Festa della Santissima Trinità

Masaccio – Trinità – 1426 – 1428

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(Rm 11,33-36; Mt 28,18-20)

30 maggio 2021, risalente al 3 giugno 2012

Gesù, al momento di salire al Cielo, lasciò ai suoi apostoli il compito e l’incarico di andare in tutto il mondo a predicare e ad insegnare ciò che egli aveva detto loro; disse: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”. Insegnare e battezzare è il compito affidato da Gesù ai suoi apostoli, e oggi alla Chiesa.

Ma che cosa vuol dire, propriamente, “battezzare”? la parola italiana “battezzare” deriva dal greco “baptìzein”, che significa “immergere”. Gesù vuole che tutte le nazioni, tutta l’umanità, sia immersa nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ma che significa essere immersi “nel nome”, nel nome del Padre, Figlio e Spirito Santo?  Il “nome”, nella cultura ebraica e nella Bibbia, sta ad indicare la persona; per cui essere battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo significa essere immersi in quelle tre divine Persone. Gesù non poteva assegnarci destino migliore e riservarci dono più grande!

Essere immersi nel Padre. Il Padre è l’origine di tutto, è il creatore dell’universo; egli è sempre all’opera, e per un’opera bella, sapiente, ordinata, che continuamente egli costruisce con amore e bontà. Essere immersi nel Padre significa partecipare di quella sua capacità creatrice; significa operare anche noi come opera lui, a suo modo, col suo stile, con la sua generosità, col suo amore. L’agire di Dio è solo bontà, e mira solo a costruire; mira solo a fare doni al mondo e agli uomini.

Alla pari il cristiano, immerso nel Padre, opera solo per costruire, per edificare e mai per distruggere, per demolire, per rovinare. Mai il cristiano, immerso nel Padre, porta disturbo e squilibrio nel creato, nei rapporti con le persone, nella propria vita. Al contrario, porta novità, crescita, ricchezza e armonia. E la porta da figlio, da figlio che impara da suo Padre, della cui paternità è sicuro e certo; per cui il cristiano, immerso nel Padre, non si sente orfano, ma sa di appartenere a qualcuno, a Dio, suo Padre.

Essere battezzati, immersi, nel Figlio. Il Figlio è colui che è sempre rivolto al Padre. Il Figlio di Dio nell’eternità, prima dell’incarnazione, e poi il Figlio di Dio nel tempo, dopo l’incarnazione, diventato Gesù, fu sempre obbedienza al Padre. Mai il Figlio disobbedì al Padre. “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera”, disse Gesù (Gv 4,34). La sua obbedienza lo fece nascere a Betlemme in una stalla, fare il falegname per quasi tutta la vita, morire su una dura croce. La sua obbedienza fu la sua gloria, e la nostra salvezza.

Noi, battezzati e immersi nel Figlio, siamo resi partecipi e beneficiari di quella obbedienza. Le nostre disobbedienze sono vinte e dissolte da quella obbedienza; per quella obbedienza noi siamo resi, da peccatori, giusti e santi agli occhi del Padre.

La nostra immersione nel Figlio obbediente ci fa obbedienti, ci fa desiderare l’obbedienza come la più grande virtù, ci fa figli nel Figlio obbediente, e obbedienti anche noi. Obbedienti, e quindi gloriosi, perché non c’è gloria più grande che nell’obbedire a Dio; obbedienti e quindi salvatori, perché l’obbedienza a Dio porta salvezza e redenzione al mondo, così come portò salvezza e redenzione al mondo l’obbedienza di Cristo.

Essere, poi, battezzati e immersi nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo è lo Spirito della verità e dell’amore. Suo compito è quello di portarci “nella verità tutta intera” (Gv 16,13), di farci conoscere le cose di Dio, Dio stesso, Gesù suo Figlio; farci capire il senso della vita, della morte, del lavorare, dell’amare, del soffrire; il senso del tempo e dell’eternità; il senso di tutto. Immersi nello Spirito Santo, che è verità, noi capiamo tutto questo, e il nostro cuore riesce a stare sereno.

Lo Spirito Santo è lo Spirito dell’amore. Immersi nel suo amore noi siamo resi capaci di amare, diventiamo anche noi amore, portatori di vita nel mondo, perché chi ama porta vita.

Ecco la nostra grande vocazione e dono: essere immersi nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, nelle tre Persone della Santissima Trinità; ed esserci immersi sempre più profondamente; perché il nostro battesimo, che abbiamo ricevuto da piccoli, non è una realtà statica, ma dinamica; è una realtà che può diventare sempre più grande e può prendere e trasformare sempre di più la nostra vita.

Lode alla Santissima Trinità, che ci immerge in sé stessa e ci fa simili a sé.

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