Solennità di Tutti i Santi (forma ordinaria e straordinaria)

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(Ap 7,2-4.9.14;   1Gv 3,1-3;   Mt 5,1-12a)

 

1 novembre 2017

Il cielo è popolato di Santi: “Una moltitudine immensa che nessuno poteva contare -ci ha detto Giovanni nella prima lettura- di ogni nazione, razza, popolo e lingua”. E tutti cantavano a gran voce: “La salvezza appartiene al nostro Dio, egli ci ha salvati!”. Immaginiamo quel coro possente, meraviglioso, ben accordato, commosso, riconoscente! Coro di tutti i Santi: uomini, donne, vecchi, bambini; uomini e donne di mezza età; vergini, martiri, uomini e donne sposati, monaci, sacerdoti, vescovi, papi. Tutti ad una voce:”La salvezza appartiene al nostro Dio. Ti ringraziamo, o Signore, d’averci salvati!”.

La via al cielo è quella indicataci da Gesù nel Vangelo, è la via delle beatitudini: “Beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, beati i miti…”. I Santi in cielo hanno percorso quella strada. Sant’Alfonso Rodriguez (1531-1617) fu un ‘povero in spirito’, un uomo che in tutte le vicende della sua vita si affidò unicamente e totalmente al Signore, confidando solo in lui, cercando solo in Dio il proprio sostegno. A 27 anni si sposò, ebbe due figli; ma in breve tempo gli morirono la moglie e i due giovani figli; entrò in convento presso i gesuiti e fece per tutta la vita il semplice portinaio con grande umiltà, senza ambire riconoscimenti e onori. Un vero ‘povero in spirito’. “Beati i poveri in spirito; di essi è il regno dei cieli”.

Santa Elisabetta del Portogallo (1271-!336), ebbe una vita piena di sofferenze. Fu data in sposa al re del Portogallo a soli dodici anni: un matrimonio imposto dal padre Pietro III d’Aragona, per motivi politici. Ebbe dei figli, ma non fu amata dal marito, che le fu profondamente infedele col darsi a unioni adulterine con donne di corte, da cui nacquero dei figli. Elisabetta sopportò tutti questi affronti, arrivando fino a prendersi cura lei stessa dei figli degli adultèri del marito. Fu anche ingiustamente sospettata di congiurare contro il re suo sposo, e allontanata dalla reggia. Una vita di grandi afflizioni, sopportate con fiducia e con pazienza, sostenuta dalla consolazione di Dio. “Beati gli afflitti; saranno consolati”.

San Francesco di Sales (1567-1622) aveva un temperamento focoso e fortemente iracondo. Si corresse a tal punto da essere diventato mitissimo. Ebbe a dire: “Si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile d’aceto”. E la sua grande mitezza riuscì a conquistare e a convertire un gran numero di Protestanti nemici della Chiesa. “Beati i miti; erediteranno la terra”.

I santi genitori di santa Teresa del Bambino Gesù (secolo XIX) cercarono in tutta la loro vita il Signore, desiderarono di compiere la sua volontà, ebbero fame e sete della ‘giustizia’, cioè del giusto rapporto con Dio. Si santificarono nella vita coniugale, osservando la legge del Signore. “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia; saranno saziati”.

“Beati i misericordiosi, perché, troveranno misericordia”. Quanta misericordia in san Pietro Claver (1580-1654), che si diede a combattere la tratta degli schiavi africani venduti in America; in san Giuseppe Cafasso (1811-1860), il conforto dei carcerati di Torino e in particolare dei condannati a morte nelle loro ultime ore di vita prima di salire il patibolo, chiamato ‘il prete della forca’; in Madre Teresa di Calcutta (1910-1997), la misericordiosa verso i più poveri tra i poveri!

“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. Santa Maria Goretti (1890-1902), eroe di purezza preferì lasciarsi uccidere a 12 anni per difendere la sua castità dalle voglie peccaminose di un giovane invaghitosi di lei; e il santo papa Giovai XXIII (1881-1963) confidò al suo segretario, mons. Capovilla, di non aver mai commesso un peccato contro la purezza in tutta la sua vita.

“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”. Santa Rita da Cascia (1380-1457) fermò la mano omicida dei figli che volevano vendicare nel sangue l’uccisione del loro padre.

E, infine, “Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”. Quanti martiri lungo la storia! Martiri agli inizi del Cristianesimo e martiri oggi. Cristiani coraggiosi, così attaccati a Cristo e amanti di lui, da lasciarsi bruciare, decapitare, dare in pasto alle belve, crocifiggere,  torturare e seviziare in mille modi, pur di restargli fedeli e non rinnegarlo.

Le beatitudini sono la via al cielo. Sono l’opposto di ciò che predica il mondo. Teniamole presenti, cerchiamo di praticarle e di viverle. Esse ci assoceranno ai Santi del cielo, e ci uniranno al loro coro gioioso in paradiso, felici e salvati anche noi per sempre.

don Giovanni Unterberger

 

 

 

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