C’è un valore nella castità prematrimoniale?

E’ difficile, oggi, parlare con i giovani di castità prematrimoniale, di problemi di sesso; ma non è facile neppure parlarne con gli adulti, perché sembra ormai invalso il pensiero e la convinzione che il sesso ‘debba avere la sua parte’; e: ‘come si fa ad arrivare vergini al matrimonio?’;  e: ‘provare anche il sesso da fidanzati è giusto ed è bene, serve all’intesa dei due….’.

La Chiesa Cattolica, che raccomanda e indica come via maestra la castità prematrimoniale, viene tacciata di oscurantismo,  di pensare fuori della realtà, di sessuofobia. Eppure la sua posizione è quella vera, quella che favorisce l’autentica maturazione delle persone e le prepara ad un matrimonio riuscito e di intesa.

Il non avere rapporti genitali tra fidanzati permette loro di sviluppare un maggiore reciproco approfondimento della relazionalità e della comunione a livello affettivo, sentimentale, spirituale, di volontà e di dialogo. La pratica dei rapporti genitali attira così fortemente l’attenzione reciproca dei fidanzati sull’aspetto fisico, che altri aspetti e problemi della coppia vengono come lasciati in ombra e non affrontati; dà l’impressione di un’intesa interpersonale  perfetta (anche se essa è ancora pienamente da verificare e da costruire), e insinua l’illusione che i rapporti genitali possano essere vera e autentica risposta e soluzione a qualsiasi altro problema della coppia; il che non corrisponde a verità. L’esperienza degli sposi lo conferma. Solitamente è proprio invece la non comunione affettiva, sentimentale, spirituale e di dialogo a mettere in crisi anche l’aspetto sessuale. E’ importante che il tempo del fidanzamento favorisca proprio questo tipo “più alto” di maturità relazionale tra le due persone, che è quella che sarà poi decisiva – a lungo andare – per un matrimonio felice.

Il riservare il rapporto genitale al matrimonio fa sì che esso sia in se stesso un gesto “vero” e autentico. Infatti il rapporto genitale è il gesto più grande, più profondo ed estremo, a livello fisico (non c’è un gesto fisico “oltre”  quello). Perché esso sia “vero” in se stesso, e autentico, deve avere come contenuto ciò che è la misura massima nell’altro ordine della persona: nell’ordine dell’anima, del sentimento, della volontà, dello spirito. E il massimo nell’ordine dello spirito è: “Io mi dono a te per sempre; io lego il mio destino al tuo per sempre”. Quando il rapporto genitale ha questo contenuto, è autentico e “vero”, è pienamente “umano”; altrimenti è un gesto che esternamente è qualcosa di grande, ma che dentro non ha il suo corrispettivo; risulta vuoto, o almeno parzialmente vuoto, e quindi inautentico, e che, come tale, non può costruire il vero bene delle persone.

Ad esempio, se dopo aver parlato solo per un quarto d’ora con una donna mai vista prima, in una conversazione fatta solo di convenevoli, al momento dei saluti io mi abbandonassi ad abbracci, baci appassionati, grandi e straordinarie effusioni d’affetto, tale mio gesto fisico risulterebbe sproporzionato rispetto a quello che può essere nato a livello di conoscenza, di intesa, di comunione e di progettualità con quella persona; il gesto fisico si rivelerebbe “squilibrato” per eccesso. Se invece un figlio torna a casa dopo un anno di assenza, un figlio che vuole molto bene ai suoi genitori, e al momento dell’incontro si limitasse a stringere loro la mano, il gesto fisico risulterebbe sproporzionato rispetto a quello che egli ha nel cuore; il suo gesto sarebbe “squilibrato” per difetto. Importante è che ci sia giusta proporzione, corrispondenza e armonia tra espressione fisica e contenuto spirituale, perché la persona è insieme corpo e spirito; e soltanto in questa piena armonia tra i due aspetti c’è autentico “ben-essere” per la persona e per le persone. In caso diverso qualcosa “non va”, e a lungo andare questo qualcosa che “non va” non potrà non venire fuori, e dolorosamente.

La castità prematrimoniale esige certamente rinuncia, ma è una rinuncia per un bene maggiore; è una rinuncia che allena i due fidanzati a saper dominare i propri istinti, e a saper dare il primato non all’aspetto fisico ma a quello interiore e spirituale; cosa che sarà molto importante e preziosa poi, da sposi, per una felice intesa, quando i rapporti sessuali e genitali dovranno ancora essere – per essere buoni – espressione unicamente di una profonda comunione e capacità di amare, la capacità degli sposi di amarsi tra di loro a 360 gradi, cioè essere comunione e dono di sé l’uno all’altro in ogni situazione e in ogni aspetto del vivere insieme.

In tutto questo è decisivo il ricorso a Dio e alla sua forza! È importante la preghiera, la frequenza ai Sacramenti, la meditazione della Parola di Dio, la ferma decisione dei fidanzati, l’aiuto che essi, anche su questo punto, possono reciprocamente darsi, il farsi seguire da un padre spirituale.

Un’ultima considerazione: può essere forte motivo che sostiene due fidanzati nel vivere la castità prematrimoniale, la loro consapevolezza e certezza che sul loro sforzo e cammino riposa lo sguardo buono di Dio e una sua speciale benedizione. Il Signore è particolarmente vicino a due fidanzati casti. Egli accoglie con infinita gioia e con particolare gratitudine il loro impegno di camminare nelle vie indicate da lui, vie di crescita e di maturazione umana e cristiana; vie che gli danno credito e che sono un atto di fiducia nella sua mano che chiede, ma che chiede solo per dare di più. Dio non si lascerà vincere in generosità nei confronti di quei due giovani! Darà loro doni speciali e inimmaginati!

 

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