2° Domenica d’Avvento (forma straordinaria)

(Rm 15,4-13;    Mt 11,2-10)

 7 dicembre 2014

A Gesù Dio Padre provvide un precursore: Giovanni Battista. Giovanni Battista si era ritirato nel deserto; nel silenzio, nella solitudine e nella penitenza aveva affinato il suo spirito fino a diventare un vero uomo di Dio, fino a capire la missione a cui Dio lo chiamava: quella di annunciare il Messia presente nel mondo, e preparargli animi ben disposti che lo accogliessero.

Gesù ha bisogno in ogni tempo, e anche oggi, di precursori, di persone che gli aprano la strada. Che mistero! Gesù potrebbe fare tutto da solo. Gesù è Dio, e come tale potrebbe raggiungere direttamente tutti i cuori, farli suoi; folgorarli con la sua luce, con la sua potenza, con la sua maestà e il suo splendore; gli uomini quasi irresistibilmente cadrebbero ai suoi piedi e lo accoglierebbero. E invece Gesù vuole avere bisogno di uomini; vuole avere bisogno d’intermediari, di mediatori; vuole avere bisogno di precursori.

Nel 1950 ebbe un grande successo un film dal titolo: “Dio ha bisogno degli uomini”. Raccontava degli abitanti di una sperduta isola dell’Atlantico, poveri pescatori, selvaggi e primitivi come la loro isola; attaccati formalmente a riti e a pratiche religiose, ma profondamente trasgressori delle leggi morale, e totalmente sordi ai richiami del loro sacerdote tanto che questi li abbandonò e se ne andò via dall’isola. Quegli uomini, che sentivano il bisogno di Dio, incaricarono il sagrestano della chiesa, Tommaso, un uomo ignorante e analfabeta, a sostituire il sacerdote. Tommaso cominciò a compiere i vari riti religiosi e stava per disporsi a celebrare, in modo sacrilego, la Messa, quando nell’isola arrivò un nuovo sacerdote. A grande fatica, e non senza opposizioni, quel sacerdote riuscì lentamente a far cambiare vita a quei pescatori, e li fece convinti seguaci di Cristo. Dio volle avere bisogno di quel sacerdote per portare a sé quelle persone.

Ma già ai tempi di Gesù fu l’apostolo Andrea a portare a Gesù suo fratello Pietro (Gv 1,40-42); fu l’apostolo Filippo a portare a Gesù il futuro apostolo Bartolomeo (Gv 1,45-46); e lungo la storia quante volte un fedele, un credente, ha portato a Gesù, a Dio, alla conversione e alla fede un fratello, una sorella! Si tratta di una catena infinita, di “mano nella mano” senza interruzione, di testimonianza continua, perseverante e fedele. Dio ha bisogno degli uomini! Dio ha bisogno, oggi, di noi!

Papa Francesco molte volte, nei suoi interventi, ha esortato e richiamato i fedeli, i cristiani, a non essere “mondani”, a non lasciarsi intaccare dallo spirito del mondo. Se il cristiano si lascia intaccare dallo spirito del mondo perde in attrazione, ed allora il cristianesimo rallenta, soffre, patisce, perché – ha detto ancora il papa – il cristianesimo va avanti e si diffonde “per attrazione”, per buoni esempi.

È la logica della luce che illumina e rischiara le tenebre; la logica del sale che dà sapore, del lievito che fa fermentare tutta la pasta. “Voi siete la luce del mondo, voi siete il sale della terra, ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente”, dice Gesù (Mt 5,13-14).

Occorre essere “veri” cristiani. Giovanni Battista era un uomo tutto d’un pezzo, fermo nella verità: “Siete andati forse a vedere una canna sbattuta dal vento?”, dice di lui Gesù. Giovanni Battista era un uomo sobrio, limitato all’essenziale: “Siete andati forse a vedere un uomo vestito con abiti di lusso?” Giovanni Battista era un profeta, anzi “più che un profeta”, afferma Gesù, uno che parlava in nome di Dio, perché conosceva Dio. Giovanni Battista era un uomo che cercava di capire Gesù: dal carcere, in un momento di dubbio, invia due suoi discepoli a chiedere a Gesù: “Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?” Un Giovanni Battista così poteva davvero essere precursore di Cristo, uomo che gli apriva la strada nei cuori della gente!

Nel Natale Gesù vuole venire; Gesù viene. Noi possiamo essere suoi precursori; possiamo con la nostra vita, con il nostro essere cristiani, disporre il cuore dei nostri fratelli ad accoglierlo, a fargli spazio dentro di sé. Quale missione grande! Quale missione stupenda! Dio ha bisogno degli uomini; Dio ha bisogno di noi.

                        Don Giovanni Unterberger

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