs): il pastore bello, il pastore ideale, il pastore del quale uno più bello, uno migliore, non c’è.
E difatti Gesù dice: io non sono come il pastore mercenario; il pastore mercenario è un pastore che pascola le pecore per denaro, per averne un prezzo, una ricompensa, un salario; non lo fa in modo disinteressato per amore alle pecore, ma lo fa per proprio tornaconto; tanto che quando viene il pericolo e arriva il lupo, egli fugge e mette in salvo se stesso, lasciando le pecore esposte ai denti del lupo, che le azzanna e le dilania. No, io sono il bel pastore, colui che si fa avanti lui al lupo che viene contro il gregge, e difende il gregge affrontando il lupo, esponendo la propria vita alla violenza e ai denti del lupo, pronto a lasciarsi mordere e uccidere lui dal lupo, purchè il gregge sia salvo e resti in vita.
Tutto questo è accaduto nei giorni della Passione e della Pasqua del Signore. Come non ricordare il passo dell’evangelista Giovanni che, raccontando la cattura di Gesù nel Getsemani, dice: “Gesù disse alle guardie inviate dai sommi sacerdoti a prenderlo: chi cercate? Gli risposero: Gesù, il Nazareno. E Gesù a loro: Sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano” (Gv 18,4-8); e si fece innanzi lui, per lasciarsi catturare lui, e per lasciarsi uccidere lui.
Gesù si fece avanti al gregge, si fece avanti ai suoi apostoli e si interpose tra loro e i loro nemici. Quelle guardie e i sommi sacerdoti che le avevano inviate a catturare Gesù erano un vero ‘lupo’; un lupo che avrebbe reso le carni di Gesù tutte lacerate, un’unica piaga, sotto i flagelli e sulla croce.
Ma sotto quel ‘lupo’ c’era un altro ‘lupo’, c’era Satana. Egli era il nemico che aveva morso ed azzannato i primi uomini nel paradiso terrestre, e che dopo di loro aveva azzannato ogni uomo, anche noi (quanti morsi cattivi e avvelenati abbiamo ricevuto anche noi da Satana nella nostra vita!). I morsi di quel ‘lupo’ ci hanno resi tutti una piaga, una piaga che spurga cattiveria, malizia, lussuria, egoismo, superbia e ogni altra cosa cattiva. E i denti di quel ‘lupo’ ci hanno allontanati da Dio, ci hanno fatto perdere la comunione con lui, ci hanno reso preda e schiavi di Satana; schiavi di una schiavitù da cui non saremmo mai più riusciti a liberarci, ma che si sarebbe fatta sempre più profonda e più dura. Satana dominava l’uomo, dominava l’umanità come un lupo rabbioso e cattivo.
Ma il nostro “bel pastore” si è interposto tra noi e quel lupo, e ci ha liberati da Satana. Satana ha attaccato Gesù, che si era messo a difesa del gregge, e lo ha colpito, stritolato, fatto morire in croce; ma proprio in quel modo egli fu sconfitto da Cristo, da Gesù, il “bel pastore”. “Dalle sue piaghe siamo stati guariti”, ci ha detto l’apostolo Pietro nella prima lettura; le piaghe di Gesù ci hanno rimesso in comunione con Dio, ci hanno guariti, e piano piano ci guariscono sempre di più dalle piaghe, dalle ferite inferteci da Satana. E noi non siamo più schiavi di Satana.
Che dire allora a questo nostro “bel pastore”? basterà dirgli “grazie”? basterà tutto il tempo che abbiamo ancora da vivere per dirgli “grazie”? basterà tutta l’eternità per dirgli che lo ringraziamo, che gli siamo grati, che gli vogliamo bene, che lo vogliamo amare? Basteranno tempo ed eternità?
Glielo vogliamo dire subito, fin da questo momento, il nostro “grazie”, con tutto il cuore. E vogliamo sostanziare il nostro grazie con una sequela fedele al nostro pastore.
“Seguitene le orme”, ci ha esortato san Pietro, andate dietro a lui, lasciatevi radunare da lui, lasciatevi guidare da lui. Il nostro “bel pastore” non avrà gioia più grande di quella di vedere che gli siamo pecore docili, pecore obbedienti, pecore che gli dicono di “sì” e si lasciano condurre per i pascoli ubertosi di vita che egli ci ha preparato e che vuole donarci. Diamo a Cristo nostro pastore questa gioia; sarà per lui la ricompensa più bella per essersi fatto avanti contro il ‘lupo’ a prezzo della vita, ed averci difesi e salvati per l’eternità.
don Giovanni Unterberger